CompilationRolls-Royce2021 - Punk, Electro, Trap

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Undici versioni di Rolls Royce di Achille Lauro. Un progetto delirante.

5 febbraio 2019, palco dell’Ariston di Sanremo, Festival della canzone italiana, irrompe Achille Lauro: il momento è catartico. Rolls Royce, Rolls Royce, voglio una vita così, voglio una fine così,
c’est la vie. Niente sarà più come prima. O forse no, ma fa nulla. Però Rolls Royce spacca, ti mette il fuoco nelle vene come il Biancosarti e ti entra in testa per non uscire più. Ne sa qualcosa Vanni Fabbri, in arte La Tosse Grassa, talmente folgorato dal brano del rapper (rocker?) romano da farne un’ossessione. Fino a progettare un album in combutta con alcuni compagni di merende: Rolls-Royce, undici versioni dello stesso pezzo di Achille Lauro. Già, Rolls-Royce reinterpretato per undici volte da altrettanti musicisti / band. Un progetto delirante.

Ognuno ha portato il proprio contributo alla causa, in modo personale e creativo. La Tosse Grassa, tanto per cominciare, ha ricostruito Rolls-Royce attraverso Ceremony dei New Order e usando brandelli di Master of Puppets dei Metallica. Poi c’è chi ha destrutturato il tutto come Dj Gi@nluk o Ikeafreak, giocando col backmasting o distruggendo il distruggibile a colpi di elettronica feroce. Altri hanno fatto ricorso all’EBM, come i Twin Towers, al punk pestone, ed è il caso dei Glory Hall e dei Cattaleo, se non a una forma canzone confidenziale (i Chio Eqbl) o al synth-pop (Campari Souza). Gli Ego3 hanno invece puntato sullo stravolgimento del testo: al centro della loro versione di Rolls-Royce c’è un prete pedofilo (Voglio una vita così, voglio una Chiesa così), idem per quel che riguarda Saccoccia, chitarra acustica e via a delirare con liriche improntate al no-sense, mentre Maledetta La Papamobile se l’è cavata con qualche nota uscita fuori da un’armonica a bocca.

Non è la prima volta in assoluto che una serie di cover di una singola canzone si concretizza in un album, era già successo con Luka di Suzanne Vega, anni fa uscì un tributo a Satisfaction dei Rolling Stones, e chissà quante altre operazioni simili saranno in circolazione. Rolls-Royce ha dalla sua uno spirito genuino, selvaggio, anarchico e (sia detto con rispetto) cialtrone. Ascoltare per undici volte la versione della stessa canzone è un’esperienza psichedelica, anche perché il minimo comun denominatore del progetto è la follia. Una follia disallineata e geniale. Chissà cosa ne pensa Achille Lauro.

Last but not least, “Rolls-Royce” è uscito per la PDDD network. PDDD è l’acronimo di… beh, cercate in rete…

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La recensione Rolls-Royce di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-29 18:20:00

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