Raul Manifesto 2021 - Cantautoriale, Pop, Alternativo

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Una scrittura promettente ma acerba, figlia del decennio indie.

È difficile fare il pop nel 2021. È difficilissimo soprattutto se si è un cantautore che nasce nel 2000 e nasce artisticamente nel 2021, dopo un decennio in cui l’indie e l’it.pop hanno definito creato un suono, uno stile di scrittura e un immaginario che prima creato e poi saturato un mercato.

Raul arriva al suo primo disco, Manifesto, mostrando di aver assimilato questi riferimenti, essendoci cresciuto dentro. Suoni giusto un filo più curati rispetto ad una demo, drum machine semplici che sembrano venire dai loop di garageband, ukulele e tastiere lo-fi, rifuggendo anche regole di tempo e di metrica, in nome dell’espressione.

Se la parte musicale esplicita i riferimenti da cui questo disco deriva – Camomilla è figlia di Alfonso di Levante, uscita ormai 7 anni fa, quando l’autore di questo disco aveva 13 anni. Tredici. Vado a piangere di là... – la parte testuale racconta in maniera chiara e spontanea l’inquietudine dei millenial, dove Condizione sufficiente sembra il manifesto, appunto, di questo “qui ed ora”.

C’è un po’ (tantissimo) di Calcutta, qualcosa di Galeffi, con qualche episodio che spicca per originalità, come Slaughtered, il più memorabile dei sette alla prova degli ascolti successivi al primo, o la dolcissima Technicolor: proprio questa canzone insieme alla traccia di chiusura Perfetta Sei sono la prova che la scrittura ancora naturalmente acerba di Raul promette bene, dando però il meglio di sè per narrazione ed onestà quando fugge dagli schemi, ormai stantii, dell’indie. Il tempo di trovare una strada, e questo Manifesto sarà un bel punto di partenza. 

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La recensione Manifesto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-29 16:45:04

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