Rohmer Rohmer 2008 - Post-Rock

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Se avete intenzione di ascoltare questo disco con la televisione accesa sintonizzata su Studio Sport o mentre vostra madre sta in cucina intenta a districarsi tra padelle e piattini vari, vi consiglio di tirare fuori il cd dal vostro lettore e rimandare il suo ascolto di qualche ora. E' consigliabile trovare il momento giusto per poterlo vivere pienamente anche se questo comporta uno slittamento di tempo. Sembrerà banale, ma questo è il classico album da ascoltare nella propria camera prima di andare a dormire, quando tutta la città tace e magari fuori c'è solamente il suono di una pioggia fitta che bussa pedissequamente alla propria finestra.

Questo primo album dei Rohmer ha un'infinità di sfumature che non basterebbe un repeat infinito per poterle coglierle tutte. Una musica prevalentemente strumentale fatta per chi ama le emozioni e non molto per chi spera di trovarci tecnicismi eccessivi. Musica che può trovare posto nel prog, nel post-rock, ma forse il luogo in cui questa band si sente più a suo agio è in un minimalismo ambient che sa accogliere con sé le gradazioni di numerosi altri generi. Il nome che viene da associargli sono i No-Man, il progetto di Steven Wilson dei Porcupine Tree e Tim Bowness, per la loro predilezione alle atmosfere dilatate e appassionanti.

La complessità di questo progetto si può scorgere già leggendo i numerosi strumenti utilizzati dai quattro interpreti e dal loro desiderio di coinvolgere svariati ospiti che hanno il merito di saper aggiungere sfumature necessarie per rendere il lavoro completo e altamente espressivo. L'ora di musica che viene elegantemente servita è alternanza di rumori, di suoni di pianoforti e trombe che sembrano provenire dall'aldilà, di parti recitate con delay e riverberi che spiazzano e sconvolgono. "Ihz": 12 minuti di pura raffinatezza, con assoli struggenti di tromba nella prima parte a cui seguono tasti alti di un pianoforte che ti spezza le orecchie e percussioni che sembrano andare per una loro personalissima strada in cui l'improvvisazione la fa da padrona. "V. (moda reale)" sembra essere un'isola immacolata all'interno di un oceano cristallino, è l'unica traccia cantata, una melodia vocale che ricorda le ballad dei maestri King Crimson, nata per poter regalare all'ascoltatore tre minuti di poesia e malinconia purissima.

Ci si ritrova stesi sul letto con il walkman spento, con l'orologio che sembra essere andato improvvisamente un'ora avanti senza che ce ne accorgessimo, e con tanta voglia di aspettare la notte che verrà per poter rivivere le emozioni appena assaporate.

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La recensione Rohmer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-20 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • ilariabu 15 anni fa Rispondi

    bellissime le canzoni in francese

  • magnificaossessione 15 anni fa Rispondi

    L'ami de mon amie!

  • rohmer 15 anni fa Rispondi

    grazie a tutti, di cuore!
    fabio :)


    (Messaggio editato da rohmer il 20/01/2009 14:27:15)

  • eloisa 15 anni fa Rispondi

    un gran bel disco davvero!