Ibisco NOWHERE EMILIA 2022 - Cantautoriale, New-Wave, Elettronica

Disco della settimana NOWHERE EMILIA precedente precedente

L’oscurità sembra attualmente l’unica via possibile della musica di Ibisco, e questa necessità la rende credibile e incredibilmente bella

Ci chiedevamo quando sarebbe arrivato, a furia di ascoltarlo cantare dal vivo, in formato acustico, o con gli schizzi elettronici improvvisi e inaspettati che infuocano la sua Ragazzi. Finalmente è arrivato il primo disco di Ibisco, Filippo Giglio, un curioso esempio di coerenza formale tra volto e voce. Quel mezzo broncio quasi intristito è la faccia perfetta per identificare un canto che definire solo malinconico è riduttivo e generalista.

Innanzi tutto Ibisco è il cantore di cui Bologna aveva bisogno. La città emiliana, capitale dei fuorisede nullafacenti, la grassa e ormai rossa solo di spritz ha raggiunto un livello di saturazione narrativa. Bologna è bella, Bologna è poetica eccetera eccetera. Tutto vero, ma proviamo a schiodarci dai discorsi univoci e patinati d’amori dannati degli ultimi anni, alzando solamente lo sguardo sulla nebbia, dandole una voce.

Nowhere Emilia parla di Bologna e i suoi dintorni, non personifica la città e non accentra il racconto intorno a lei. Vive della forza e dell’inconsapevolezza del suo autore, che non ha fatto un disco omaggio al lato dark del post-punk. L’oscurità sembra attualmente l’unica via possibile della musica di Ibisco, e questa necessità la rende credibile e incredibilmente bella. Avrebbe potuto cantare su registri bassi, cercando atmosfere già note nel genere, e avrebbe comunque riscosso successo. E invece ci ha messo il suo timbro, lavorando su ottave alte, provocando inquietudine fastidiosa, e a tratti lacerante.

Tutte le tracce di Nowhere Emilia sono filtrate severamente, private di ogni colore, e raggiungono un bianco e nero che cede alle mode del cinema d’autore dell’Est Europa. La provincia di Bologna è la Polonia, sconfinata e dai ricordi sovietici. E non a caso viene citata la Bolognina, il luogo della disfatta del comunismo italiano, dove stanno “stracci rossi”. Questi dettagli, le tangenziali trasfigurate in spalle, le ombre che vengono disegnate con cura a tratti di carboncino, sono avvisaglie della nascita di un potenziale grande autore, che sta usando bene le tracce sul suo percorso, ma che all’apice del pathos sgancia una cassa dritta, che si fa attendere al giro successivo, mentre risuona sulle pareti di un club il motto “con la gioia che il mondo finirà”.

Col suo disco d'esordio Ibisco ha messo tutto in chiaro, una mano sull'accendino e l'altra in tasca, perché si gela. Il caldo viene stranamente da queste dieci tracce, dei veri e propri sbalzi termici, e dalla voce di Enula nella sua splendida incursione in B. Costa fatica cantare queste canzoni, con la bocca avvinghiata nella coltre di fumo delle pianure. Immersi nelle varie declinazioni di questo cantautorato che sa schermarsi di suoni acustici ed elettronici, ma che vive della forza e delle paure del suo autore.

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La recensione NOWHERE EMILIA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-01-14 01:56:00

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