DeaR Out of Africa 2021 - Indie

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Uno scrigno pieno di strani oggetti misteriosi nel mezzo del deserto africano. Aprirlo significa sprigionarne la potenza e la magia. Vale la pena di rischiare!

Out of Africa è l'ultimo lavoro di DeaR (Davide Riccio), artista di lunghissimo corso, sperimentatore e curioso dalle mille esperienze musicali ed editoriali.

Si tratta di una raccolta di diciannove brani riconducibili ad uno stile indie di respiro internazionale. Testi in inglese, batteria, basso, synth, tastiere, chitarre e una valanga di percussioni. Questo album vive di grandi onde dinamiche che vanno dal rock all'elettronica, passando per brani che sono poco più che intermezzi percussivi utili per resettare l'orecchio e ricominciare il giro.

Si passa da canzoni di chiara ispirazione indie come Halfaway to you, passando attraverso canti quasi da rituale tribale come Go back and get it (Sankofa), fino a sfiorare sonorità alla Depeche Mode come in I am from Babylon, tutte accomunate da una pulsazione ritmica che schiaccia l'occhio alla lingua e alla musica africana.

Risulta molto complicato ridurre questo viaggio musicale ad un'etichetta di genere, perché c'è dentro una ricerca trasversale che parte dalla musica tribale, si fa strada nella storia del rock internazionale, varca i confini dell'elettronica con una grande cura per i suoni e le texture ambientali e sfocia nell'indie contemporaneo.

Al livello strettamente musicale basso e batteria sono sorprendentemente messi in secondo piano rispetto alla quantità e all'importanza delle percussioni. La somma di questi tre elementi rende tutto l'album pulsante e potente, con una doppia tendenza: ora si oscilla verso un percussionismo viscerale, ora si rotola verso una ricerca elettronica che si serve di figure ritmiche e suoni mai banali.

Capitolo a parte per la voce che trascina tutto e, nonostante il suo ruolo da protagonista, riesce ad armonizzarsi all'insieme e a diventare uno strumento riconoscibile ed imprescindibile di questa particolarissima orchestra. raddoppi d'ottava come più utilizzata forma di armonizzazione, servono a dare tridimensionalità ai brani.

In conclusione Out of Africa è la summa di una grande quantità di elementi, di studi e sperimentazioni per cui è davvero difficile riassumerne la reale matrice e la direzione finale. Si tratta di un lavoro figlio di una grande curiosità e freschezza mentale nell'incastrare armonie, melodie e suggestioni ambientali. L'ascolto è fluido e l'attenzione viene mantenuta alta dai continui cambi di fronte musicale. La produzione restituisce all'orecchio un ascolto molto naturale e senza inciampi uditivi.

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La recensione Out of Africa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-23 19:01:31

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