Miranda Rectal exploration 2006 - Psichedelia, Noise, Post-Rock

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I Miranda. Il loro ultimo cd è stato registrato nel 2005 e si chiama “Rectal Exploration”. Esplorazione rettale. Noise straziante che s’insinua a spirale e perseguita dal buco della serratura rovesciando preghiere e suppliche.

Crescendi e improvvise aperture senza struttura guidano il progressivo inghiottimento in una dimensione viscerale. Come collezionare ampolle di una lunghissima jam in cui orli di blues sbilenco imboccano canali di noise e rumori. Sciabolate, frustrate e sciamanesimo. Le spalle coperte da un basso d’approccio più melodico-sperimentale (vedi Slint). Gli ingranaggi della chitarra girano in ogni senso senza soluzione di pace. Orario, antiorario, zoom avanti e indietro, in un moto vorticoso disarmante. Quello dell’intestino.

Non a caso, in “Rectal exploration of loveless triangles” recitano le parole: "Is in me or is in you? Inside my ass or inside your brain?" (Dentro il mio intestino o dentro il tuo cervello?). Cervello e intestino sono esteticamente simili e polposi. E viene facile intuire un collegamento tra i due organi, ma… le emozioni da dove partono e dove si provano? I Miranda pongono un bel grattacapo. Che genera un sacco di pensieri, che se accompagnato dalla loro musica distorta e beffarda mi fà impazzire. Uno spacco di cervello e d’inconscio, con le vocine che brulicano, convulse e strascicate, ha-ha vedi no-wave o vagito-style vedi Amedeo Pace o soffiate/aspirate o cartoon-demenziali. La voce principale di Giuseppe Caputo e quella additional di Marco Vanucci. Bolle oliose e sdrucciolevoli che scoppiano blurp dentro di te e si distribuiscono a miccetta fino a coinvolgere l’intero intestino in spirali di false partenze. Oppure contrazioni sanguignee che spingono sempre più in basso, incontrollabilmente e a fondo, con la batteria che ti prende in contropiede, che è un respirare di battiti di persona con asma, facili tachicardie, e spirito contrario e disarmante. Uno sbaraglio totale ma non inaccessibile anzi di completa comunicatività. Tranne qualche pezzo dalle componenti psichedeliche destrutturanti che gira un po’ a vuoto e credi d’essere alla canzone precedente se solo non fosse per un distinguo di toni di voce e sovrarumori.

“Rectal Exploration” è il rumore alienante che io vorrei sempre avere con me, sempre acceso nella borsa, una specie di grillo dell’incoscienza (inconscio?) che suggerisce la follia/dissoluzione, ma soprattutto un magnifico noise che sembra coprire tutto lo spazio del suono disponibile. Mi lascerò stravolgere e deformare senza resistenze. Piacere Miranda.

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La recensione Rectal exploration di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-10-30 00:00:00

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