Cosmetic - via Mail, 07-12-2009

"Non siamo di qui" e "Crippled Cute", due album indie rock fantastici. Tra Pesaro e Riccione, possono considerarsi vicini di casa. Ci sembrava d'obbligo fare intervistare i Cosmetic dai Damien. Dischi, Bellezza, l'etica del cosmo e molto altro. Damiano Simoncini domanda, Emanuele Bartolini risponde.



Secondo me avete fatto un grande album. Sottolineo album, dai suoni alle melodie, dai testi agli arrangiamenti, dalla scaletta alla grafica. Perchè si sta perdendo la voglia di fare dischi intesi in questo senso? Siamo pigri? Demotivati?

Nei dischi si concentra tutto. Assieme ai live sono il fulcro dello scambio di energie tra tutto quello che il gruppo rappresenta e il mondo là fuori; se la gente preferisce mettere insieme due pezzi e sbatterli su internet e stop sono affari loro, non creano bellezza, ma solo banalità. Noi facciamo tutto ciò per la bellezza, quindi cerchiamo di mettere insieme una cosa che sia bella fin nei dettagli (si veda l'artwork di Elzevira!). Siamo amanti dei dischi e un disco dev'essere una cosa che quando lo vedi da un amico lo devi invidiare.

I testi. Siete capaci di scrivere in italiano, grande cosa. In "Non siamo di qui" ci sono, secondo me, un paio di brani da cantare sia a squarciagola che in coda al casello. Avete paura del "singolone"? Riuscite a guardare in faccia il vostro pubblico? Non so, a me a volte capita e mi dà una strana sensazione...

Noi riusciamo a guardare in faccia chiunque mentre cantiamo le nostre canzoni perché sono pezzi delle nostre vite; anche se quella che ci ha recensito su Rumore ha detto che i nostri testi fanno schifo e sbagliamo tutte le metriche. Secondo voi ha ragione lei?

I suoni. Avete un muro di suono invidiabile. Quanto tempo ci è voluto per arrivare a questa pasta sonora?

Per il muro di suono ci siamo così spartiti lo spettro sonoro: Motobecane si occupa delle frequenze basse, io delle alte e Emily della distorsione, e vediamo di riempire un po' tutti i buchi possibili.

Sempre sull'album. Non so se ve ne siete accorti, ma questo è un album "europeo". Mi spiego. Suona veramente internazionale. Mai pensato all'inglese e all'estero come possibile piazza?

Si beh, siamo esterofili come ascolti... Ma cantare in inglese non penso lo faremo, ormai abbiamo iniziato con l'italiano... mi interessa creare qualcosa di italiano. L'inglese è così banale... uacciu uare uare...

East Coast. Qui noto le realtà più interessanti, da Senigallia fino a Ravenna sconfinando a Bologna. Non voglio parlare di scena però, termine avulso. E' più una questione di iodio + piadina, o che la nostra "beata lontananza" dai grandi centri come Milano preserva una purezza smaliziata di fondo che impreziosisce lavori come questo?

Forse è perché ci crediamo e perseveriamo anche se non vediamo nessun risultato commerciale, mentre nelle grandi città hai bisogno anche di quello! Comunque... due sere fa ero indeciso se andare a Fano a sentire Antares e Coconut Fudge, o al Bronson di Ravenna per Dodos, Comaneci e Alos?, oppure Uochi Toki a Cesena o ancora Delay House al GrottaRossa di Rimini. Alla fine ho scelto Heike Has the Giggles al Clandestino di Faenza. Siamo fortunati. La Romagna (e dintorni, non me ne vogliano i pesaresi!) è un gran calderone di roba, ma bisogna stare attenti e attivi per captare tutto e tenerlo vivo.

C'è un motivo dietro Cosmetic? Questa è una mia curiosità.

Nel 2000 ancora non avevamo un nome e io ne proponevo tanti a Balzani (il vecchio batterista) e il primo che gli è andato bene è stato questo... in teoria il nome alludeva all'etica che è presente nel cosmo, ma lui l'ha approvato senza saperne niente...

Se foste sotto major alcune (non poche) persone storcerebbero il naso, dandovi dei "fighetti" e "paraculi". Per me sarebbe cosa buona e giusta che un album come il vostro uscisse per una major. Come la pensate?

Sotto una major non ci andremo mai: primo perché non ci chiameranno mai, secondo perché non vogliamo mica perdere di vista la realtà. Preferisco uscire dal lavoro alle 19 e andare a suonare stanco morto piuttosto che non avere un cazzo da fare tutto il giorno, farmi un sacco di viaggi mentali e poi fare merdosi dischi autoreferenziali come capita a molti artisti su major.

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L'articolo Cosmetic - via Mail, 07-12-2009 di Damien* è apparso su Rockit.it il 2009-12-14 00:00:00

COMMENTI (27)

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  • cassetto 15 anni fa Rispondi

    Ti rivelerò il segreto della musica indie italiana, è in fondo a questo vasetto pieno di sale e fil di ferro.

  • magomerlino 15 anni fa Rispondi

    Si,si proprio una major....anche più grande della Universal....ahahahah

  • cassetto 15 anni fa Rispondi

    La Tempesta è una major.

  • spranga 15 anni fa Rispondi

    allora, a parte il fatto che in questa frase incriminata, il tipo dei Cosmetic dice "come MOLTI artisti su major" e quindi non TUTTI, ma quello che secondo me non si pensa, è che magari questa frase è stata detta anche un po' ironicamente, poi vabbè io di solito non capisco molto, e non conosco tutti i gruppi che conoscete voi, quindi torno a sbattermi dei mattoni sulla testa come faccio ogni giorno.

    saluti e tranquillità
    Gumby

  • magomerlino 15 anni fa Rispondi

    X la bella

    Il discorso che fai sui pavement non ha senso secondo me.
    Ogni gruppo ha una sua storia ed un rapporto unico con la propria etichetta.
    Le "basi solide" di Bart,non sono solide,perchè non c'è una legge unica per queste cose,è un fatto.
    Te mi parli del disco degli zen circus,che,come ho già scritto,sono il mio gruppo italiano preferito.
    Loro per Andate tutti affanculo hanno rifiutato un'offerta da una major.
    Però,hanno fatto uscire il disco per le etichette indie(Unhip,La Tempesta e Infecta)praticamente migliori in italia.
    Con questo disco hanno fatto il salto,stanno vendendo come mai prima,concerti pieni di gente e così via.
    I Ministri,sono con una major,e,come gli zen circus,con il loro ultimo disco"Tempi bui"hanno fatto una bella botta,forse anche più grossa di quella degli zen circus.
    In questo caso però c'è una cosa diversa.
    Avere come etichetta Universal(parlo dei Ministri),vuol dire avere il video in continuazione su Mtv e Deejay tv e tutta una serie di altre cose a livello di esposizione mediatica a cui gli zen circus(o Dente,per farti un altro esempio)sono arrivati in maniera diversa,ottenendo però gli stessi risultati.
    Ora,detto questo,a me non sembra che i Ministri calzino con la descrizione del gruppo sotto contratto major,che fa quello dei Cosmetic nell'intervista.
    Per un Luci della centrale elettrica su "La tempesta" c'è un Baustelle su "Warner".
    Non c'è una media,non si può fare.
    Ci sono bands che ,come ho detto prima,grazie a grosse etichette hanno avuto la possibilità di lasciare i loro lavori e concentrarsi completamente sulla loro musica,sfornando grandi dischi.
    Al contrario è successo invece di artisti sotto major che hanno fatto una sequela di album orrendi,dopo aver fatto un inizio carriera sfolgorante sotto un'etichetta indie,magari facendo i muratori e partendo in tour usando le ferie per poterci andare.

  • magomerlino 15 anni fa Rispondi

    Forse mi sono spiegato male.
    Io non ho detto che odio le etichette indie,anzi.
    Dico solo che il luogo comune che le major producano merda,è veramente triste ed immaturo come concetto.
    X la compromiss:
    Passo le giornate sul forum di rockit?
    Cazzo,è vero,nemmeno 15 commenti in più di 2 mesi che sono iscritto a rockit è veramente troppo,anzi spengo il computer che ho passato troppo tempo sul forum e mi bruciano gli occhi.
    Parlare per parlare.
    Lo dovevi proprio dire che sei tornata da una cena aziendale eh?
    Eh....però fa troppo figo dirlo....
    Che pena....

  • labella 15 anni fa Rispondi

    tornando all'argomento principe: "non siamo di qui" è, insieme all'ultimo Zen Circus, il più importante album italiano del 2009. chi non l'ha ancora comprato si sta perdendo un pezzo importante di nuova musica nostrana.

    per il mago magò: a non tutti piace l'idea di incidere per grandi etichette, e quella di Bart è un'opinione rispettabilissima, comprovata da centinaia di storie di bands indipendenti la cui vita artistica è stata letteralmente rovinata dal passaggio a un'etichetta major.

    e, cosa che a te potrà sembrare incredibile, esistono bands che hanno rifiutato richieste di lavoro dalle majors. un nome su tutti? i Pavement. gente più che rispettata, insomma, e che di cultura (e commercio) indipendente c'ha campato con paghe non certo da operai.

    l'opinione di Bart ha dunque delle basi piuttosto solide, e tu faresti meglio a giudicare di meno e incuriosirti di più sui punti di vista altrui.


    (Messaggio editato da labella il 18/12/2009 01:55:44)

  • lacompromiss 15 anni fa Rispondi

    "x La compromiss
    Io non ti ho offeso,te si.
    Potevi anche avere ragione,ora non più."

    E dove ti avrei offeso, più di quanto tu non abbia offeso già col tuo primo post? dandoti del cinquantenne flaccido? grazie di ricordarmi dei tuoi venticinque anni, io ne ho ventinove e mi sento comunque più giovane di te, visto che ho altro da fare passare le giornate sul forum di rockit a criticare la gente che fa al posto mio.
    peace,
    fsr
    ps. a domani il discorso sulla "sindrome del primo demo", torno da una cena aziendale, sono ubriaca, e preferisco dormire a letto a faccia in giù che discutere di queste cazzate con te.

  • magomerlino 15 anni fa Rispondi

    Innanzitutto,ho 25 anni.
    Non ho assolutamente parlato male della musica dei Cosmetic,di cui ho sentito i dischi e visto i concerti.
    Seguo la musica italiana da quando ho 15 anni,compro praticamente tutti i dischi originali,anche di gruppi che non conosco,solo per sostenere la scena.
    Me ne frego delle recensioni,non mi faccio abbagliare dalle novità spinte dall'hype,visto che di tutti i gruppi italiani ho TUTTI i dischi,dal demo agli ultimi.
    Io ho contestato una riposta ad una domanda dell'intervista,che SECONDO ME denota una stupidità abissale nel tipo dei Cosmetic.
    Mi sono rotto le palle delle generalizzazioni sulle major,su chi vive di musica in Italia.
    Nella scena indie nostrana ci sono centinaia di persone che a priori hanno smesso di sentire gruppi vedere i loro live,solo perchè erano diventati famosi nell'ambiente o erano riusciti a farne un lavoro....diciamo il teorema del "era meglio il demo".
    Questo aspetto tutto italiano della visione della musica è orrendo.
    Lo sapete quanti gruppi favolosi,che avrebbero potuto portare una ventata di aria fresca nella scena,si sono arresi alla musica,perchè,costretti dal lavoro di tutti i giorni,non avevano più il tempo per andare in tour e comporre?

    x La compromiss
    Io non ti ho offeso,te si.
    Potevi anche avere ragione,ora non più.

  • lacompromiss 15 anni fa Rispondi

    Continuo a non capire gli sterili dibattiti che spesso e volentieri affollano questo sito. Forse per questo non lavorerò mai davvero come CRITICA MUSICALE come vorrei, forse perché non mi piace espormi sparando cagate, e tanto meno mi metterei mai bombette o gilet ad un concerto in un centro sociale giusto per essere osservata e far imparare agli altri il mio nome e cognome.
    Mago Merlino, mi muovi dall'immobilismo del mio stato di ombra nullafacente e nullapensante su questo forum, mi muovi perché mi fai pena. seriamente, Pena e schifo.

    Ti voglio spiegare, figliolo, che Le Interviste sono sincere, oneste, spesso non si correggono, le risposte sono quelle che daresti ad un tavolino di un bar, non delle dichiarazioni poetiche, sono ami ai quali solo gli stolti abboccano. Ed infatti eccoti qua, come una trota all'amo, a dibatterti parlando di "indie Snob", di "Major" e di Baustelle cercando di darti ragione o di fartela dare. Mi spiace, ma non attacca, questo discorso da cinquantenne flaccido che accusa gli altri di infantilismo invidioso delle loro possibilità è già stato fatto troppe volte, torna a comprare per cinquanta dollari il brandello di giacchetta che la mamma dei Ministri ha trovato nell'armadio e lasciami in pace, che non ho voglia di farmi il fegato marcio leggendo notizie nell'unica ora di tempo libero che ho dal mio lavoro di cassiera.

    Yours,

    fsr