Devalle Luci spente 2019 - Cantautoriale, Acustico, Pop rock

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“Luci spente” è un lavoro incredibilmente maturo e sorprendente a dispetto della giovane età dell’autore. Il taglio soggettivo e maturo delle tematiche lo rende un ep universale dove speranze e disillusioni, utopie e sogni di gloria si fondono sapientemente con le sonorità acustiche e minimali.

Scrivere musica non è mai semplice, specie se hai solo 23 anni. C’è bisogno di un certo grado di maturazione, di conoscenza. Di sprofondare nell’abisso, nel dolore e rinascere. Crescere. L’ultimo lavoro del giovane Devalle è tutto qui (e non è poco, sia chiaro!). Si chiama “Luci spente” eppure, a noi, pare che le sue luci siano già abbastanza brillanti. Si perché le tematiche trattate dimostrano quanto, questo giovane ragazzo, sappia già il fatto suo. A metà tra il cantautorato anni ’70, il cinismo di certa musica indipendente attuale - à la Vasco Brondi per esempio – e un atteggiamento a tratti grunge, Devalle ci mette davanti ai piccoli problemi esistenziali, quotidiani (che poi, in realtà, sono proprio i più importanti) e tenta di darne una definizione, in cerca di una vera e propria catarsi. Completamente autoprodotto nella sua stanzetta, “Luci spente” si apre con il suono di una chitarra acustica, tanto per addentrarci subito nelle atmosfere intimistiche che ci accompagneranno per tutti i sette brani. E’ la vita grigia - e solitaria - di provincia quella descritta in “Letargo”. Il piano e la malinconia sono gli ingredienti di “Sottosopra”. Incentrata su una riflessione molto profonda sul proprio Io, sul personalissimo percorso di crescita è “La mia via”. Rivoluzione, utopia e disincanto in “La tua anima”. Ritornano le considerazioni personali in “Col senno di poi” ma, questa volta, è possibile salvarsi da questo senso di inadeguatezza esistenziale grazie all’amore (“e meno male che stamattina ci sei tu”). Ed è sempre questa sensazione di incertezza, di precarietà e di sogni spezzati, la trama, il collante di “La destinazione”. Si, perché in un mondo pieno di mancanze, di disillusioni e dolore l’unica destinazione possibile non è l’alloro o un credo politico ma è “è stare bene”. Chiosa ideale dell’ep, “Riprendere a vivere”, è il brano più incazzato, più rock e positivo dell’intero lavoro. Già, perché alla fine, tutto quello che abbiamo e possiamo fare è continuare a vivere, andare avanti e dimenticare tutto “masticando problemi e bruciando certezze, camminando sui vetri aspettando nuove carezze”.

“Luci spente” è un lavoro incredibilmente maturo e sorprendente a dispetto della già citata giovane età dell’autore. Ad emergere è il suo lato più cantautoriale evidenziando uno stile decisamente contemporaneo. Il taglio soggettivo delle tematiche lo rende un ep universale dove speranze e disillusioni, utopie e sogni di gloria si fondono sapientemente con le sonorità acustiche e minimali. Devalle è, senza ombra di dubbio, un giovanissimo cantautore da tenere d’occhio.

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La recensione Luci spente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-31 23:29:00

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