Arriveranno presto

I Cani rifanno i Prozac +, Colapesce si diverte come un matto a rifare Battiato, Meg rifà i Beatles, poi i Criminal Jokers, e tutti gli altri del festival della 42.

Colapesce e Meg al Festival della 42 records
Colapesce e Meg al Festival della 42 records - Colapesce e Meg - Tutte le foto sono di Rosy Romano (www.rosyromano.com)

La 42 records schiera tutte le sue band in un'unica giornata, lo fa durante il Super Santo's nuova spazio per la musica dal vivo all'interno di San Lorenzo Estate, punto di riferimento per l'estate romana. Sandro Giorello racconta.

Il motivo per cui dare spazio al festival della 42 records – a) che è un'etichetta tra le più importanti d'Italia e figurati se ha bisogno di spazio b) domanda ormai vecchierella, un'etichetta oggi ha ancora un ruolo nel creare immaginari e spingere bellezza? – il motivo è che poteva essere una di quelle giornate sfigate dove i gruppi si avvicendano davanti ad uno sparuto numero di persone che si annoiano su uno scampolo d'asfalto e la noia assume il gusto di birra slavata e pancia gonfia perchè per non pensare a quanto siano tristi queste situazioni – indie, direbbe qualcuno – allora ti abbuffi e ti ubriachi. Non era meglio andare al mare come fanno tutti? Alla fine no, non era meglio il mare.

I concerti, in breve:
Arriviamo per le diciannove convinti che i romani mica li rispettano gli orari, ci perdiamo gli Strueia e hanno già iniziato I Quartieri. Il suono è ottimo, ma per davvero, e il più delle volte se si sente bene è merito del gruppo e non del fonico. Ma sono un po' pesanti, ti possono piacere solo se conosci a menadito le canzoni e, ovviamente, non tutte le canzoni sono imprescindibili. Hanno pure suonato tanto, o così è sembrato, che è peggio. Poi, i Mamavegas sono un gruppo su cui bisogna scommettere molto, hanno fatto un disco importante e quasi dispiace che lo regalino a chiunque (dicono solo ai primi 15 che vanno al banchetto con la chiavetta ma dubito che facessero i fiscali). Partono maluccio, all'inizio i crescendo/cavalcata tipo Arcade Fire si perdono tra chitarre acustiche che stridono e, più in generale, un cattivo suono d'insieme. Qualche insicurezza, in prima battuta, c'è. Dopo migliora, arriva un rilassamento inaspettato, e non mi riferisco solo alla loro esibizione; mentre giriamo tra gli stand dei libri accade quella cosa che se accade ad un festival è ottima, tutto rallenta, la musica continua, ti perdi, smetti di guardare il cellulare, sintomo che tu al festival ci sei entrato davvero. Quando arrivano a “Sooner or Later (Time)” sono più che perfetti. Nel cambio palco Colapesce e Meg suonano su un palchetto laterale. Fanno “Satellite”, “Two of us” dei Beatles e scusatemi se la terza non me la sono segnata. Il palchetto è allestito alla buona, la voce di Meg potrebbe sentirsi meglio, ma non c'è bisogno di fare i pignoli. I Criminal Jokers. Per un moto di rispetto verso chi legge vi evito i pipponi filosofici sui percorsi che una band deve/non deve/può/si sente o gli capita di fare; dico solo che prima in tre erano il sudore e l'inglese tirava fuori un Mick Jagger inaspettato, ora cantano in italiano e paradossalmente – dal momento che i testi non sono certo leggeri - sono meno violenti; con la formazione allargata sono più fermi, ingessati.

(Nell'ordine: Mamavegas, Criminal Jokers, Colapesce)

“Un ragazzo per l'estate” di Marcello e il mio amico Tommaso l'avevo sottovalutata, al mattino dopo nel letto la canticchiavo ancora, è più che carina, è davvero la canzone teen con la C e la T maiuscola. L'altra che hanno fatto è assolutamente dimenticabile. Possono dare sui nervi per quell'aria naif, tenerina, e in sostanza snob, ma possono davvero diventare i nuovi Perturbazione. Poi Colapesce rifà la “Voce del Padrone” di Battiato. Non depone a mio a favore ma prima di stasera quell'album per intero non l'avevo mai ascoltato. Vi direi ugualmente che non si tratta di una reinterpretazione: ovvio, un disco con così tanta elettronica risuonato da una band rock, la senti la differenza, ma non è quello il punto. Il punto lo capisci quando lo vedi cantare “Sentimento Nuevo” con un divertimento addosso praticamente inimmaginabile, con quella camicia inguardabile di chi se ne frega se sembra uscito da un film di Salvatores. E' come se la stessero suonando in salprove per il solo piacere di farlo: non era certo uno sfoggio di creatività o un atto riconoscenza verso Battiato, gli piacevano le canzoni. E non vi dico quanto sia liberatorio vedere un musicista che si diverte su un palco. Poi rifà “Satellite” con Meg, a ribadire che è un festival di un'etichetta e una delle cose che deve fare l'etichetta è la promozione alle uscite pronte in quel momento. I Cani fanno la cover di “Acido Acida” dei Prozac+, la band è migliorata, non c'è molto da aggiungere; è il concerto di sempre e che tutti volevano. Lui si butta pure a far lo stage diving (ma mi dicono che lo fa sempre).

Io e Angela guardiamo la scena da un divano in un ipotetico salotto a cielo aperto, fatto di mobili che sembrano presi al mercatino delle pulci per poi essere appoggiati sull'erba sintetica, questo per ricordarvi che non era solo una distesa di cemento con una band che suona. Perchè un festival è bello se tu-organizzatore dai alla gente-paga-biglietti più cose: gli dai due palchi, gli dai il concerto che vogliono vedere ma anche il concerto che, probabilmente, interessa più al gruppo sul palco che a quelli che gli stanno davanti, gli dai nomi più o meno nuovi, qualcos'altro da fare quando ci si annoia, qualche canzone molto bella, se riesci più di una.

Se buona parte di tutto questo è tuo, è la tua scuderia, è gente che hai preso e fatto crescere, tu dai al pubblico di San Lorenzo Estate (che visto da uno che normalmente vive a Milano sembra un gigantesco Luna Park per ragazzi in polo e camice attillate in cerca di figa) dai qualcosa di diverso. E a mio avviso il tuo compito di etichetta l'hai fatto (anche se mi puzza che il nome, canzone di Colapesce a parte, l'abbiano copiato dall'hashtag del MI AMI 2012 #stannoarrivando). La domanda iniziale (etichette, creare immaginari e spingere bellezza?) lascia ancora il tempo che trova. L'alternativa era andare al mare.

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L'articolo Arriveranno presto di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2012-07-20 00:00:00

COMMENTI (10)

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  • seymour 12 anni fa Rispondi

    no davvero, cosa significa questo articolo, sembra scritto da enrico veronese

  • seymour 12 anni fa Rispondi

    ma poi che significa tutto ciò?

  • Satanasso 12 anni fa Rispondi

    So che non c'entra nulla, che è fuori luogo... ma quant'è brutto, Colapesce?

  • iocero 12 anni fa Rispondi

    Potrei cantare "la voce del padrone" parola per parola anche ubriaco e strafatto, è stato nella mia autoradio un anno intero senza mai levarlo. Il più bel disco italiano di tutti i tempi a mio modesto parere (e senza dubbio nei primi 5)
    E qui si omaggia "hanno ucciso l'uomo ragno"...
    Dio perdonali perchè non sanno quello che fanno.

  • utente38937 12 anni fa Rispondi

    " Non depone a mio a favore ma prima di stasera quell'album per intero non l'avevo mai ascoltato." Parla di "La voce del padrone".
    Ognuno tragga le proprie conclusioni.

  • seymour 12 anni fa Rispondi

    attendo che i Cani rivalutino i Dham e Leandro Barsotti

  • spranga 12 anni fa Rispondi

    feedbaknoise sfondi una porta aperta, veramente è uno schifo, noi abbiamo queste cose e altrove ci sono quelle altre, dai andiamo via dall'Italia! Ti passo a prendere io o passi te?

  • staffiocero 12 anni fa Rispondi

    giorè, milano marittima la prossima volta

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    bhe niente male..... noi con la 42records i cani e colapesce..... altrove la 4AD Ariel Pink , Bon Iver ed Iron and Wine.........

  • nur 12 anni fa Rispondi

    L'inciso sulla copiatura dell'hashtag è da gabbio, Gioré