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Dopo aver annunciato il loro scioglimento, Vipra, Osore e Tremila lasciano ai posteri un testamento/non testamento in musica

C’è una certa voglia di usare qualche termine legato all’escatologia, che come ci ricorda Wikipedia  è quella particolare branchia della teologia che si occupa di indagare il destino ultimo dell’essere umano, di morte, di fine e, perché no, di questo disco. Già perché proprio di fine si è parlato negli ultimi tempi a proposito dei SXRRXWLAND, almeno da quando, come abbiamo scritto qui , il terzetto romano ha annunciato la fine della propria esperienza come gruppo (non è dato da sapersi se per sempre o per un determinato periodo di tempo).

Eppure, dopo qualche settimana da questo annuncio, ecco che ci siamo ritrovati in redazione ad ascoltare, abbastanza rapiti va detto, il loro nuovo lavoro Osso. Osso è  un album che sarà proposto in edizione fisica e al cui interno vi saranno non solo gli ultimi due EP, ma anche tre inediti più uno: Lei ama me, Economia e Commercio, la già celebre Ragazzo Scheletro e Lieto Fine, ghost track disponibile esclusivamente per il supporto fisico (se state pensando ad una specie di collector’s edition alla stregua di un videogioco non è che ci andiate così distanti). 

Ecco che, ancora una volta, i SXRRXWLAND ci sorprendono con un'operazione che, più che ricordare una classica azione commerciale e musicale, allarga i propri orizzonti fino a toccare l’arte o, per meglio dire, la performance artistica. E così, tra la già citata Ragazzo Scheletro che rischia di diventare l’esergo definitivo del gruppo romano e per il fatto che il CD sarà distribuito esclusivamente nelle due date di Danse Macabre (i loro ultimi due concerti) e negli Asian Fake Temporary Store di Roma e Milano, Osso è un album già di culto che si ascolta con un nodo allo stomaco che neppure Alessandro Magno o Ozymandias in persona riuscirebbero a sciogliere.

Meno male in fondo perché, e lo hanno dimostrato negli anni, Vipra, Osore e Tremila non sono mai scesi a patti e compromessi con nessuno, perseguendo la loro personale idea di essere artisti e, proprio per questo, fin dagli esordi li abbiamo sempre trovati affascinanti, oscuri e disperati. Ecco perché ci piace e ci piacerà ballare molte volte, tristoni e derelitti come siamo, in compagnia delle morbide linee di basso di Economia e Commercio (per noi la piccola/grande perla del disco).

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La recensione OSSO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-12-10 09:53:00

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