Compilation Gathered 2007 - New-Wave, Punk-funk

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La natura delle pietre miliari è segnare gli spazi, definire le distanze. In questo senso, “Gathered”, prima compilation post-punk italiana, è una pietra miliare. Sbreccata, certo, con tutti gl’impietosi segni del tempo in bella evidenza. Ma è indubitabile che segna un “prima” e un “dopo”, pur non contenendo capolavori memorabili. È il certificato di nascita della new wave italiana, messo su vinile collettivo (e oggi ristampato su cd) a testimoniare l’esistenza di una scena e di un movimento, sottraendo le bands alla frammentarietà dei mille demo/dischi autoprodotti, puntualmente ignorati dai mass media. Uscita per merito della Electric Eye di Claudio Sorge, e quindi in sostanza grazie all’attenzione appassionata di Rockerilla, che fu la rivista (allora fanza) che forse più di tutte si distinse nella sua battaglia per il Nuovo! Rock! Italiano!, come strillava il titolo d’un libro d’anni fa, ne fotografa lo stato dell’arte.

Con quattro anni di ritardo rispetto al modello prevalente, quello del post punk inglese, la nuova onda rock si diffondeva anche nelle cantine italiane, tramontato il punk 77 nella sua versione nostrana. Nelle classifiche italiane dominavano melodica sanremese, cantautori barbuti e prog rockers capelluti, certo, ma non solo. Il post punk veleggiava fiero a colpi di numeri uno ottenuti da coloro che ne avevano saputo offrire una versione adatta alle masse: Franco Battiato (a dispetto delle sue affermazioni), Alberto Camerini, Ivan Cattaneo e Matia Bazar (oggi non ci si crede, ma allora erano tutt’altro gruppo), per dirne un tot. Tutta gente che però aveva due difetti, agli occhi delle band qui collezionate: erano tutti ex hippie convertiti, cantavano in italiano, erano venuti a patti con la tradizione italiana, creando un ibrido nuovo e personale, ma per questo ritenuto commerciale e meno moderno. Da qui, la scelta dell’inglese. Cosa che limiterà non poco queste band, ignorate dai canali ufficiali in un momento in cui ancora non s’erano chiusi. Alcune di loro, dopo anni di underground, arriveranno a far capolino in tv (Not Moving, tra i presenti; Frigidaire Tango, tra gli assenti), ma, tra inglese rifiutato dal pubblico se usato dagli italiani, e raggiunta fine corsa della propria esperienza, non ci cavarono nulla. E poi, lo stesso underground (si diceva così, allora, mica “indie”), stava evolvendo in fretta verso l’italiano: Litfiba, Diaframma, Cccp premevano alle porte. Ma arriveranno che le porte dei mass media s’erano chiuse.

Rimane questa graziosa foto d’epoca, che vede predominare in modo quasi totale l’influenza inglese su quella americana (i Gun Club via Not Moving; una spruzzata di Wall of Voodoo però misto Soft Cell per i Dirty Actions), l’esempio dei Joy Division misto al punk funk degli A Certin ratio, un’idea di musica sofisticata ed intellettuale (come era la new wave) e testimonia il ritardo della scena italiana rispetto ai modelli. Non era possibile fare di più: senza myspace, con radio e tv che non passavano la nuova roba anglosassone, ogni disco era un raggio di luce che miracolosamente squarciava le tenebre. Paradossalmente, come vuole la legge di Bangs sulle periferie rock, gli unici che si trovano ad essere “avanti” sono i più retrò, i metallari Death SS, con il loro horror rock figlio dei 70 e di Screaming Lord Sutch, la cui oscurità li faceva accomunare alla nascente scena gothic Uk (solo da noi la chiamavano dark): nata nel 79, a fine 81 s’era imposta nella bianca Albione. E i suoi campioni non erano i Joy Division, ma Bauhaus, Southern Death Cult e Sisters of Mercy: tutte band pesantemente indebitate con la tradizione. “Gathered” è una bella testimonianza delle origini, del momento in cui il rock italiano tagliò i ponti con la lunga tradizione beat e poi hippie slanciandosi verso il futuro e radendone al suolo i monumenti. Qui stanno i semi: i frutti del raccolto verranno dopo. E anche se di questi antichi ci siamo dimenticati tutti, qui stanno ancora le nostre radici.

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La recensione Gathered di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-24 00:00:00

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