Amerigo Verardi Un Sogno di Maila 2021 - Cantautoriale, Psichedelia, Pop

Un Sogno di Maila precedente precedente

Un sogno di Maila, fascino senza tempo.

Psichedelico, misticheggiante, pantagruelico. Fame di amore cosmico. Mantra, viaggi acidi, sterminati campi di fragole all’orizzonte. Una storia come un’iniziazione. La storia di Maila, dei suoi sogni, del suo percorso emotivo, della propria rinascita segnata da imperscrutabili melodie millenarie. Maila figlia delle stelle che punta l’Everest scorgendo la sua prima luna, che gioca, si diverte, senza mai abbandonare la ricerca di sé, di una coscienza da allargare, da espandere.

Amerigo Verardi tira fuori la carta del concept album. Senza barare. Un sogno di Maila, arrivato a cinque anni dall'immenso Hippie dixit, si palesa con un suono sfarzoso, che si dilata, ricco com’è di riferimenti onirici, di riflessi della mente, di Oriente, di folk spaziale. Il mantra di partenza (Maila mantra) possiede la stessa forza di un manifesto programmatico, ma c’è tanto altro. Come le chitarre affilate di Droghe per il popolino e della title-track, gli omaggi a George Harrison di Amor vincit omnia (dove si citano, non a caso, Claudio Rocchi e Franco Battiato), il quasi beat (bitt?) di Gioco con i maschi gioco con le femmine, La mia amica Stefania, dal calore sudamericano e con la pistola fumante del brit pop sullo sfondo, tra asserzioni per nulla sospette (Tu mi ricordi un’altra vita che ho vissuto, se mi rifletti sfioro il Nirvana).

Nel mezzo di lentezze e fughe, l’ex Allison Run si rifugia tra le braccia accoglienti di numi tutelari come i Pink Floyd, i Beatles imbevuti di sostanze proibite, con lo psych-folk in quota anni ’60-’70 a piazzare la spallata decisiva. Fino a generare un sound incatenato dal sitar, dall’harmonium, dal flauto, nella già menzionata Amor vincit omnia irrompe persino un sax tenore, quanto basta per dare un’idea di quanto Un sogno di Maila viaggi attraverso coordinate non solo immaginifiche ma imprevedibili, che lo rendono un gioiello senza tempo. Quindici canzoni più cinque brevi intermezzi, quasi ottanta minuti di musica di imponente grazia. È ancora presto per pensare alla classifica dei migliori dischi del 2021, ma sarà il caso di cominciare a prendere appunti.

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La recensione Un Sogno di Maila di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-12 21:29:00

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