Luca Bassanese Oggi che il qualunquismo è un’arte mi metto da parte e vivo 2005 - Cantautoriale

Oggi che il qualunquismo è un’arte mi metto da parte e vivo precedente precedente

Come esprimere lo spirito e gli ideali del primo maggio? Di Amnesty International? Di una qualsiasi iniziativa “equo- solidale”? Qualcuno riesce. Indossa nuove vesti e si trasforma in ambasciatore del “socialmente- corretto”. O del “politicamente-indignato” Fra questi il vincitore per la migliore musica nell’ultima edizione del premio Recanati.

Proprio in "Confini", brano premiato, Luca Bassanese canta “lo vuoi capire che il mondo non è solo casa tua?/ e non vi sono emigrati ma solo viandanti/ e non vi sono stranieri ma solo vicini/ non vi sono confini”. E ancora: “non puoi vendere la terra/ sulla quale la gente cammina/ non puoi credere di avere/ qualcosa che non ti appartiene”, “il lavoro è un bisogno/ per vivere non per morire/ e ogni casa è soltanto un luogo/ di riparo nei giorni di pioggia”. Con queste parole l'artista rivendica. Si risente. Reclama. Ma, da buon cosmopolita pacifico, sempre in modo garbato.

Il cd singolo, dal titolo tanto esteso quanto profondo "Oggi che il qualunquismo è un’arte mi metto da parte e vivo le cose a modo mio", si caratterizza per l’allegria e la spensieratezza tipica delle sonorità mediterranee. Sonorità italiche, iberiche e balcaniche. Sonorità derivanti dal contributo della stessa band di Luca, che lo accompagna in tutti i live, i FrontieraSoundSystem, degli SKA-Je di King Naat Veliov & The Kocani Orkestar. La Kocani Orkestar. Quella di Underground di Emir Kusturika. Quella che in Italia si era concessa fino ad ora soltanto a Vinicio Capossela. La stessa band macedone che comparirà in più di un brano dell’album di Bassanese. Probabilmente non per caso. Ma forse proprio per evidenziarne il valore e il merito.

La musica allegra e coinvolgente del singolo accompagna temi sempre e comunque impegnati. Dal più generico dramma riguardante lo sfruttamento selvaggio delle risorse mondiali, fino ad avvenimenti particolari. Con il brano "Il 20 Luglio 2001", infatti, il cantautore rievoca il vertice G8 di Genova e la tragica morte di Carlo Giuliani, evidenziando l’indifferenza e l’aridità del dopo: “Fuori c’è silenzio/ dopo il grande lutto/ ma è solo una notizia tra antipasto e risotto”, “ad ogni battuta un politico s’indigna/ ma tutto rimbalza/ sul muro di gomma”.

A ottobre l’uscita dell’album. Noi lo aspettiamo.

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La recensione Oggi che il qualunquismo è un’arte mi metto da parte e vivo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-18 00:00:00

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