Gabriele Gentile Carpe Diem 2019 - Cantautoriale, Psichedelia, Alternativo

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Il cantautore romano coglie l’attimo per sfornare un disco esilarante, critico e sperimentale ma non privo di elementi da rivedere

Una esilarante simpatia che si alterna ad uno sguardo critico e pungente, una voce dalla stonatura caratteristica alle prese con interessanti tentativi di sperimentare soluzioni di genere diverso e una visione d’insieme che cerca di impastare il tutto per renderlo in qualche modo coerente: questo è in estrema sintesi “Carpe Diem”, il primo album solista di Gabriele Gentile, poliedrico artista e compositore di colonne sonore.

Gentile propone un complesso mix di buone idee e di talune scivolate in burroni di forzature evitabili, che rendono questo esordio sicuramente encomiabile per la risoluta ricerca di una firma che faccia da trait d’union sonoro tra le variegate (variegatissime!) ispirazioni, benché talvolta tenda un po’ a cadere nei luoghi comuni che circondano l’arte e la società. Diciamo subito comunque che “Carpe Diem” è un disco avvincente, perché è in grado di inchiodarti all’ascolto fino all’ultimo minuto anche solo per vedere cosa il nostro si inventerà, visto che nel momento in cui ci si è convinti di ascoltare un disco di un cantautore indie-pop Gabriele va a sbirciare con curiosità in territori jazz, rock, reggae e addirittura prog, e mentre ci si convince che le sue liriche siano tratte dalle più facili polemiche sulla modernità (i social sono alienanti, i talent fanno schifo, se vuoi essere moderno devi fare trap e tatuarti la faccia, questo mondo è alla deriva, blablabla) ecco che giungono più ponderate e profonde riflessioni sulla vita. D’altra parte la continua sensazione che il nostro forzi un po’ la mano per ammiccare e l’aggravante delle sue discutibili performance vocali tendono a far perdere un po’ il mordente. Probabilmente puntando maggiormente sulla sua peculiare teatralità ed evitando il registro alto che sicuramente non fa per la sua ugola, Gentile potrebbe inserirsi facilmente tra i cantautori “underground” che piacciono anche al “mainstream” (rubando due termini dal suo testo di “Terza via”). Lo scopriremo alla prossima puntata.

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La recensione Carpe Diem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-06-19 18:16:39

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