Venus in Disgrace Dancefloor Nostalgia 2021 - New-Wave, Dark, Electro

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Viaggi a-temporali nella darkwave dei Venus in Disgrace: il passato viene ripulito dalla polvere per caratterizzare il presente, dopo venti anni di silenzio discografico.

La musica compie giri immensi ma alla fine ritorna. Quasi sempre.

Esempio felice di come questa forma d'arte non conosca cancellazioni definitive sono i Venus in Disgrace, duo formato da Fabio Babini e Max Varani ufficialmente fondato nella seconda metà degli anni '90; dopo circa due decenni di pausa, eccoli fare ritorno con un nuovo disco intitolato “Dancefloor Nostalgia”, rilasciato su Lost Generation Records.

Il titolo del disco mette a fuoco il concetto attorno cui ruotano le dieci tracce di questa proposta discografica: edificato con una forte (e riconoscibile) matrice darkwave, l'album si apre spazi nei meandri del passato solo per ripulirli dalla polvere accumulata e portarli, lucenti e nel pieno del loro vigore, in questo presente così sgangherato. Naturale, quindi, che in tale discorso di brani inediti, si innesti un sottotesto fatto di citazioni, riferimenti, tributi alle influenze artistiche. È quasi liturgica la “Summer On A Solitary Beach” che riconosce a Franco Battiato (pochi giorni dopo il suo 76° compleanno) la rara e preziosa capacità di risultare fonte d'ispirazione per stanze creative non immediatamente vicine: Venus in Disgrace non si abbandona al mero esercizio di stile attorno la wave più ombrosa, ma espande il proprio confine creativo verso lo shoegaze. In un prodotto discografico che attinge dal dialogo con altri artisti per accrescere la propria linfa vitale, è funzionale la collaborazione con Bez Yorke (che abbiamo recensito in autunno), appartenente alla stessa label del duo romano.

“Dancefloor Nostalgia” è un long play carismatico e identitario, che non si piega a tendenze del momento sviluppando un discorso personale e che sicuramente lascerà buone sensazioni agli appassionati del genere. Da non sottovalutare l'apertura all'italiano coincisa col brano “Strasbourg 1518”: un registro linguistico così diverso rispetto al canone della darkwave potrebbe dare una marcia in più ad un progetto già valido.

Con l'auspicio di non dover attendere ulteriori venti anni.

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La recensione Dancefloor Nostalgia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-02 00:00:00

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