Albino RoeAlbino Roe2020 - Rock, Blues, Alt-country

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"Albino Roe" è l'ep di esordio di un artista con l'alt-folk al posto del sangue

Primo lavoro per Albino Roe il cui ep mescola abilmente alt-country, folk e malinconiche suggestioni blues: una contaminazione di generi diversi in un quadretto paesaggistico di colori e linee panoramiche ben misurate. Il dipinto convince, proteso a raffigurare una visione d’insieme che risplende delle sue tinte e geometrie. L’interpretazione del genere “Americana”, declinato in distese di suoni che dilatano lo spazio, si restringe e si condensa in composizioni più serrate in cui anche il rock è ospite. Il risultato rimane indubbiamente piacevole e godibile. Ascoltiamo.

In ordine, “Canyon” apre il disco e Albino Roe si fa cantore dell’Old West. Ce lo immaginiamo con il cappello in testa e un cavallo a raccontarci dei suoi indiani, cowboy, e pionieri utilizzando suoni di un immaginario eterno: la scoperta di una terra di frontiera tutta da esplorare; “Your time in here” fonde con delicata maestria il banjo, l’armonica, le percussioni per descrivere praterie desolate, orizzonti e tramonti in cui perdersi. “Twisted” arriva con impulsi concitati, arditi, tesi come le misteriose corde dell’animo umano di fronte al pericolo. “Fox walk” è una perfetta colonna strumentale da film messicano indipendente, così come “The handler” e “Doormat blues” illuminano, con lampi di genio, il finale di un’opera dal mantra blues.

In conclusione, senza lasciare di stucco ma senza nemmeno deludere l’ascoltatore, “Albino Roe” è un buon disco e insieme un one-man-band con il folk al posto del sangue.

 

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La recensione Albino Roe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-08-10 00:00:00

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