Dolore 2020: i sette teschi di Andromeda 2020 - Strumentale, Progressive, Elettronica

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Un disco folle, matto e delirante: amore a prima vista

"Infinita solitudine stellare". Per chi, come noi, ha letteralmente adorato quell'assoluto capolavoro di "Planetes" di Makoto Yukimura (che Panini ha, recentemente, ripubblicato in un magnifico volumone unico), non poteva essere che quella la canzone da cui partire per parlare di un disco folle, matto e delirante e che, ovviamente, ha suscitato in noi amore a prima vista. "2020: i sette teschi di Andromeda" di Dolore è un album, letteralmente, terrificante perché terrifici sono i suoni sperimentali e elettronici che l'artista siciliano ha saputo infondere in questo lavoro. E, badate bene, abbiamo definito terrificante questo disco non in senso negativo, tutto il contrario ma solo per significare che questo sia il sentimento dominante di un'opera che, dal punto di vista squisitamente tecnico, è una bomba.

Raramente infatti negli ultimi tempi abbiamo ascoltato un album tanto rifinito e cesellato in ogni sua parte. Si prenda, ad esempio, la traccia numero dieci "Propagazione infestante". A parte confermare quel senso di terrore che erompe da ogni poro (e se avete giocato, almeno una volta nella vostra, a Dead Space sapete, perfettamente di cosa stiamo parlando), il pezzo in questione certifica come Dolore sia abile, anzi abilissimo nel modulare a proprio piacimento la musica elettronica: in questo senso l'ansia sale naturale in noi e ci si sente davvero in una navicella, perduti nello spazio profondo, e braccati da qualche presenza aliena.

Un disco da ascoltare e riascoltare, magari con i piedi ben piantati a terra e la luce accesa, perché non si sa mai. 

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La recensione 2020: i sette teschi di Andromeda di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-10-31 00:00:00

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