Un disco ambizioso e ben suonato, guidato dall'abile mano di Nik Morini.
A metà tra le favole e gli incubi sta il nuovo disco di Nik Morini, polistrumentista pisano. Il progetto è ciclopico, vi sono coinvolte 14 persone, voci diverse, flauti, vetri infranti e poesie recitate. Non tanto un "chi più ne ha più ne metta", quanto un "vi do tutto quello che posso darvi, col cuore".
Potrebbe essere abbastanza così, ma ascoltando con attenzione le nove tracce di Between fables and nightmares si capisce di avere a che fare con gente che sa suonare davvero bene, e che non ha paura di osare e mescolare elementi, al servizio di una magniloquenza mai eccessiva.
L'inizio, affidato a Lost in the Streets of the World, è un cappello introduttivo di dieci minuti; una piccola suite delicata e sofisticata, cullata da passaggi di chitarra acustica e flauto traverso, nella migliore tradizione prog; due voci, femminile la prima e maschile la seconda, si alternano, negli ultimi due movimenti, aprendo la strada al cuore vero e proprio del disco, dove rimane senza dubbio l'alta qualità, ma il vibe inizia a tendere più verso il pop-rock.
Canzoni dunque scritte bene, poliformi e mutanti, ma non sempre cantate alla perfezione. C'è comunque da dire che reggere il paragone con la qualità della musica non è cosa affatto semplice, e anche da un punto di vista compositivo le parti vocali spiccano meno di tutto il resto. Molto più interessanti e suggestivi invece i piccoli momenti di recital.
Alla fine dell'ascolto si è sicuri di aver appena ascoltato un disco come si deve, con quasi tutti i pezzi al suo posto. Il calderone di strumenti è gestito alla grande da Nik Morini, quasi nel ruolo di direttore d'orchestra. Rimane un dispiacere per la mancanza di incisività del cantato. Ma non per questo vanno fermati i complimenti.
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La recensione Between fables and nightmares di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-07-29 17:19:24
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