Merio Pezzi di Merio 2018 - Rap, Hip-Hop

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L’ebbrezza di Merio è un’ebbrezza costruttiva, raffinata, ricercata, quasi bukowskiana, notturna. È il naturale processo di autodistruzione che serve per innescare la penna dei più abili scrittori.

"Chi si è perso poi si è riperso sì per un po’ di figa quanti grammi\ tutti amici tutte zozze con il bancomat". Sono sicuro che se isolassi esclusivamente questo frammento di “Bancomat” e ve lo riproponessi chiedendovi di indovinare l’artista molti di voi asserirebbero di avere in cuffia Guè Pequeno.

Merio è invece la metà attualmente meno nota dei Fratelli Quintale, formazione ormai “storica” fondata con il compagno Frah che, dalla metà degli anni 2000, ha cominciato a fomentare in lungo e in largo la sponda bresciana del Lago di Garda. Mario ha rinunciato al cognome con il quale si è ritagliato uno spazio all’interno del panorama musicale italiano, una scelta più ideologica che stilistica, “Pezzi di Merio” è il suo primo album solista ed è descritto dallo stesso rapper come una vera e propria rinascita, l’inizio di un nuovo percorso artistico e personale.

Il riferimento a Guè Pequeno non è casuale, molte tracce di quest’album lo ricordano per tonalità, flow e rime. Merio ha saputo mantenere la sfacciataggine, l’attitudine tamarra e cinica dell’MC milanese adattandola ad una wave più introspettiva, cupa e personale. Il risultato è un disco aggressivo nel sound ma delicato nelle tematiche. Una volta intrapreso il percorso solista il rapper di Salò è finalmente riuscito a raccontarsi: tutto il significato di quest’album è racchiuso nella foto della copertina che lo ritrae (a) nudo con un coniglio bianco in mano a rappresentare la fragilità di chi sta provando ad aprirsi. La foto è sfocata, perché, è evidente, gran parte delle canzoni siano state concepite nel corso di transitori momenti d’alterazione.

"Pezzi di Merio" è un album estremamente personale, sincero e intimo (motivo per il quale tutte le produzioni sono state affidate a collaboratori storici), schietto, ma non per questo meno criptico. L’ebbrezza di Mario è un’ebbrezza costruttiva, raffinata, ricercata, quasi bukowskiana, notturna. È il naturale processo di autodistruzione che serve per innescare la penna dei più abili scrittori.
Magari un giorno come i gemelli Filippini, figliol prodighi di Brescia, anche i Fratelli Quintale si ritroveranno di nuovo a giocare con la stessa maglia. Ma considerando i risultati ottenuti da entrambi, forse, è meglio così.

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La recensione Pezzi di Merio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-10-30 09:00:00

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