Laila Al Habash Mystic Motel 2021 - Pop

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Laila Al Habash ha deciso di arredare un motel, per far sprigionare tutta la forza del suo splendido pop

Abbiamo parlato spesso delle formule per fare la musica pop, di quello che ci vuole, degli incastri di elementi di produzione e testi accattivanti, di posture da assumere e via dicendo. Ci siamo riempiti la bocca, e abbiamo soprattutto riempito trafiletti in ogni dove, tra il web e la carta stampata. Poi però arriva Laila e giustamente ci fermiamo tutti a guardare e ad ascoltare, facendo tacere quello scribacchio a tratti insopportabile e saccente.

Perché Laila rispetta tutto quello che si dice riguardo il pop, però in più ha un grande immaginario, una grande personalità, un grande modo di essere artista. Una bella rarità. Per il suo primo Lp ha deciso di fare le cose abbastanza in grande. Ha dato vita ad un luogo, circoscrivendo la sua musica in un insieme di tappezzerie e luci che si assomiglino, in modo tale che non ci si perda. Siamo nel Mystic Motel, e per pernottare serve solo essere un po’ più empatici del solito, e capire quanto alle volte l'amarezza sia splendida.

Col cuore aperto e poche chiacchiere le canzoni di Laila Al Habash riescono a colpire tutti i tasti necessari per lasciare una traccia di cui ci si accorge col tempo. Una formula molto particolare, che non si ficca nel cervello al primo ascolto, ma che a lungo andare costringe il nostro battito cardiaco a seguire i bpm delle tracce. Il Mystic Motel va esplorato con la giusta attenzione, con la voglia di prendersi cura di ogni angolo arredato con il gusto raffinatissimo della regina dell’astrologia della nostra musica. Dietro una porta troviamo due citazioni dei Baustelle, dalla stanza 106 proviene la voce sorniona di Coez – un piacevole ritorno −, mentre guardando bene sotto il divano della 102 si riesce a scovare una foto incorniciata di una madre, con una frase ricordo scritta a penna sul retro.

Il bello di questo disco è che sembra tutto fuorché un esordio. Pare già di conoscere già tutte le tracce, ma il fatto è che conosciamo bene l’autrice e tutto l’immaginario che si è pazientemente costruita intorno. Dietro l’eleganza à la Serge Gainsbourg e il timbro caldo della sua voce Laila deposita le proprie storie, disarmanti proprio perché estremamente semplici, leggibili da ogni punto di vista. Possono sembrare solo racconti, oppure confessioni irrinunciabili. Ed è per questo che durante l’ascolto di Oracolo la pelle d’oca e le lacrime non si fanno mai aspettare, e immediatamente dopo Ponza sembra il trailer di un film fatto di sole, rabbia e amore.

Per questi cambi anche repentini di intensità emotiva Mystic Motel va imparato a memoria senza troppe remore, assecondandone l'andamento come si fa con l'influenza degli astri, e soprattutto senza paura di notare i suoi difetti – qualche ripetizione nella seconda parte –, che sono parte di una visione del mondo, per forza di cose parziale e appassionata. Laila Al Habash è un sagittario che dopo aver collezionato le sue crisi è pronta a prendersi tutte le dovute soddisfazioni di un grande lavoro fatto. In questo momento è il Sole nel mazzo di tarocchi della musica italiana. Per quanto ci riguarda l'unico dispiacere potrebbe venire nel momento in cui ci si accorgesse che questo motel non esiste per davvero. Tuttavia è un luogo che seppur immaginario, è custodito nel cuore della persona giusta, e questo rasserena. Possiamo tornare a cantare con noncuranza, per poi accorgerci all'improvviso di uh nostrano tremolio alla voce, ancora una volta.

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La recensione Mystic Motel di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-11-09 16:24:00

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