Deva s/t 2005 -

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Non convince proprio questo demo autoprodotto dei Deva, band di Cittadella (Padova) attiva da poco più di un anno. Quattro brani di rock cupo, in cui chitarre dal sapore post-grunge e soffici note di piano si amalgamano discretamente, suggerendo sin da subito un equilibrio tra melodie intimiste e muri di distorsione.

Vorrebbe essere costruttivo, ma invece non convince nè per l'una nè per l'altra sponda. Infatti, se la tirata e vivace "Zero 7", densa di chitarre al punto giusto, non brilla per originalità ma almeno mostra una certa verve per quanto riguarda il sound del gruppo, negli altri episodi a lasciare scettici è soprattutto il piglio vocale. A suo agio nelle strofe, dove rimane latente e cupo, è incapace di esplodere a dovere nei ritornelli nei quali rimane anestetizzato e privo di ogni mordente (un chiaro esempio l'iniziale "Il silenzio di M.").

Le linee melodiche, poi, danno la continua sensazione di già sentito, come ne "La canzone che mi salverà", in cui emergono non solo germi nascosti di cantautorato italiano d'annata (che di per sè non sarebbe di sicuro un male), ma anche echi di certo pop odierno alla Velvet. Il che è tutto un dire. I fraseggi delle chitarre infine non stupiscono di certo, presi come sono nell'ennesima revisione del sound anni '90 aggiornata qua e là con leggeri echi di Muse e simili.

Il lavoro è ancora lungo.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-19 00:00:00

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