DELETED SOUL OBLIVION 2021 - Elettronica

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Nove brani di elettronica, dub e house music dagli echi primordiali, con trame morbide e atmosfere malinconiche.

Prendete una cartina geografica e con una matita cercate di disegnare questa tratta: partite da Milano e arrivate a Portland; dall'Oregon vi potete poi spostare verso il centro della mappa e fare una tappa a Brighton e poi a Firenze, prima degli ultimi 13.221 km di matita che vi porteranno a Tokyo. Questo più o meno è il viaggio musicale dei Deleted Soul, collettivo musicale nato da un'idea di Tuzzy, storico produttore di dub music e fondatore di Elastica Records. Un progetto che vede riunire suoni da tutto il mondo, con l'Italia a fare da centro propulsore.

In questo nuovo disco, intitolato Oblivion, il progetto si è allargato e vede la presenza di Mario Tucci, autore dei testi, Pier Paolo Polcari (produttore degli Almamegretta) alle tastiere, Maya Williams (giovane cantante e regista cinematografica), Donald Renda e Riccardo Onori (storica chitarra di Jovanotti) e Andrea Torresani (bassista di Vasco Rossi). Al progetto si uniscono poi anche altri musicisti: percussioni, violini e fiati, che contribuiscono a rendere il sound dei Deleted Soul ancora più stratificato e ricercato. Stavolta nessuna composizione a distanza, ma si registra in uno studio vero e proprio tutti insieme. Questa dovrebbe essere una notizia? Sì, se lo studio è stato ricavato da una grotta  medievale nelle segrete di un casolare immerso nelle campagne del Chianti.

Ne sono venuti fuori nove brani di elettronica sofisticata, caratterizzata da ballad morbide e da atmosfere spesso malinconiche. Gli arrangiamenti si dispiegano su basi dub appoggiate delicatamente su un background di house music, dando origine ad una qualità e ad una densità sonora che si avvicinano al significato di perfezione. L'uomo e la natura si incontrano in uno scorrimento di musica elettronica dagli echi primordiali ma perfetti,  con brani come "Le Mirage Du Passage", "Diamond" e "Catch The Time" a trascinare in un vortice di frequenze dai vaghi richiami trip-hop.

Difficile uscirne indifferenti.

 

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La recensione OBLIVION di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-10-01 12:43:09

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