Esperienza d'ascolto superiore rispetto al canone attuale: i Bludeepa squarciano quindici anni di silenzio con un disco maturo ed adatto agli avvezzi dell'ascolto.
Attivi dallo scorso millennio, segnando una linea di continuità discografica sempre più rara nel panorama moderno, i Bludeepa sono tornati in studio di registrazione a circa quindici anni dalla loro ultima volta. Il risultato di tale avventura, coadiuvati da Saro Cosentino, è “Tat Tvam Asi”, long play reso disponibile all'ascolto di recente.
Sono undici le tracce che formano questa proposta di inediti: un concept stratificato, che ha bisogno di un certo background ed attenzione ai particolari fin dal titolo, il cui significato a grandi linee è “questo sei tu”; un mantra, una breve manifestazione della chiave di volta che ha spinto a prodigare questo sforzo creativo da ricordare quando le canzoni si avvicendano, alternando tutto quello che di buono può essere classificabile come alternativo. Le influenze dietro questo progetto, data anche la presenza di un produttore che ha lavorato con Massimo Zamboni, Nada e Franco Battiato (credo basti citare “I treni di Tozeur”), sono eterogenee, e se ne produce un'esperienza per l'udito totalmente distante dalle tendenze di questo inizio anni '20: qui le composizioni strumentali ed i testi hanno tempo di maturare, crescere e comunicare, rendendo ogni brano autonomo ed indipendente, ma al tempo stesso legato agli altri da un filo conduttore fatto di coerenza nel registro adottato e nelle strumentazioni scelte.
C'è tanto da scoprire ma, cosa ancora più importante, c'è finalmente un album che non evade tutto il suo potenziale al termine del primo ascolto: i Bludeepa non hanno interesse o pressioni esterne che li portano a dialogare con i compromessi, e possono di gran carriera impostare “Tat Tvam Asi” nel metodo a loro più congeniale.
E va bene così, perché “questo sei tu”, o meglio: questi sono i Bludeepa.
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La recensione Tat Tvam Asi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-17 01:03:00
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