Orquìlux The Sunset of my last breath 2019 - Folk, Acustico, Black metal

The Sunset of my last breath precedente precedente

Un album in costante equilibrio tra sogno e incubo ma anche tra terreno ed etereo, di genere folk metal

Rendere in musica una situazione di oscurità e trascendenza non sarà stato certo facile per gli Orquìlux, ma in fin dei conti ci sono riusciti. Hanno raccontato la storia di un uomo in coma, che sogna e rivive momenti della sua vita con la persona che ha amato, per poi morire a sua volta, raggiungendola e restando al suo fianco per sempre. Ne sono la prova le sonorità tetre e ferali presenti nell'EP “The sunset of my last breath”, riconducibili per lo più al black metal sinfonico e al folk metal, che sono per gran parte completamente strumentali.

All'interno dei cinque brani che il disco contiene c'è la voce che acuisce il turbamento, c'è la rabbia delle chitarre che lo diffonde ma c'è anche la delicatezza dei violini che cerca di contrastarlo, in un groviglio crescente di suoni cupi e lievi distorsioni pregne di malinconia, che ci fanno costantemente rimbalzare tra le sensazioni positive dei ricordi (“A dream into a memory”) e quelle negative (“Tempered by a tormenting memory” e “A land, a river, that goes with us”). Si tratta senza dubbio di un lavoro particolare, non adatto a tutti i palati, in costante equilibrio tra il sogno e l'incubo, tra l'assurdo e il razionale, tra il terreno e l'etereo.

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La recensione The Sunset of my last breath di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-06-28 09:40:00

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