Miraspinosa Duel 2000 - Trip-Hop, Pop, Elettronica

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Sono trascorsi tre anni dalla pubblicazione dell’album "Aghàr piàr milegha" che segnò un interessante debutto discografico per il duo padovano dei Miraspinosa al secolo Filippo D’Este e Mirka Valente. Ma soprattutto sono stati tre anni di attese, di concerti in giro per l’Italia, di riflessioni, il cambio dell’etichetta discografica e, non di meno, ispirazioni per un nuovo disco. Ed è proprio da "Duel" che i Miraspinosa hanno scelto di ricominciare a far quadrato per far parlare nuovamente la loro musica ma soprattutto per riallacciare la trama intessuta con il loro disco d’esordio ben accolto dalla critica del settore regalandoci nuove originali architetture elettroniche musicali, ora esplosive, ora delicatissime, grazie anche alle splendide “acrobazie” vocali di Mirka Valente.

E se da una parte hanno scelto di abbandonare le originali escursioni linguistiche del primo lavoro (italiano, francese, inglese, hindy) per un binomio meno impegnativo italiano-inglese, il risultato è comunque quello di trovarci fra le mani un album tutto sommato godibile e con una identità sonora ben definita. In effetti, anche se possibili influenze sembrano arrivare da oltremanica con reminiscenze alla Sinead O’Connor, i Miraspinosa dimostrano di avere ormai radici proprie su cui fare affidamento. Se nei testi delle prime cinque tracce “Fallen”, “Overflow”, “Peregrinare”, “Insane” e “Distanze” (senz’altro la più godibile), prevale una certa dose di oscurità e di pessimismo, altrettanto non può essere affermato per le rimanenti “A little dream”, “Va tutto bene”, “Mantras”, “Waves”, “Plenilunio” e “Buonanotte” dove il barlume di positività esistenziale si fa più accentuato. E’ una fessura, questa, che scinde l’album in due momenti ben definiti, ma non lasciatevi impressionare da ciò; molto probabilmente deriva da un’azione di coerenza del gruppo che ha saputo crescere con le proprie difficoltà incontrate durante questi anni. I Miraspinosa, hanno scelto la strada dell’autoproduzione, visto che i rapporti con Sonica, la loro vecchia casa discografica, sono diventati via via sempre più difficili. Proprio per questo non si sono persi d’animo e con questo lavoro hanno dimostrato di aver fiducia nei propri mezzi.

Così, invece di costruire un’identità artistica autoctona ben definita, il mondo discografico nazionale sembra, invece, aver preso una piega diametralmente opposta - giusto per bagnare le polveri di tanta gioventù che, magari pur avendone le capacità, non ha i mezzi necessari per riuscire ad emergere dalle fumose cantine di provincia. E’ sempre la solita minestra che a malincuore ci tocca mandar giù, cioè quella di discografici propensi solo ‘a far bottino per sé’ più che a sviluppare una cultura musicale degna di chiamarsi tale.

In ogni caso “Duel” rimane un album che va ascoltato e vissuto con attenzione ma soprattutto con la voglia di addentrarsi nei labirinti della malinconia e della solitudine che pervadono i suoi testi. I Miraspinosa hanno avuto coraggio a compiere questa scelta ma sicuramente questo sforzo prima o poi gli verrà riconosciuto. Intanto lasciate che sia la loro musica a parlarvi con le sue note.

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La recensione Duel di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-11-15 00:00:00

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