Damien* - Mail, 09-11-2009

Il nuovo "Crippled Cute" è un album fresco, ben all'allineato con le sonorità che vanno per la maggiore fuori dalla Penisola - e i primi feedback stanno arrivando - ma i tre continuano a stare ben ancorati ai loro posti, girano il videoclip di "Confidants" nella casa dei nonni vicino Rimini, e frequentano i gruppi di sempre. Affinità e divergenze, note stonate e spaesamento, Canzoni davvero riuscite raccolte in un disco che si posiziona tra i più interessanti dell'anno. L'intervista di Ester Apa.



Tutto e il contrario di tutto. Il titolo del vostro nuovo album, "Crippled Cute", lo storpio grazioso, sembrerebbe essere un principio permanente di contraddittorietà. Nessuna assonanza possibile in questi due aspetti apparentemente inconciliabili?
Enrico: Spero che il disco presenti all'interno tante assonanze possibili o intuibili che, se prese tutte insieme, possano acutizzare questo permanente senso di contraddittorietà. Penso fosse proprio quello che volevamo: disperdere delle idee di per sé coerenti all'interno di un discorso volutamente più ampio e confusionario. Come poche parole bisbigliate in una affolata sala da conferenze.

Damiano: E' sottinteso nel titolo. E' proprio l'inconciliabile che crea l'assonanza, direi quasi l'affinità, l'intesa, l'attrazione e l'interesse. La coerenza è una bella cosa, ma se la intendiamo come valore, per sé stessi. Nella musica è l'incoerenza che accende la creatività… Farsi contaminare è fondamentale, come fondamentale è sapere da dove provieni.

Avete affidato a "Confidants" il racconto iniziale di questo nuovo lavoro. La capacità di spolverare di "leggerezza" momenti esistenziali di una malinconia acutissima è senza dubbio una qualità da sfoderare per restare a galla. Sembrerebbe che la perdita non vi demolisca, eppure in tutte le tracce di questo lavoro c'è una dolorosa separazione…
E: Mi fa piacere che si noti questa specie di attitudine nel rivestire di spensieratezza una malinconia di fondo quasi disperata. E' come volersi convincere a tutti i costi che anche se ti crolla tutto addosso qualcosa che puoi fare c'è sempre, fosse anche accogliere con un sorrisetto beffardo l'ultima pietra che ti stai vedendo precipitare in faccia. Penso sia molto importante questo, come dici tu, per restare a galla, o per voler restare a galla. Perchè troppo spesso è più semplice lasciarsi affondare.

D: La leggerezza, tradotta visivamente da Enrico come un "sorrisetto beffardo", nel mio intimo mi porta all'ironia. Forse l'unica qualità che ci può salvare realmente in ogni genere di situazioni, belle o brutte che siano. Ci sono momenti e atteggiamenti che richiedono un alleggerimento. Affrontare la vita con ironia significa volersi bene in fondo, e far star bene chi ti sta vicino se ci pensi.

Nel video che accompagna il singolo scelto per promuovere questo secondo disco la macchina da presa si raccoglie su un fotogramma finale: una foto in bianco e nero che mostra una donna dai capelli corvino, i lineamenti granitici e vicino il sorriso abbozzato di un uomo che indossa il vestito della domenica. Chi ritrae questa foto?
D: E' una fotografia degli anni 30, che ritrae i miei nonni materni. L'abbiamo trovata nella mia casa di campagna a San Leo, bellissimo paesino a 20 minuti da Rimini, casa che ha fatto da scenografia inconsapevole al video. La cosa che mi ha colpito di più è stata la certezza, la forza degli sguardi, la loro semplicità. E' incredibile vedere con quale tenacia i nostri vivevano un periodo terribile come quello, fatto di miseria e severità. Non so, è come se ci testimoniasse che, anche nel nostro piccolo, quel qualcosa che facciamo serve ed è importante, se non altro per noi stessi… Citando Bugo, "niente è più come prima, e meno male, meno male!".

In "Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi" i CCCP consegnarono all'Italia del tempo il manifesto di una generazione intrappolata tra il non più e il non ancora. Lo stesso "vuoto a perdere" che in "Io Sto Bene" Lindo Ferretti invocava è filo rosso di un pezzo come "Lesser Thought" in cui cantate: "It's nothing to do with just killing time". Verrebbe da dire: siamo ancora una generazione di merda?
E: Non lo so se siamo una generazione di merda. Io voglio bene a questa mia generazione, voglio bene a tutte le nostre nevrosi, a questo non saper dove andare a parare, al fatto che le persone cambino idea costantemente su tutto e non ci siano più punti di riferimento. Per fortuna, mi dico spesso. So soltanto che siamo tutti molto molto pigri, perchè nonostante tutto si sta (ancora) sempre molto comodi al riparo. Io per primo, lo ammetto, e la cosa non mi piace affatto.

D: Giudicare il proprio tempo è come dare un voto ad un compito non finito. So solo che il lavoro a sfondo passionale, inteso come fare sacrifici di ogni genere per la cosa che più ti piace fare e/o essere, è un concetto che in questo periodo suona alieno. Come dice Enrico, è la pigrizia a farla da padrona, in fondo il rapporto tra chi si fa il culo e chi no è ancora molto sbilanciato. Non ti saprei dire, io vivo questa generazione, e alla fine, coi suoi difetti, ci sto dentro, e per certi versi la capisco anche, turbata e inetta, paralizzata. Sicuramente è affascinante, almeno per scriverci qualcosa sopra, possibilmente senza slogan…

"Crippled Cute" è una raccolta di persone, legami, sguardi, baci persi. Questi incontri sono quasi sempre accompagnati da un glorioso arrivederci e raramente si sigillano con la parola fine. Questo flusso continuo e circolare non si spezza per rigenerarsi o al contrario per mettere su radici?
E: Sempre un glorioso arrivederci. La parola fine non esiste, nemmeno se lo vogliamo, le situazioni e le congiunture temporali ci fregano sempre. Tanto vale esserne consapevoli ed accettarlo. Penso sia bello questo, se riesci ad accettare il fatto che non abbiamo mai il controllo totale sulle nostre vite, ma che dobbiamo in qualche modo divincolarci per cercare di muoverci al meglio entro le regole del gioco che ci vengono fornite.

D: Mi fa sorridere pensare che qualcuno creda realmente di avere il controllo sulla propria vita o quella altrui, nonostante sia un vezzo in cui a volte cado. Cerchiamo di fare quello che ci piace fare, e farlo al meglio, questo mi piace pensare. La parola "fine" appartiene alla finzione. Personalmente amo il concetto circolare della vita. Non ho mai detto addio, anche quando avrei voluto/dovuto dirlo. Alla fine sono un uomo. Le donne sanno dare degli addii perfetti, in questo c'è solo da imparare, sono insuperabili.

Nell'album ci si sente sempre fuori posto, fuori tempo, fuori luogo. Essere nota stonata è uno stile di vita scelto con accuratezza o la conseguenza di un'inesorabile catena di eventi?
E: Penso sia la naturale conseguenza proprio di quello che ho detto sopra. E' banale pensare che tutto possa essere sempre guidato e disposto nel verso giusto. Anzi più probabilmente, a mio avviso, è proprio un'illusione stupida.

D: Vivere una vita a posto, in tempo, nel luogo giusto penso sia un bellissimo sogno. Ripeto: fare, accettarsi per cambiare, andare avanti, sorridere, e qualche volta ammazzarsi dalle risate! Il ridere al limite delle lacrime è forse l'unica cosa reale che si avvicina al concetto ideale di "star bene". Davvero.

Il nuovo lavoro è stato registrato al Vacuum Studio di Bologna e porta la firma di Bruno Germano dei Settlefish nella produzione artistica. Qual è stato il valore aggiunto di questa collaborazione? La realizzazione del disco ha seguito binari dritti o tragitti faticosi?
E: Tanta tranquillità, tempi serrati ma poca fretta, e una intesa speciale praticamente su ogni cosa si andasse a provare. Proprio quello di cui avevamo bisogno.

D: Si, tanta intesa, idee chiare con voglia di confronto, cervello e orecchie ben aperte. E caffè e sigarette a sigillare il tutto.

Lo spaesamento musicale mi sembra che sia un punto di congiunzione forte fra "Crippled Cute" e il precedente "Mart/Art". Il cortocircuito fra le storie di cui ci parlate e il racconto strumentale che le accompagna è nota costante della vostra composizione. Le atmosfere musicali sono volumente easy, le chitarre in accellerazione, la cassa ha un battito furente e una forte dinamicità. Non c'è sporcizia, ma una completa pulizia vocale. Poi mentre ti agiti seguendo il mood danzereccio ti rendi conto che le parole sono staffilate incredibilmente amare...
D: Enrico lo sa meglio di me, scrivendo lui i testi. A me piace più concentrarmi sulla musica, e sinceramente, non sono (e credo non siamo) il profeta della melodia = specchio del testo = maestri di vita. Certo, chi ci è riuscito ha fatto capolavori. Ma mi sembra quasi un discorso "facile" da impostare. Pensa ai singoli dei Pulp: musica da party, e dei testi che ti spaccano lo stomaco. Ma forse nessuno ha mai avuto la curiosità o la voglia di darci una sbirciatina… Oltretutto penso che in questo disco ci siano pezzi (penso a "Lesser Thoughts", "Courtship", "You Bonbonniere" e "Night Rush"), in cui ci sia affinità tra testo e musica, molto più di come facevamo in passato. Ed è venuto naturale, senza filtri. Il discorso è apertissimo come vedi. E infine, di mood danzereccio in "Crippled Cute" non ne vedo tanto, se devo essere sincero!

La zampata finale del disco lascia tracce massicce di elettronica. Rimane inalterato l'albero musicale geneologico: un connubio di post punk e melodia british, una ventata di pop anni 90 e un pizzico di piaggeria musicale, che condisce però una partitura più curata, un lavoro serrato sugli arrangiamenti. A cosa dobbiamo il melting pot di suono che rappresenta i Damien* di oggi?
E: Ad un'infinità, credo, di ascolti e gusti diversi proprio tra noi tre. Non proviamo più ad andare in un verso o in un altro, ma ci lasciamo andare in sala prove provando tra le soluzioni che ci vengono in mente semplicemente interagendo fra di noi. A quel punto è naturale che il sound che ne esce sia come minimo stratificato.

D: Non penso che le tracce di elettronica siano massicce, bensì che siano stratificate e importanti a livello di arrangiamento finale, di resa del mood, del suono che ne esce alla fine. Citare i gruppi non ha più senso, direi che ognuno porta sé stesso nei Damien*, ed è forse questa la cosa più bella, di cui sono più geloso e più fiero.

Cito qualche gruppo che sicuramente conoscete: Cosmetic, Altro, Les Fauves. In un ipotetico naufragio su un'isola deserta scegliereste questi compagni di viaggio? Mi pare condividiate molto più che la stessa attitudine musicale...
E: Sono praticamente tra le poche band che apprezzo in Italia in questo momento, gente che secondo me ha veramente qualche cosa da dire. Oltre che dei cari amici, ecco. Chiaramente non sono gli unici, personalmente adoro i General Decay, pesaresi come noi, e cari amici (Alberto, il cantante, è il regista del video di Confidants, il nostro fotografo ufficiale e l'autore della copertina di "Crippled Cute"). E non credo sia un problema se l'amicizia e la stima reciproca vanno avanti di pari passo.

D: Ti dipingo il menage sull'isola. Allora, partendo dagli Altro: Ale lo metto ai fornelli e alle imitazioni, insieme a me. Gianni, il bassista barbuto, in palestra con Erni, salto in alto e salto in lungo. Matteo al computer con Enrico. Bart dei Cosmetic lo vedo bene alla finestra, contemplativo. Pap e Case dei Les Fauves in zona relax, magari con qualche porcino d'annata, Pux ai monologhi a bassa voce. Restano le due bassiste, Emily e Sissi, che si tirano i capelli per qualche motivo sconosciuto. Manca l'addetto alla zona bar, ma Pierpaolo era in tour col Teatro Degli Orrori, mannaggia! Farò la spola dalla cucina io allora, compito arduo!!!

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L'articolo Damien* - Mail, 09-11-2009 di Ester Apa è apparso su Rockit.it il 2009-11-09 00:00:00

COMMENTI (5)

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  • ilmiodiscopreferito 15 anni fa Rispondi

    il mio disco preferito è più simpatico.....
    ilmiodiscopreferito.it/

  • fake 15 anni fa Rispondi

    Quante belle parole!!!
    Grazie mille! :)
    d*

  • pointbreakrock 15 anni fa Rispondi

    Quoto l' "uomo qualunque". Sono contento d'avere a pochi km da casa una band del genere. Bravissimi...e quest'intervista da condivisa con onore :)

  • uomoqualunque 15 anni fa Rispondi

    Che intervista, erano anni che non leggevo così tante risposte intelligenti in così poco tempo.
    Cantate in italiano, il prossimo grande gruppo italiano potreste essere voi.
    Complimenti.

  • seymour 15 anni fa Rispondi

    Damiano sei un fesso* come al solito
    Enrico sei un grande*
    smak