Velouria Velouria 1999 - Rock

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Il nome Velouria è ispirato da un brano dei Pixies: buon inizio già questo. Il combo ferrarese attivo da un paio d’anni, i cui membri provenivano già da esperienze in piccole band locali (ricordo gli LTD), ci presenta 4 brani, ispirati da certo sound d’Albione ma cantato in italiano, fra new wave e brit pop, come giustamente suggeriscono. Registrazione casalinga effettuata su multitraccia digitale a 8 piste di livello sbalorditivo: non finirò mai di stupirmi dell’eccellente livello tecnico delle registrazioni casalinghe che mi pervengono, non va dimenticato che si tratta di “demotape”, di cassette o cd-r dimostrativi e NON di mega produzioni major.

Si inizia con “Tenue”, con coretto alla Smashing Pumpkins nella strofa ma soprattutto con un avvio chitarristico assolutamente degno di nota, purtroppo non più ripreso nel resto della canzone, che si sposta poi più marcatamente verso il pop inglese, ma non quello ruffiano e commerciale (Oasis), piuttosto quello intelligente, alternativo o pseudo-tale di Blur o Suede. “Dentro me” rimanda ai Manic Street Preachers, “Perso nel vento” è davvero un potenziale singolo, peccato sia così veloce, o forse è solo il drumming eccessivamente presente nella strofa: sta di fatto che è una gran bella canzone, con una splendida melodia e un lavoro di chitarre da far strippare tutti gli appassionati di pop guitar-oriented.

In chiusura “Sempre poco”, più lenta delle precedenti, rende comunque l’idea dello stile della band, che probabilmente dal vivo farebbe meglio a dotarsi di un secondo chitarrista, per una migliore resa e perché non vadano perduti questi intrecci e per trovarne altri ancora: la strada intrapresa è certamente quella buona. Speriamo sia foriera di soddisfazioni, ve ne sarebbero tutti i meriti.

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La recensione Velouria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-05-01 00:00:00

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