StereoRebus StereoRebus - Live at Auditorium Novecento Napoli 2019 - Sperimentale, Rock, Nu jazz

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Gli StereoRebus ci regalano un disco "impressionista" dove urgenza espressiva e improvvisazione sono i pilastri della composizione.

Una delle considerazioni più note di Herbert Marcuse, quella che più lo ha reso celebre presso gli studenti del sessantotto, è la grande importanza da lui attribuita all'immaginazione: “L’immaginazione al potere” sosteneva. Si, la fantasia, l’immaginazione, l’imprevedibilità, sono i cardini del primo lavoro – non in studio - degli StereoRebus. “Live At Auditorium Novecento Napoli” è stato registrato in presa diretta, così, il 27 ottobre scorso, senza alcuna idea di quello che sarebbe potuto essere perché il loro live più che essere un concerto è un concetto, un’idea istantanea, un’impressione, un’emozione nata e morta lì. E’ un disco che, se facessimo un parallelismo con la pittura, definiremmo certamente impressionista. Gli StereoRebus, che sembrano tanti ma in realtà sono solo due, Bruno Tomasello (sassofonista, polistrumentista, compositore ed arrangiatore) e Carlo Maria Graziano (batterista) quindi, concepiscono la loro musica come pura estemporaneità.

“Live At Auditorium Novecento Napoli” è una piccola chicca: solo sette brani, senza titolo , contrassegnati unicamente dalla progressione numerica. Ciascun ascoltatore è libero di identificare i brani con un proprio, personalissimo, titolo in base alle sensazioni, alle emozioni provate, al mood i cui ci si ritrova al momento dell’ascolto. La traccia d’apertura, “Uno”, è caratterizzata da un intro di sassofono free che presto muta in una sirena in loop fino a quando non entrano in gioco basso e batteria, i quali, danno il via ad una nuova improvvisazione in stile free jazz. “Due” ha sonorità funky che fanno da base per le solite, improvvise tessiture in libertà del sassofono. “Tre” è, probabilmente, il pezzo più bello dell’intero lavoro: una chitarra ossessiva in delay si dipana per quasi tutta la durata del brano mentre, il sax, dipinge scenari arabescati e orientaleggianti. “Quattro”, nella forma di una tammuriata jazz che ci catapulta subito nei vicoli di Napoli, è l’unico brano in cui è presente la voce. “Cinque” è noir, cinematografica. Bellissimo il dialogo dei fiati nella sezione centrale del pezzo. “Sei” ha decisamente un piglio post rock mentre “Sette”, che chiude, in definitiva, l’album è un mix, perfetto, tra jazz e soul, tra numerosi patterns di sassofono e grooves di batteria.

Tomasello e Graziano confezionano davvero un album valido, ottimo che, si spera, possa entrare in connessione con quanta più gente possibile perché questa non è solo musica, è arte nel senso più totale. E l’arte è di tutti, non solo per gli intenditori del genere, per i cultori del jazz. Perché le impressioni, le emozioni, le sensazioni momentanee sono di tutti e gli StereoRebus è questo che fanno: regalare impressioni.

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La recensione StereoRebus - Live at Auditorium Novecento Napoli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-09-30 18:15:00

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