Giovanni Battaglino Alla porta dei sogni 2019 - Cantautoriale, Jazz, Folk

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Un album dalle sonorità eleganti e ricercate che producono suggestioni visionarie come i sogni

Oggi cominciamo a raccontarvi “Alle porte dei sogni” partendo dalla copertina, come se fosse l’immagine di una carta di tarocchi da decifrare. Ardua impresa; è complesso indagare il sogno, penetrarne l’essenza immateriale e inconscia. Come suggerisce l’immagine del disco, fermiamoci alle sue porte, pensiamo all’attimo prima di addormentarci, quando lo stato di coscienza sfuma nell’irrazionalità e procediamo all’ascolto. Giovanni Battaglino ci presenta il suo album così, attraverso una manciata di racconti in musica, senza cornice (altrimenti che sogni sarebbero?) che sfumano lungo due piani sequenza differenti ma intrecciati, tra dimensione reale e dimensione onirica. Ne emerge un fluire narrativo che, per questa ragione, sa di straniamento, come il lampo di un flash in piena notte, ma che non interrompe il sonno. Oltre alle storie c’è la musica a nutrire la realtà di sogni: quel folk cantautorale fragile e sognante che decora i pezzi con disegni immaginifici.

Un ensemble di musicisti creano l’articolazione del suono dell’album che sarebbe riduttivo ricondurre ad un genere preciso: “Alle porte dei sogni” è jazz, rock, folk, pop, blues, classico e molto altro. Le atmosfere sono enigmatiche e rarefatte (“Carmine”, “Lanterne magiche”, “Alla porta dei sogni”); ammalianti e sofisticate (“Uva fragola”, “Stella che non brilla”), stralunate e scanzonate (“Giovanni”, “Swing dello scorpione”, “Bossa Nova per una fanciulla in fiore”). Il tema del sogno, chiamato in causa dal titolo, viene svolto perfettamente anche nei numeri più pop (“La donna del fiume”, “Ballare per sempre”) e la forza del tutto rimane nella capacità di seguire un’etica di suoni interessanti, con pacatezza ed eleganza. Per il resto alcune canzoni convincono meno ma non compromettono la coralità del lavoro (“Indenne”, “Madre”).

L’album mette in mostra del talento musicale nella ricerca delle sonorità che, alla fine, restano più accattivanti del songwriting; le suggestioni che produce sono visionarie e sorprendenti, come un viaggio da compiersi alle porte di un sogno.

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La recensione Alla porta dei sogni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-11-22 19:00:03

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