Michelangelo Vood Rio nero 2020 - Cantautoriale, Pop

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Al gran ballo dei generi Michelangelo Vood insegna l’eleganza del pop

Michelangelo Vood, cantautore pop raffinato, in grado di scrivere storie azzeccate con la fragranza di un giovane adulto, racconta il suo mondo affidandosi a parole facili ma profonde e a sonorità ariose. Le sei tracce di “Rio nero” appaiono come un amante col cuore spezzato che arriva a chiedere il conto per il prezzo elevato della sua sofferenza. Lasciandosi andare ad un romanticismo sghembo, come se l’amore a volte contenesse i germi della sua decadenza, Vood scrive una musica carica di colori che ti mangiano gli occhi, fragile e robusta al tempo stesso. Brillano di luce propria la scrittura limpida, il gusto per la melodia, uno spleen irresistibile all’interno di quadri sonori dalle mille sfumature. Le canzoni, a volte, hanno il sapore del già sentito ma sono eleganti e generose, delicati tramonti in cui perdersi.

Triplete”, per esempio, ha uno stile leggero che unisce personalità e tecnica. Racconta di un amore finito e della voglia di tornare a stare bene: la tenerezza non è un reato ma l’arma più affilata per superare la delusione. Stesso spirito in “Ruggine” che gigioneggia tra malinconia e ricordi. Canzoni concepite in penombra, cariche di consapevolezze e dubbi sono pure “Atollo” e “Van Gogh”, il pezzo forte dell’album graditissimo su Spotify. “Paris” è un marasma di dolcezza a buon mercato e “Le cose belle” chiudono l’album a ricapitolare un patchwork di canzoni pop d’autore.

Se l’amore è un “Rio nero” l’unica salvezza è quella vena dolce e melodica che produce canzoni pop così leggere da essere portate dal vento.

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La recensione Rio nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-14 22:40:00

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