Pierpaolo Capovilla scrive per il Manifesto

il Manifesto pubblica una lettera scritta dal leader del Teatro degli Orrori a sostegno della campagna abbonamenti del quotidiano

Pierpaolo Capovilla sostiene il manifesto, il quotidiano comunista che da settimane ha lanciato una campagna abbonamenti per raccogliere i fondi necessari alla sua sopravvivenza, dopo i tagli all'editoria approvati dal governo Monti.

Per farlo, il cantante del Teatro degli Orrori ha inviato una lettera, che è stata pubblicata oggi sul quotidiano. Si tratta di un pezzo che parte con la disamina della storia italiana (e della sinistra italiana) degli ultimi vent'anni, per poi concentrarsi sui motivi per cui, secondo Capovilla, il manifesto deve essere salvato.

Ecco la lettera completa, pubblicata sul manifesto del 21 febbraio:


Il giornale di opinione più democratico d'Italia

di Pierpaolo Capovilla

Cosa sia accaduto al Paese-Italia negli ultimi vent’anni, è presto detto. Dei valori democratici repubblicani non abbiamo avuto desiderio alcuno di occuparci attentamente, ognuno di noi preferendo ad essi i fatti propri e con questi, i nostri miserabili egoismi quotidiani. Ecco, cosa è accaduto. È mancata la vigilanza nei confronti degli sviluppi criminali e criminogeni di quella parte della società italiana che non ha mai avuto a cuore il benessere collettivo, e che è concretamente dovuta all’insufficienza e all’inadeguatezza dei partiti della sinistra. Rifondazione Comunista, che non ha saputo e non ha voluto ricercare e trovare l’unità necessaria e sufficiente per rimanere in parlamento e, miope, si è arroccata nei suoi piccoli privilegi castali. Il Partito Democratico, castale per eccellenza, il cui ceto dirigente non è cambiato e non cambia mai, e la cui visione politica d’insieme non è mai all’altezza delle proprie idee originarie, delle quali ha dimenticato, strada facendo, il valore e la forza propulsiva, e che non riesce a scorgere - colpa grave e gravida di conseguenze - come la società civile italiana sia molto, ma molto più a sinistra dei suoi rappresentanti politici.

Di queste insufficienze si è nutrita la borghesia faccendiera e ladra, i bari, i prevaricatori, i mafiosi, che hanno saputo, loro sì, innalzare lo straccio del populismo e del qualunquismo a bandiera di un’Italia desiderata e voluta cialtrona ed edonista, ignorante e narcisista. Nel caos dell’inettitudine, ecco l’incredibile vicenda del governo Monti, a dimostrare, una volta di più, come l’Italia sia il laboratorio politico più esemplare fra i paesi altamente industrializzati del mondo. È bizzarro, ancor oggi e ancora una volta, dover constatare come proprio un quotidiano che nel suo titolo si dichiara «comunista», con tutto il peso storico politico che questo aggettivo inevitabilmente porta con sé, sia in realtà il giornale più democratico edito in Italia, dove per democrazia intendiamo il liberalismo parlamentare tout court. 

[...]

il manifesto ha saputo incarnare negli anni tanto il punto di vista operaio che quello della borghesia per bene, e sottolineo per bene: perché c’è una parte del paese che, al di là delle sperequazioni sociali del capitalismo moderno, riesce a pensare alla comunità con spirito progressista, egualitario, socialista, utopistico se vogliamo, e questa parte è anche parte della nostra borghesia. L’utopia, si sa, è un paradosso. L’utopia è, dunque, un atto di fede. Perché non ci importa niente dell’impossibile raggiungimento dell’obiettivo utopico: ciò che importa, è il percorso che ci conduce verso esso: perché coincide con la nostra vita, con la nostra quotidiana esistenza, nel qui ed ora. È ciò che chiamiamo, orgogliosi, Politica, con la P maiuscola ed in singolar tenzone con l’arte italiana di farsi i fatti propri. Ricordo con amore una zia carissima, suora paolina, che si prendeva cura di me, un bambino povero ed introverso; comprava il Corriere della sera, e ci nascondeva dentro il manifesto, di fronte agli occhi sorpresi e perplessi del giornalaio. Comprendo solo oggi quanto negli anni bui del piombo, quello fosse un piccolo, intimo e cristianissimo gesto di libertà.

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L'articolo Pierpaolo Capovilla scrive per il Manifesto di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-02-21 00:00:00

Tag: manifesto

COMMENTI (12)

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  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    maddi che facciamo, mandiamo Capovilla nella prigione del popolo e se non sapra' darci spiegazioni lo condanniamo come traditore della classe operaia ?



    youtube.com/watch?v=8dTYXZ4…

  • pierpierodepieris 12 anni fa Rispondi

    @feedback.
    che pp abbia la tessera del pd è cosa nota.
    ma se leggi quel che scrive sul pd in questo articolo, cose peraltro condivisibilissime, mi sembrerebbe logico, nel momento in cui si espone pubblicamente, chiedere una spiegazione ad una condotta diciamo cosi' politicamente"schizofrenica".

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    apprendo da @vladimir che il Manifesto sta dalla parte degli ultimi.... e da maddi che capovilla ha la tessera del PD e che quindi deve dare spiegazioni... magari quelli del PD sono fascisti ?!?....

  • pierpierodepieris 12 anni fa Rispondi

    "l Partito Democratico, castale per eccellenza, il cui ceto dirigente non è cambiato e non cambia mai,"...

    allora qualche giornlista con gli attributi chieda a capovilla il motivo della TESSERA DEL PD che ha nel portafogli.

  • vladimir 12 anni fa Rispondi

    Grande Capovilla, vera testa pensante e grande Manifesto che da anni quotidianamente non si rassegna all'ordine costituito stando sempre dalla parte degli ultimi, dandogli voce.

  • utente38027 12 anni fa Rispondi

    CONCLUDO DICENDO: NON E' STRANO CHE SE FOSSI NEL TORTO COME SOSTENGONO LE CONTROPARTI,IO CONTINUI A DIFENDERE LE MIE TESI?? sE VERAMENTE RIUSCISSERO A DIMOSTRARMI CON CERTEZZA CHE HO SBAGLIATO,CHIEDEREI SCUSA A TUTTI.dEVO DIMOSTRARE DI AVER RAGIONE CERTO,MA NON HO NEMMENO DATO PROVA DI AVER TORTO.

  • utente38027 12 anni fa Rispondi

    Cancellato il mio post sul forum:causa rischio querela con conseguente intervento di rockit come parte in causa,ma allora c'e' o no liberta' di pensiero su internet???

  • utente38027 12 anni fa Rispondi

    Ahahahaahahah,pierpa',ahahah,valentuccio,ahaha la anna carazzai ha pubblicato un disclamer contro di me su facebok e ci sono anche Monelle chiti e garbo..e persino quell'individuo di Colombi..ahahaha..colpita,abbiamo colpito la tirpitz,la corazzata,si gnore.NON HO MANDATO SMS,NON HO FATTO TELEFONATE,NON HO ACCOUNT FACEBOOK,(COME HA GIUSTAMENTE FATTO NOTARE MONELLE CHITi).aNNA MINACCIA DI MANDARE A PRENDERMI e UN SUO AMICO ADDIRITTURA DICE CHE A FELTRE E' PERICOLOSO per me per delle persone(suoi ruffiani)che mi aspettano.Sono come i tedeschi,cattivi e prepotenti,eH,CAPOVILLA?? cHE DICI?? Ci andiamo a Feltre??? VERRA' LA MORTE E PRENDERA' I TUOI OCCHI,DICEVA IL POETA.e SE FOSSE BERGAMO?? aLLA SCHIENA,MENTRE SUONO,TIPICO DI VIGLIACCHI DI TALE RISMA.nESSUNA PAURA,SOLO LA CERTEZZA DI ESSERE SEMPRE STATO ONESTO E DI NON AVER MAI,MAI,MAI DETTO BUGIE. La bugia e' crimine.Pierpa',non c'e' ritorno.

  • latossegrassa 12 anni fa Rispondi

    si sente tanto anni '20 del secolo scorso ma ha ragione.

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    apprendo da tale Sig. Capovilla cantante di un gruppo rock che nel 2012 esistono ancora delle categorie sociali come la classe operaia e la borghesia, apprendo ancora che esiste la destra e la sinistra comunismo incluso..... che esiste una societa' civile piu' a sinistra della classe politica che la rappresenta ?!? che l'utopia e' un atto di fede ?!? - " «Sinistra, destra rappresentano una geografia politica superata negli anni Settanta, sinistra significava più stato e meno mercato, significava programmazione, uguaglianza, solidarietà. Significava classe operaia contro capitale. Significava welfare, che oggi si è compiuto. La sinistra ha avuto grandi successi. Ma ora parlare di sinistra non ha più senso. " lo ha detto un filosofo che per quelli di rifondazione sara' di certo un fascista: Massimo Cacciari..... dopo di cio' penso che il Manifesto come tutta la stampa in un paese civile e liberale come il nostro deve continuare ad esistere, ma non deve sopravvivere con i soli contributi statali ma anche con il contributo di coloro i quali lo leggono e lo sostengono, perche' non si puo' essere contro il finanziamento pubblico ai partiti e poi pretendere che lo stato dia denaro a pioggia alla stampa,,,,, ( vedremo il prossimo Sanremo Capovilla al posto di Celentano ?..........)