Arriva una nuova legge anti-Internet?

Leggendo i titoli dei giornali, non ci sarebbe granché da preoccuparsi. Visto l'immobilismo del governo, pare remota l'ipotesi che un nuovo disegno di legge sul controllo dei contenuti su Internet possa vedere la luce della Gazzetta Ufficiale.

Ad ogni modo, il disegno di legge c'è e porta le firme di Santo Versace (in foto) ed Elena Centemero, entrambi in forza al Pdl. Come sempre accaduto in Italia, si tratta di una proposta che cerca di rendere più problematica la presenza su Internet.

Se già la famigerata delibera AGCOM (vedi: goo.gl/WuSWo) sembrava prefigurare un futuro fosco e decisamente più chiuso per la rete, in questo caso si va oltre. Il disegno di legge vorrebbe affidare ai provider il compito di eliminare contenuti giudicati illegali o dannosi. Fin qui tutto normale, se non fosse che l'eliminazione dovrebbe avvenire semplicemente in seguito a una segnalazione da parte di chi ritiene di essere parte lesa. Ovvero, niente più passaggio dal magistrato: prima si cancella, poi, in caso, si valuta. Con la postilla che il provider potrebbe non limitarsi alla cancellazione del contenuto, dovendosi spingere fino al blocco di Internet per l'utente.

Facendo un parallelo, sarebbe come se la Società Autostrade dovesse intervenire in prima persona su chi ha causato un incidente, vietando al guidatore di entrare sulle proprie autostrade o sequestrandogli direttamente l'automobile.

Come detto, in questa situazione politica è difficile che ci siano spazi e tempi perché un disegno di legge possa compiere per intero il proprio iter. Trattasi, però, di magra consolazione: ciò che conta è che - ancora una volta - dalla classe politica arrivi l'ennesima proposta di chiusura.

Per info:
goo.gl/FEL6p

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L'articolo Arriva una nuova legge anti-Internet? di Redazione è apparso su Rockit.it il 2011-09-21 00:00:00

Tag: legge

COMMENTI (19)

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  • cesareparmiggiani 13 anni fa Rispondi

    Nel senso che di dischi non se ne vendono e si fa una fatica boia a far concerti :?(brutta roba che per sti 18 il termine disco sia desueto)



    Si è vero, non ci sono scadenze temporali per pubblicare un disco... ma è vero che è un casino registrarne uno (questione di tempo e soldi).



    Quantità e qualità, come sappiamo, spesso non coincidono.


  • faustiko 13 anni fa Rispondi

    La tendenza si sta invertendo... per fortuna (senza contare che oggi la parola "disco" per un 18enne é un termine desueto...)


    non vedo perché ci debbano essere queste cadenze temporali...


    Ricorda che in questo "processo" il fattore internet ha favorito l'inversione di questa tendenza (anche se nel dettaglio la tua visione non coincide sempre con la mia...).



  • acty 13 anni fa Rispondi

    devo essere sincero: è un argomento noioso, vecchio, lagnoso che vorrei darei per scontato e guardare avanti. non è un atteggiamento simpatico, lo capisco, ma proprio non c'ho voglia di argomentare ancora di peer-to-peer, futuro della discografia, mp3...



  • fujikorockit 13 anni fa Rispondi

    ahaha, grande Briscola, ti celi dietro un nickname per arrivare all'insulto. e perdi l'occasione di partecipare ad un dibattito, per me interessante.

    sono certo che non mi conosci, altrimenti non faresti riferimento alle mie attività, sia discografiche che politiche, in questi termini.
    Non perdo neanche tempo a spiegartele... ho proprio l'impressione che non ne valga la pena.

    per acty, già in un altro post ci siamo confrontati sul tema, ma sinceramente mi continui a sostenere una tesi senza argomentarla. L'impressione che ho, di approccio a questo argomento, di rockit l'ho spiegata piu' volte. se vorrai spiegarmi la tua ne saro' felice...

  • briscola 13 anni fa Rispondi

    Diciamo che ci hai provato a mangiare (sulla) musica e non ti è andata bene
    Coraggio magari riesci a reinventarti come portaborse di qualche politico, ti vedo bene




  • acty 13 anni fa Rispondi

    vero



    falso

  • cesareparmiggiani 13 anni fa Rispondi

    Pienamente d'accordo. Perchè si parla tanto di evoluzione musicale su internet quando invece è solo un'involuzione come i contratti di collaborazione e il precariato.

    E bisogna smetterla con sta PALLA che si guadagna a fare i concerti. Se non ti fai un nome di concerti non ne fai, e il nome come te lo fai se non inizi a suonare? Suoni davanti a tre persone e con il cazzo che ti pagano.

    Chi fa certi discorsi è davvero fuori dal mondo.

  • ciccioformaggio 13 anni fa Rispondi

    Capisco il tuo fastidio e che sia difficile arrendersi ma come ho scritto prima credo veramente che sia una questione di "natura" intesa come istinto globale dell'uomo a fare cambiamenti per "evolvere" in qualche modo probabilmente migliore.
    Credo che non sia un caso che tutto questo coincida con l'inizio della fine del sistema economico occidentale come lo abbiamo conosciuto fino adesso.

  • fujikorockit 13 anni fa Rispondi

    se non vendi dischi non fai concerti. se non fai concerti non guadagni soldi e quindi non puoi fare l'artista di professione. se non fai l'artista di professione non puoi dedicare il tuo tempo a produrre al meglio la tua arte, non potrai pubblicare dischi ogni 2 anni, ma lo farai ogni 5. sarai costretto a realizzarli con pochi soldi a scapito della qualità e perderai ascoltatori perchè i tuoi dischi non saranno di qualità. se questo meccanismo lo moltiplichi su tutta la produzione musicale italiana (e non solo) vedrai che va a finire che alla gente, della musica, non fregherà sempre di più un cazzo. il pubblico si autoridimensionerà, andrà sempre meno gente ai concerti e il meccanismo implode.

    l'ho scritto al futuro, ma è gia' presente.
    e io me ne sbatto delle potenzialità della rete se questo è il risultato in campo discografico.
    Sono convinto che la rete sia ormai indispensabile, ma non capisco proprio perchè non si debbano riconoscere i diritti di chi produce musica a scapito della libertà di condivisione.

  • ciccioformaggio 13 anni fa Rispondi

    Io non ho detto che si sta meglio adesso o che sono contento che i musicisti debbano sudare sette camicie, ho semplicemente descritto la realtà delle cose, non vederla o prevederla è da "ottusi".
    Attualmente la maggiorparte dei "nuovi" musicisti non si guadagna da vivere con i diritti d'autore o con la vendita dei cd o dei download ma con altro, principalmente i live.
    Volente o nolente la realtà è questa. Non ci sarà legge che farà tornare indietro la lancetta dell'orologio.