Ghost Track Ghost Track 2020 - Stoner, Hard Rock

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"Ghost Track" è un esordio hard-rock sui generis, vetusto ancora prima di essere composto e incapace di

Non è facile confrontarsi con un genere musicale come l’hard rock, vecchio ormai di oltre mezzo secolo. Per questo, nel momento in cui si decidesse di farlo, sarebbe opportuno farlo con spirito critico e una certa dose di audacia: bisognerebbe avere il coraggio di non limitarsi a riproporre pedissequamente le sonorità che ne hanno determinato il successo decenni fa, ma piuttosto cercare uno spazio per darne una reinterpretazione e una rilettura personale.

Purtroppo tutto questo non succede in “Ghost Track”, album d’esordio dell’omonimo quartetto milanese. Durante la mezz’ora necessaria all’ascolto del disco sembra di ritrovarsi teletrasportati trent’anni indietro nel tempo, e non in senso buono: i brani scorrono uno dopo l’altro senza riuscire a portare una ventata di freschezza alle orecchie dell’ascoltatore, ripresentando sonorità e melodie usate e abusate da almeno due decenni. La sensazione di “già sentito” è pervasiva, e sono pochi i momenti che risaltano: le influenze psichedeliche e stoner in “The Hole” e “Gun Woman”, l’iniziale parte blueseggiante di “Surrender” –probabilmente il momento più interessante del disco, sciaguratamente sacrificato a metà brano in favore di un appesantimento dei suoni non particolarmente necessario. Questi episodi purtroppo non riescono a salvare dalla piattezza un disco che rimane piuttosto anonimo, e che non riesce ad aggiungere un proprio tassello originale ad un genere musicale ormai tanto vasto da richiedere qualcosa di più di una chitarra alta e distorta per poter emergere in esso.

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La recensione Ghost Track di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-11-30 19:24:24

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