Salvatore Altieri Buco Nero 2020 - Cantautoriale, Folk, Acustico

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Un bravo cantautore che si nasconde, con una sua sensibilità e un potenziale da sviluppare

Salvatore Altieri è un bravo cantautore, che si nasconde: nelle copertine, nelle foto e nei video la sua figura non appare mai chiaramente, proprio come nell'album Buco nero la sua voce qua e là sembra timorosa di stare in prima linea. Il disco si apre con Un pezzo di stoffa: la bellezza semplice e diretta della chitarra acustica, a tratti folk e a tratti blues, è sempre benaugurante ma non può reggere da sola un brano di 4 minuti e 40 che a 3 ha già detto tutto, assolo elettrico compreso; nella "forma canzone" la sintesi spesso è una buona soluzione.

Durante l'ascolto delle tracce emerge subito la necessità di evidenziare maggiormente la voce, che tra l'altro sembra avere un timbro particolare e interessante (richiamando a volte Ivan Graziani), e di portarla in primo piano: sussurrare le parole può essere una cifra stilistica ma le cose si dicono oppure si tacciono, non si scappa. Sui testi quindi non si può aggiungere molto perché le parole vanno perlopiù intuite, come nella storia di Anna e nella title-track Buco nero. Nonostante la lunghezza, piccole ripetizioni, qualche ingenuità e il suono del piano che ha un po' un effetto "midi", la ballata Questa Panda fa simpatia e crea empatia in maniera abbastanza naturale: nella vita di molti c'è un'utilitaria, magari la prima auto avuta in giovane età, che ne ha viste di tutti i colori. Qui poi tutto sommato si riesce a capire la maggior parte delle parole, come anche ne Il manuale della vita e in Laurent, un brano che fa un tuffo poetico nel genere "spoken music".

Occhiaie è il pezzo più "indie" della tracklist, mentre in certi punti Ti ho vista cadere rischia di sfiorare la retorica. L'autore casertano ha registrato l'album con passione nel suo Home Studio tra febbraio e giugno 2020, in piena pandemia, occupandosi da solo di chitarre, piano, basso e batterie: tutto questo è davvero ammirevole ma purtroppo probabilmente non basta a valorizzare al meglio la sua sensibilità e il suo potenziale, indubbiamente presente. Per crescere artisticamente, occorre quindi migliorare la realizzazione complessiva, senza paure, rispettando la propria identità e superando quella sensazione di incisione troppo lo-fi e "artigianale", magari con l'aiuto di un produttore.

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La recensione Buco Nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-02 22:26:33

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