Armand the Chemist Electroverse 2021 - Sperimentale, Industrial, Elettronica

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Un "cyber disco" che rappresenta il pulsante "Industrial" sulla tastiera dell'elettronica sperimentale

Alcuni walkman degli anni '80 e '90 avevano il tasto "Reverse" che consentiva di passare dal Lato A al Lato B con un click, senza dover prelevare la musicassetta e girarla manualmente: quella funzione rendeva il dispositivo un po' più avanzato degli altri. L'album "Electroverse" del piemontese Armando Mondillo in arte Armand the Chemist, dj, producer e musicista, rappresenta il pulsante "Industrial" sulla tastiera dell'elettronica sperimentale. Il disco, autoprodotto, conclude una trilogia a tema cyberpunk iniziata nel 2019 e propone dieci pezzi strumentali in cui l'autore indossa il camice del chimico e mescola ingredienti sintetici per creare le sue sonorità, dai synth alla drum machine fino al sequencer.

La prima traccia "Energy wheel" gira la chiave d'accensione dell'album, attivando il ritmo del motore elettronico, mentre l'andamento cadenzato di "Magnetic storm" sferza le energie. Con "Mechanical ladies" invece si può immaginare una coreografia di donne robot schierate su un palco virtuale tra luci psichedeliche. Se con "Roboctopus" e "Spare part" l'atmosfera si fa industrial e dark, "Steam roller" riporta la traiettoria del progetto sulla strada del movimento duro e ruvido e "Synthetic Skin" sembra richiamare da vicino il potente universo dei Depeche Mode. Il viaggio dell'opera si chiude con le visioni di "X-vision".

In conclusione, dal punto di vista musicale "Electroverse" è un lavoro che può certamente dare soddisfazione agli amanti dell'elettronica, dell'industrial e del clubbing. Dal punto di vista dell'immaginario di riferimento, l'ambientazione dichiarata del disco è quella di un mondo futuristico, distopico e cyber, influenzato dalla fantascienza e dalla lettura dei libri di William Gibson, George Orwell e Ray Bradbury: forse allora si potrebbe pensare di arricchire la narrazione a corredo delle tracce con qualche elemento "creativo" in più, dai video e visual fino alla presentazione di eventuali storie, trame, personaggi e situazioni; alcuni brani sembrano prestarsi particolarmente ("The eve of robots", "Secret passage"). Dare alle tracce questa ulteriore dimensione "letteraria" potrebbe essere interessante.

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La recensione Electroverse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-22 11:40:37

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