TamburodiLatta TamburoDiLatta 1998 - Rock, Noise, Indie

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I TamburoDiLatta. Come se Milano fosse Bologna, cioè i Massimo Volume. Ma Milano non è una città a misura d'uomo. Milano fa schifo. Non si respira l'aria, quell'aria, che si respira a Bologna. Così anche il gioco dei TamburoDiLatta (assomigliare ai Massimo Volume) riesce a metà. Le (solite) chitarre distorte, le atmosfere (troppo) dilatate e i testi poeticheggianti. Già. I testi. Le parole messe in fila…Senza voler soppesare lo spessore poetico di nessuno quello che salta subito all'occhio è una certa tendenza all'eccesso. Difetto tipico dei ggiovani, probably. Così frasi come “pensieri come cani bruciati/parole come cani bruciati “ o “racconta del giornale macchiato di rosso/ forse era il sangue “ risultano decisamente sopra le righe. Chiaro il desiderio di esprimere il proprio orrorifico sdegno alla realtà con immagini altrettanto forti. E certo si può andare a fondo nello schifo. Metropoli del cazzo. Però. Però ci vuole stile. Se vai sotto ci vai senza il boccaglio per l'ossigeno. Altrimenti il tutto suona costruito.

Due sincere parole di lode vanno invece a : quando non si gioca a stupire a tutti i costi il risultato d'insieme ne guadagna eccome: ”sono sempre gli stessi sguardi/ monotoni/ riflessi all'infinito”.

Stop. Hanno ancora parecchie cose da riadattare i TamburoDiLatta. Accorciare i tempi (capisco che anche chitarra e batteria vogliano la loro manciata di ribalta, ma non è così che ci si ritaglia un proprio giusto e non forzato spazio). Limare le liriche. Trasferirsi anche loro a Bologna (cazzo!). E decidere se essere cloni dei Massimo Volume o in tutto e per tutto i TamburoDiLatta. Io voterei la seconda. Ma si sa come vanno le cose. Vanno come devono andare. Buona fortuna.

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La recensione TamburoDiLatta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-05-28 00:00:00

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