Afterhours - Milano, Navigli, 04-02-2009

Seconda ed ultima parte dell'intervista fiume (qui la prima) con Manuel Agnelli a proposito della loro partecipazione a Sanremo. L'argomento non sarà solo la kermesse canora, ma anche il progetto discografico collegato, i dissidi avvenuti con le major dopo il divorzio con la Mescal e alcune rivelazioni...



Da dove nasce l'idea della compilation?
É un modalità inedita - e credo anche divertente - per sfruttare Sanremo... perché quello che noi vogliamo fare all'Ariston è una cosa che nessuno ha come obiettivo: andiamo a divertirci, che è una cosa che non senti dire a nessuno! Sarà durissima divertirsi, però noi ci proviamo. In realtà vogliamo tirar fuori un bel po' di progetti divertenti che con la major non sarebbero stati possibili perché hanno l'abc da seguire e devi seguire quello. E la compilation è uno di questi progetti. Sfruttare la nostra presenza lì per attirare comunque l'attenzione, non tanto sui singoli gruppi anche se il disco è molto bello... e credimi è veramente un bel disco tanto che io non la considero una compilation.

Sì, ci credo... anche solo per il fatto che la stragrande maggioranza di quei gruppi è salito sul palco del MI AMI...
Per me il disco è bello e vale in quanto disco, non solo in quanto operazione. Però l'operazione secondo me sarà ancora più efficace della raccolta dei pezzi: a noi non interessa tanto vendere molte copie (se poi avviene ben venga!) ma piuttosto puntare sulla distribuzione del prodotto. Lo si troverà infatti nei sette negozi italiani della FNAC ma c'é anche la possibilità di ordinarlo online senza sovrapprezzo: 9.90 euro per 19 pezzi e 73' di musica. Questa cosa qua c'è venuta in mente proprio per gioco, pensando a come facevamo ad andare a Sanremo e a sfruttare l'occasione in modo da fare qualcosa di utile ma anche di divertente. La prima idea era: portiamoci dietro dei gruppi! Ma ammesso che ce l'avrebbero lasciato fare, avremmo dovuto sceglierne al massimo due. Per cui abbiamo appunto pensato che fosse più efficace che idealmente ce ne portassimo 18, veicolando così anche il nostro pezzo.

E quando hai comunicato l'idea a Bonolis o a chi doveva fare la compilation?
Ma stai scherzando? Loro sono contentissimi! La compilation esce per un'etichetta che abbiamo messo in piedi noi: non è Casasonica, sia chiaro, che funge da management, ma un'etichetta messa in piedi apposta e distribuita da FNAC come ti spiegavo prima. Non ha niente a che fare con Sanremo, niente, da nessun punto di vista. Bonolis e gli altri sono felicissimi di questa operazione, anche se sembra difficile da credere perché poi loro devono far funzionare tutta la trasmissione televisiva con il resto dei concorrenti...

Diciamo che, in buona sostanza, se Bonolis poteva giocare un bonus ha puntato su di voi. Ho capito bene?
Sì, esatto! Adesso io non vorrei andare a difendere Sanremo, ma allo stesso tempo non voglio fare neanche quello che sputa nel piatto dove mangia. Perché se ci vado, lo faccio convinto che possa servire. Sono convinto che avremo un veicolo eccezionale che è stato sfruttato in modo molto becero negli ultimi anni. Non per questo diventa una bella cosa a livello musicale, qualitativo, ma se noi possiamo sfruttarlo è coerente con quello che abbiamo fatto in passato rispetto al "Tora! Tora!", rispetto al veicolare le idee rispetto al sistema corrente. Dopo di che questa iniziativa è stata accettata dai gruppi con un tale entusiasmo che io mi sono inorgoglito perché comunque per organizzare una cosa del genere, ti puoi immaginare, devi avere un'idea, discuterla, contattare i gruppi, sentire se sono disponibili e se hanno brani nel cassetto oppure no - siccome alcuni sono completamente inediti e scritti per l'occasione. Poi bisogna masterizzare il cd, trovare chi si occupa dell'artwork e assemblare il tutto finendo con l'organizzare una conferenza stampa come abbiamo fatto l'altro ieri (martedì 3 febbraio a Roma, NdI) per presentarlo. Insomma, mediamente si impiegano 6 mesi a fare una cosa del genere, mentre noi l'abbiamo realizzata in soli due mesi! Sapevamo già che saremmo andati a Sanremo per fare questa cosa qua, ma non l'avremmo mai potuto fare se i gruppi non fossero stati così entusiasti di esserci. Perché della gente ha fatto dei pezzi in sole tre settimane... tempi che con una major sono impossibili, discograficamente impossibili. Abbiamo dimostrato a tutti che se ti viene un'idea la puoi realizzare senza per forza spenderci sei mesi di lavoro.

Insomma, avete eliminato ogni possibile perplessità...
Il concetto é che a Sanremo non ci siamo andati perché c'era Bonolis! In seguito è arrivato Bonolis e ci ha dato le condizioni per partecipare. Quando abbiamo scelto la Universal per "I milanesi..." era successa più o meno la stessa cosa. Sapevamo che le major erano le major... ma avevamo avuto questa esperienza positiva con i dvd usciti per Virgin/Emi dove lo staff con cui avevamo lavorato ci era piaciuto molto e avevamo pensato che se ci fosse stato lo staff giusto si possono fare delle cose anche in ambito major. L'idea però è andata a scatafascio perché abbiamo avuto non solo problemi economici mostruosi ma anche perché il contratto definitivo che ci avevano proposto non ci piaceva - e che, guarda caso, la Mescal spingeva molto affinché noi firmassimo, perché evidentemente c'erano degli interessi per cui noi uscissimo per la Emi, tanto che alla fine abbiamo litigato anche con la Mescal proprio per quel contratto. E allora abbiamo scelto la Universal perché ci lasciava invece tutte le libertà possibili e immaginabili, compresa questa di Sanremo. Inoltre, al momento della firma, erano arrivate delle persone provenienti dal nostro stesso ambiente che avrebbero fatto parte dello staff che pensavamo di coinvolgere per realizzare dei progetti diversi dall'abc promozionale abituale. Ma poi, essendo delle "caccoline" all'interno di una major, abbiamo incontrato un sacco di difficoltà. Voglio dire: fanno fatica a fare quello che vogliono gente come i Coldplay o Vasco Rossi, figuriamoci noi. Ma non perché nel contratto noi non possiamo fare quello che ci pare: noi possiamo fare con la nostra musica quello che vogliamo però poi non puoi andare a dire all'azienda di far pagare un determinato prezzo, di produrre - per dire - i cd triangolari o far lavorare gli impiegati in ginocchio (risate, NdI). Insomma, su questi aspetti non c'é contratto che tenga...

Ricordo che anche all'epoca di "Quello che non c'é" mi dicesti le stesse cose a proposito della Sony...
Esatto. Allora vedi, anche queste stesse persone, nonostante la loro buona volontà alla fine si sono trovate le mani legate nel seguire lo stesso discorso, lo stesso iter promozionale che come hai visto negli ultimi tempi non solo era inutile per noi, ma rischiava addirittura di danneggiarci. E invece la gente pensa: questi firmano per la major siccome gli offrono un sacco di soldi, e quindi devono diventare commerciali per vendere un sacco di dischi. Ma sono tutti luoghi comuni: primo, perché le major non hanno più tutto questo sacco di soldi, per cui smontiamo questi castelletti! Se si firma per la major probabilmente avrai più soldi a disposizione per registrare il disco, ma solo se già vendi e puoi garantirgli un minimo di vendite. Ma ti assicuro che non c'è questo granché a livello di soldi, anzi. Poi c'é la storia che le major vendono un sacco di dischi e tu ti devi adattare alla major: a nessuna major interessa prendere te, che sei in giro da 20 anni, e farti fare le cose che non sai fare. Anche quando i Marlene Kuntz sono andati in Virgin sono stati accolti benissimo perché erano quella cosa lì ed andavano bene così. E anche a noi hanno fatto lo stesso discorso, sia la Virgin/Emi che la Universal: noi vi vogliamo per quello che siete! Poi, però, l'iter promozionale o le operazioni che loro facevano su di noi erano catastrofiche perché erano quelle che usano per tutti gli altri artisti e se per qualcuno forse funziona anche, con noi non é successo! Per cui sai, alla fine, hai voglia a dire "Vogliamo lavorare su di voi, il gruppo rock italiano per eccellenza..." però poi non lo fai, perché lavori su di noi come su qualsiasi altro artista. E hanno anche cercato di capirci fino a un certo punto, considerando che all'inizio ci hanno dato una libertà d'azione a livello di marketing di un certo tipo. Però alla fine abbiamo visto che tutto era lentissimo, pesantissimo. Abbiamo fatto una scelta, non per i soldi o perché volevano spingerci a fare delle cose commerciali che non potevano per contratto spingerci a fare, ma proprio perché era inutile stare con loro. Ed è stata una scelta non facile, perché ad un certo punto abbiamo rinunciato a metà di quello che ci dovevano dare andando via. Per cui, facendo un rapido bilancio, noi in due anni siamo andati via da tre case discografiche, rinunciando sempre a delle cose. Un certo tipo di attivismo, non è come pensa la gente, mangiare caramelle; insomma ci pensi, magari non ci dormi la notte un paio di sere, per dire: lo faccio o non lo faccio? Anche se quest'ultima è stata più facile perché con la storia della riedizione ci hanno proprio aiutato. Poi la stessa gente che ci sputa addosso, cazzo, fa fatica a dire vaffanculo al capoufficio, no? E questo ci fa ancora più incazzare, siccome la maggior parte della gente che ci sputa addosso sono anonimi su internet che magari non hanno il coraggio di alzare la testa in ufficio...

Torniamo alla compilation: come avete scelto i 18 gruppi?
Angelini è stato a Sanremo e ha fatto un pezzo bellissimo per la compilation; ha aperto alcuni nostri concerti ed é una scoperta dei nostri circuiti romani, nel senso che non è propriamente del nostro circuito, però fa parte del Collettivo Angelo Mai e collabora a Roma con un sacco di gente. Più in generale sono tutti o quasi progetti che noi conosciamo: con alcuni abbiamo già collaborato (Cesare Basile, Marco Parente...), con altri mai (tipo Beatrice Antolini piuttosto che gli A Toys Orchestra) e con altri abbiamo invece avuto contatti sporadici (ad esempio i Settlefish che hanno aperto anche alcune nostre date e ci sono piaciute molto le loro cose in epoca "Tora! Tora!"). Comunque si tratta di gente con cui abbiamo avuto dei contatti in precedenza, cha sia per passaparola o per conoscenze, che abbiamo contattato direttamente. Ci tengo a precisare che questa non è la compilation di quello che succede nella musica italiana o nell'underground, siccome è impossibile fare un disco così. Questa è la nostra "cosa", quanto più libera possibile... é la nostra compilation. Forse ce ne saranno altre, forse no. Sicuramente dopo l'uscita di questo disco faremo degli eventi live intorno a questa idea che riprenderanno un po' lo stesso spirito. Quindi, che sia nello store, che sia nei teatri, che sia nei palazzetti, di volta in volta tutti o qualche gruppo di quelli che hanno partecipato a questo disco si uniranno a noi con ospiti esterni, con gruppi che non hanno partecipato a questa cosa con gente che non necessariamente è nel mondo della musica. Cercheremo insomma di coinvolgere più artisti possibili e queste saranno delle operazioni che faremo ancora. Tutto per attirare l'attenzione su di noi - perché è chiaro che noi facciamo il nostro bene non il nostro male! - ma anche per attirare l'attenzione insieme a noi su un certo tipo di ambiente.

Mi viene da pensare che abbiate spiazzato tutti coloro che pensavano male una volta venuti a conoscenza della vostra parteciazione a Sanremo...
Semplicemente gli abbiamo segato le gambe! Mi dispiace, cioè, il fatto che molti pensino male di noi per partito preso! Ma ci sta, chissenefrega, e chiaramente diamo l'occasione di pensare ancora peggio ogni volta che facciamo qualcosa, è logico che sia così. Perché o rosicano sempre di più o ci odiano sempre di più per il tipo di posizione che abbiamo. Ma ci sta. Invece un po' ci sono rimasto male per quelli che ci appoggiavano e ci hanno voltato le spalle... e il mondo dell'alternativo rispecchia un po' queste cose: è diventato un po' troppo partito politico, un po' troppo religione con dei dogmi che sono troppo rigidi. Se vai al di fuori di quelle cose lì, non sei più dei nostri, no? Sei un venduto e spesso fanno ridere perché sono i dischi che ascolti, la giacchetta che ti metti, il tipo di foto che fai o il genere di musica che suoni. Molti mi hanno detto: ma vai a cantare con Iva Zanicchi. Ma cazzo... io gli offro un caffè a Iva Zanicchi! Non dico che devo comprare i suoi dischi e mi deve piacere la sua musica, ma è una persona. Se è simpatica ci esco anche a cena. Ma stiamo scherzando?

Che poi con alcuni di loro hai già fatto qualcosa, tipo Patty Pravo...
Ma la Patty è fantastica! M'ha fatto morir dal ridere in conferenza stampa: c'era Iva Zanicchi che si stava vestendo, è arrivata e le ha messo subito la mano sul culo dicendo: "Oh, ma che chiappone che hai!". Noi eravamo lì pietrificati e subito dopo entra in camerino Alba Parietti, che era lì a presenziare ma non c'entrava nulla, la vede e gli fa: "Patty, certo che sei sempre la più bella!" Al che lei la guarda dritta negli occhi e gli fa: "Beh, ci vuole poco!". Insomma, lei è fuori da ogni canone. Noi non andiamo mica, come ha detto qualcuno, in un covo di camorristi... cioè, io non ho problemi a stringere la mano a nessuno. Certo questo non vuol dire che mi piace la loro musica o che suonerò con loro o che poi andrò a comprare i loro dischi. Non lo farò, però sono delle persone, magari fantastiche. Ma calmiamoci, su…

E quando diranno: "Dirige l'orchestra il maestro..." chi sarà?
Dirige il maestro Enrico Gabrielli! Non solo: Enrico ha scritto e arrangiato tutte le partiture per l'orchestra che suona da metà pezzo in poi. La cosa divertente è che lui ha scritto tutti gli spartiti a mano perché ormai i maestri suonano al piano e il resto lo fa il computer. Enrico invece li ha scritti tutti a mano e i musicisti alla vista hanno strabuzzato gli occhi perché dicevano: "Ma questo ne sa!". Sorprendentemente ci siamo trovati benissimo anche con l'orchestra, dove finalmente non ci sono le figone che facevano finta di seguire lo spartito, visto che negli altri anni l'orchestra era piuttosto terribile con le figone in bella mostra. Invece quest'anno li abbiamo guardati in faccia e ci siamo detto: "Bruttini... per cui vuol dire che sono bravi!". E infatti saranno nella buca, non dietro gli artisti... e infatti suonano bene, trattandosi di veri maestri d'orchestra.

Sono molto contento per Enrico...
Ha fatto un arrangiamento molto particolare che credo sia stato anche molto apprezzato. Quello che ti dico è: tecnici, orchestra, organizzazione e direzione del festival sono sinceramente ammiratori degli Afterhours. Per cui noi lì, paradossalmente, ci troveremo a casa. Saranno gli altri a trovarsi in gara, saranno gli altri ad essere lì tutti tesi. Noi ci troveremo a casa. Perché quello che facciamo noi è andare lì a suonare e a portare in giro questo tipo di iniziative, per cui i risultati noi ce li abbiamo proprio al di là della gara.

Quindi avete già preso possesso del palco? Avete già provato?
A Sanremo no, a Roma sì. Abbiamo già avuto contatti con l'organizzazione tecnica Comunque è triste perché il festival è sfruttato male per la macchina incredibile che é! Se tu vai al festival ti danno attenzione, è vero, noi, per avere in conferenza stampa tutti i quotidiani e le tv, siamo dovuti andare a Sanremo. Quello che non c'è più è che automaticamente tu vendi dei dischi… questo dipende da come vai in radio dopo. Ma siccome il nostro scopo non é quello di andare per vendere più dischi, ma piuttosto per attirare l'attenzione sui progetti che volevamo fare. Per noi è chiaro che era una cosa molto utile da fare. Io credo che rispetto alla gara ci sia meno paura da parte del nostro ambiente. Altre persone avrebbero potuto partecipare in passato - penso ad esempio a Capossela e a tutta quella gente che può permettersi di portare una canzone. Secondo me se ci fosse meno paura sul discorso della gara, aspetto che snatura un po' il senso della musica, un sacco di gente ci sarebbe andata. Noi è una vita che perdiamo, per cui alla fine ma che ci frega. D'altronde non è quella la scala, non è quello l'obiettivo.

Se le cose vanno appena appena bene, oltre la compilation e gli eventi sulla compilation, faremo delle cose continuative successivamente. Comunque staremo a vedere, perché le cose dipendono anche dall'entusiasmo che vedi intorno, altrimenti da solo non fai niente...

Intendi il bisogno che la gente risponda e che poi ti dà la forza di affrontare operazioni del genere...
Sì, il fatto che tu riesca a rappresentare qualcuno. Questa è la cosa significativa, al di là di quanto questo possa funzionare. Non si parla per forza di dover spaccare culi ma di qualcosa che serva a qualcuno.

Quando tornate in America?
A marzo, partiamo il 17. Invitati senza che avessimo fatto richiesta al "South by Southwest" di Austin, dove la gente sgomita per esserci.

Per cui i giri nelle radio saranno successivi a Sanremo?
Non so. Sanremo finisce il 21 febbraio e quindi faremo dieci giorni d'inferno. Poi quando torniamo capitalizzeremo. Insomma, faremo il possibile ma non ammaliamoci di promozione anche lì.

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L'articolo Afterhours - Milano, Navigli, 04-02-2009 di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2009-02-17 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • chino 15 anni fa Rispondi

    Continuate così!!!!!!!!!!!!!1


    (Messaggio editato da chino il 19/02/2009 10:41:38)

  • chino 15 anni fa Rispondi

    Io sono contento.... Bravi Ragazzi!! Adoro pensare che tra 10 anni Voi sarete per il vostro piccolo mondo ancora il gruppo rock italiano per eccellenza e tutto il resto sarà per la massa un prodotto da scartare!!!

  • strange 15 anni fa Rispondi

    a me ieri sera sono piaciuti molto. Bravi ragazzi..

  • music4hangover 15 anni fa Rispondi

    dovresti farne una al mese, di intevsite ad agnelli! sul serio, c'è una certa alchimia, evidentemente...

    Per quanto riguarda l'esperienza sanremese, i miei due cent sono che se la sono giocata bene: il pezzo è bello, li rispecchia e rispecchia bene anche cosa sono in questo momento. Non hanno compromesso nulla del loro stile per proporlo su quel palco e per quel pubblico, tutto il resto non conta. L'unico appunto che mi sento di fare è che l'esecuzione non è stata "brillantissima", non trovate?

    franz(hangover)

  • polymar1981 15 anni fa Rispondi

    Il paese (l'Italia) è una merda reale... la capacità di distinguere la musica di qualità (Afterhours) dal brutto (tutti gli altri partecipanti alla kermesse) è ancora una caratteristica di poche persone... poche se confrontate ai decerebrati che popolano il belpaese... cmq se rimane qualcosa di positivo dalla precoce eliminazione di Manuel & Co. sicuramente è il fatto che io gli Afterhours li sento ancor di più come la MUSICA MIA, appartengono alla MIA VITA... alla mia storia... ed ero sinceramente un po amareggiato nel vedere tante orecchie indegne ascoltare le note sanguinolenti de "Il paese è reale"... Ciao!