Days Like Hills Taboo 2018 - Cantautoriale, Indie, Etnico

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Un album d'esordio dalle influenze variegate e composite, che riesce però a non suonare mai sconclusionato e a proporre un'interpretazione convincente di tutte le influenze proposte.

Lo spirito di “Taboo”, album d’esordio dei Days Like Hills, è riscontrabile fin dalla copertina: un collage e un sovrapporsi di elementi concettualmente estranei (una fotografia di una montagna, una stampa di stile ukyio-e, i colori primari) che, grazie alla magia segreta di qualche sconosciuta legge dell’estetica, riescono ad amalgamarsi in un tutto coerente e piacevole.

Le canzoni che vanno a formare Taboo sembrano essere state accorpate seguendo lo stesso principio. Il disco propone infatti una mescolanza di suoni di diversa origine e natura, unificati solamente grazie ad un gesto creativo Si passa da un indie dalle chitarre leggerine venato di psichedelia elettronica alla Tame Impala (“Sea Gal”) a un richiamo all’indietronica più easy listening degli Alt-J (“Acqua ossigenata”); questa atmosfera indie vieni poi recuperata nel finale con pezzi come l’acustica “Snakes”, la cui sinuosità ben si adatta al titolo della canzone. Nel mezzo del disco, invece, si sterza improvvisamente verso sonorità latine, con la strumentale intrisa di drammaticità “Vaca Sagrada” e la title track “Taboo”; durante “Palummo” si può assistere a un incontro di wrestling tra Pixies e Foo Fighters ambientato a Napoli; c’è spazio anche per una sorta di tributo all’emo americano di fine anni ’90 (zona Cursive, per intenderci), con brani come “You+Me+Everyone I Know” e “Scie chimiche” che sembrano provenire direttamente dalle disperazioni melodiche di un ventennio fa.

Il giochetto di individuare tutte le possibili influenze e ispirazioni potrebbe andare avanti ancora per molto –verosimilmente per ogni brano- ma ora è il momento di qualche considerazione più generale. Innanzitutto bisogna elogiare i Days Like Hills per la loro capacità nel far emergere la propria visione e interpretazione, mai banale e “scolastica”, in tutti i territori musicali in cui hanno deciso di avventurarsi, per quanto la riproposizione di alcuni di essi (in particolare il “lato indie”) risulti meno ispirata e incisiva rispetto alle altre. È da evidenziare anche l’estremo equilibrio e naturalezza con cui le varie atmosfere si susseguono nel corso dell’ascolto. Taboo è un disco composto da tanti possibili dischi, forse tanti quante sono le sue tracce. Non sarà facile in futuro riuscire a ottenere ancora una miscela gradevole e coerente come questa, partendo da basi così diversificate. Intanto però i Days Like Hills ce l’hanno fatta.

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La recensione Taboo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-15 16:14:55

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