Finaz Cicatrici 2021 - Rock, Folk, Alternativo

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La chitarra di Finaz, storico musicista della Bandabardò, non delude mai e “Cicatrici” è un album di piena maturità artistica e di importanti collaborazioni. Da ascoltare.

Finaz è uno di quegli outsider nei quali ci si imbatte perlustrando il sottobosco musicale italiano. Storico chitarrista della Bandabardò, artista talentuoso al fianco di prestigiosi musicisti, concepisce musica con sentimento appassionato e folclore visionario; da sempre custode, in terra toscana, del fuoco sacro del rock e del folk. Oggi ritorna con un nuovo progetto solista, un album dal titolo “Cicatrici” di cui si capta un’eco distante dalla Babele musicale del consumo di massa e che affascina non appena gli si presta attenzione. Finaz si circonda di ospiti, amici coinvolti umanamente e artisticamente nel progetto, capaci di rendere al meglio le emozioni che permeano le quattordici tracce del disco. Petra Magoni, il texano Alex Ruiz, Sara Piolanti dei Caravan de ville, Giambattista Galli dei Sulutumana, si fanno interpreti creativi dell’attitudine sperimentale e sofisticata di Finaz che, con questo lavoro, raggiunge la piena maturità artistica.

Si tratta di racconti di amore e dolore, storie di sofferenza e speranza, di uomini che riscattano le difficoltà del loro presente, tutto sintetizzando al meglio i linguaggi che Finaz ha imparato nel corso delle molte escursioni artistiche: rock, folk, world music, reggae, blues. La chitarra di “Cicatrici”, unita alla splendida interpretazione di Petra Magoni, apre il disco e ci fa volare per tutto il pezzo; è di nuovo protagonista indiscussa in “Piccola sonata”, decorata sapientemente da effetti e suonata con tools singolari. Stralunata, sospesa e malinconica, la ritroviamo solitaria in “Hotel K” e nella cover “Tu si ‘na cosa grande” di Modugno, di spontanea bellezza, non solo perché reca con sé un bel carico di suggestioni ma soprattutto per il forte legame tra il re-interprete e l’originale. Medesima considerazione a margine di “I want you” di Tom Waits. Finaz prosegue nelle sue sperimentazioni strumentali a fianco di Alex Ruiz e ci elettrizza di blues e reggae (“Heart of stone”, “Just like always”). Interessantissime le sonorità di “Bambaja”, musica dai grandi spazi, tribale, percussiva, stracarica di energia collettiva e di “Follow your mind”, dalla nitidezza melodica. Atmosfere tecno-mediorientali sono in “Marrakech moon” mentre “Dici che non è amore”, con Giambattista Galli, è un canto tenue e delicato. Si ascoltano con godibile attenzione le strumentali “Mozartiana” e “The string theory”.

Cicatrici” è un bel disco, sofisticato e spontaneo, sperimentale e poetico, una visione di musica profonda, aperta sulle ferite del mondo.

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La recensione Cicatrici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-03 17:48:29

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