Una giornata di pioggia, una tazza di Tè e un disco dei Cure
“Massimiliano nasce come bassista – cantante, nel corso degli anni ha studiato anche altri strumenti (batteria elettronica, chitarra e tastiera) senza per questo avere la presunzione di suonarli dal vivo, ma solo di registrarne le parti tra le mura domestiche. In questo modo è nato l'album che vi propongo.”Precisazione doverosa, Massimiliano Rizzo, in arte The Lovecat, descrive così la genesi del suo primo lavoro ufficiale, Under dark cloud. Seguono consigli sulla fruizione: sarebbe opportuno godersi l’album in una giornata uggiosa sorseggiando una particolare tisana. Menziona una marca precisa. Queste smartbox esperienziali potrebbero essere la nuova frontiera della discografia. CD+tazza+the.
La recensione di quest’album, in effetti, arriva un po’ in ritardo. Meglio così. La situazione coercitivamente casalinga cui siamo tutti - più o meno- costretti in questo periodo di quarantena preventiva (paradossalmente) ben si sposa con l’attitude homemade e con le atmosfere dilatate di Under dark cloud. L’impatto di qualsiasi opera sulla società è inevitabilmente ampliato dal periodo storico e, singolarmente, dallo stato d’animo di ogni individuo. Le canzoni, che spesso si dilungano donando al lavoro un’atmosfera onirica e rilassatamente irrequiete, sembrano seguire il ritmo lento delle infinite giornate costretti a lavorare da casa. L’inglese, forse non dei migliori, e l’impostazione vocale, che potrebbe anche risultare irritante, trovano la loro dimensione coerente all’interno dell’architettura lo-fi del progetto: una one man band che rivisita in chiave elettronica reminescenze glam rock anni 80 e il pop rock dei 90. Come se i Clap Your HandS Say Yeah interpretassero i Cure.
Under dark clouds non è un album perfetto, ma un lavoro malinconico e dolcemente piacevole.
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La recensione Under Dark Clouds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-03-06 15:00:00
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