Sanremo 2016: il pagellone della prima serata

Negatelo pure, ma tanto un pezzetto di festival di Sanremo ieri sera l'avete visto tutti. Fosse solo per dire "che schifo". E allora commentiamolo!

Negatelo pure, ma tanto un pezzetto di festival di Sanremo ieri sera l'avete visto tutti. Fosse solo per dire "che schifo". Lo abbiamo detto tante volte, ma soprattutto la prima impressione di questo festival è che si tratti di un'edizione particolarmente noiosa. Se non pensavamo si potesse fare peggio di Alessandro Siani nel 2015, ci sono sempre Aldo Giovanni e Giacomo che fanno tenerezza ma anche un bel po' di tristezza, Kasia Smutniak e Anna Foglietta con tempi comici del tutto sbagliati, un uomo centenario, nuove imbarazzanti interviste scritte da nuovi imbarazzanti autori, poi per fortuna, se riuscite a resistere fino alla fine, arriva Rocco Tanica e si ride, si ride tanto e di gusto. Ah già, poi c'è Gabriel Garko (ve lo assicuriamo, non era Eva Grimaldi), forse qualcuno si è accorto di tanto in tanto della sua presenza perché accanto a Carlo Conti appariva un pericoloso concorrente di tintarella. Al di là del dilettantismo che aleggia intorno a questa edizione (un esempio è la regia audio, che colpisce quasi tutti, compreso Elton John il cui sontuoso pianoforte ha il suono di una tastiera Bontempi), ciò che ci interessa sono ovviamente le canzoni. Nella prima serata si sono esibiti i primi 10 big, di cui 4 sono già a rischio eliminazione: Irene Fornaciari, Morgan e i Bluvertigo, i Dear Jack e Noemi. Ecco le nostre pagelle per la prima serata.

 

Lorenzo Fragola - "Infinite volte". Voto: 2

Salgono sul palco un paio di orecchie e un rossetto, ma dal rantolo iniziale si capisce che non è Diprè ma Lorenzo Fragola. La canzone ha un testo veramente abominevole, una melodia del tutto dimenticabile, lui è simpatico come un raffreddore ad agosto e provoca moti di odio verso tutta l'istituzione del festival. L'unica speranza a cui aggrapparci è che per questa prima serata ormai si è esibito e non dovremo vederlo più.

Noemi - "La borsa di una donna". Voto: 4

La canzone l'ha scritta Marco Masini, voleva fare "Quello che le donne non dicono", invece gli è venuto fuori uno spot sui tampax, ed è un attimo che dalla borsa della donna spuntino fuori "quei giorni". In ogni caso lei è sempre innocua, e tra gli eliminati è quella con le maggiori possibilità di essere ripescata.

 

Dear Jack - "Mezzo respiro". Voto: N.C.

Mezzo respiro, ma anche meno, visto che la performance di Leiner, il nuovo cantante dei Dear Jack ed ex concorrente di X Factor è la peggiore dai tempi delle Lollipop. Vestiti come nel giorno della loro cresima, i Dear Jack sono già in heavy rotation in tutte le Esselunga. Poi arriva l'atleta di 100 anni, che comunque canta meglio di Leiner.

 

Stadio - "Un giorno mi dirai". Voto: 6

Concedeteci la leggerezza, quegli "oh oh oh" fanno tanto coro da Stadio. Si sente il primo synth progressive che tornerà poi con Enrico Ruggeri, qualche delay rubato agli U2, un tocco di Arcade Fire: se fosse un pezzo di Vasco Rossi ci farebbe 1 milione di copie subito. Però sono gli Stadio, professionali come sempre, forse pure troppo. L'interpretazione di Gaetano Curreri è pulita e mai sopra le righe, il testo è ben scritto. Un brano di totale normalità che di conseguenza potrebbe arrivare sul podio solo se tutti gli altri concorrenti morissero.

 

Morgan e i Bluvertigo - "Semplicemente". Voto 7

La canzone ci sta, ad ascoltarla fuori dalla cornice del festival ci sarebbe piaciuta sicuramente, non facciamo gli indignati perché sappiamo benissimo e da anni che Morgan canta così (ma comunque meglio di Leiner), e poi la regia audio è impietosa nei confronti della band: il basso non si sente, il sax invece è altissimo, mettiamoci un po' di emozione e la performance ne risente. Come da pronostico, sono eliminati senza passare dal via (a meno di non essere ripescati venerdì).

 

Irene Fornaciari - "Blu". Voto: 2

Esiste un universo parallelo al festival in cui Irene Fornaciari ha una vita e non somiglia a un'olimpionica russa degli anni '80. Il testo è stato scritto dai bambini della scuola dell'infanzia Gianni Rodari, deve intervenire Carlo Conti per spiegare che si tratta di una canzone sul tema dell'immigrazione perché non l'aveva capito nessuno. Un giorno si scoprirà che non è manco figlia di Zucchero e allora ci arriverà un bonifico a casa a tutti in segno di scusa per il tempo perso a starle dietro.

 

Rocco Hunt - "Wake Up". Voto: 6 e mezzo

L'arrangiamento va oltre i confini del genere, si sente tanta scuola napoletana (Pino Daniele, Tullio De Piscopo), l'effetto nel totale è un po' carnevalesco e la canzone sui problemi del Sud ha un po' stracciato i maroni, però almeno ci si sveglia un po' dopo ore e ore di manifestazione soporifera. Comunque canta meglio di Leiner.

 

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato - "Via di qui". Voto: 4

Eletta subito a canzone simbolo del festival a partire dal titolo, è scritta da Giuliano Sangiorgi che per l'occasione si è nascosto dentro la Iurato, che ha fatto Amici nonostante abbia il portamento di un tirannosauro. Inizia Caccamo timidamente, con una voce così sottile che ci si chiede se non si siano scambiati di registro. Canzone nella media di Sanremo, potrebbero pure vincere insomma, infatti sono i più quotati alla SNAI. Li rivedremo ad anni alterni a Sanremo da qui al resto della loro vita.

 

Arisa - "Guardando il cielo". Voto: 5

Arisa ha una bella voce come sempre, nella canzone trova dio, forse perché è ancora in botta dal 2015. Se tutto va bene "Guardando il cielo" sarà una hit su Radio Maria e in tutte le playlist Spotify di Paolo Brosio.

 

Enrico Ruggeri - "Il primo amore non si scorda mai". Voto: 8

Mano a mano che la canzone va avanti, superato il reggae, superato il testo francamente superfluo, superata la paura di non essere davanti all'ex punk prima di te ma ai Negrita del periodo frikkettone, il brano diventa il migliore del festival, con un sound vintage che rispolvera certi synth grossi così alla Goblin. Vai Enrico, giustiziali tutti.

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L'articolo Sanremo 2016: il pagellone della prima serata di Chiara Longo e il gruppo d'ascolto Trashpotting è apparso su Rockit.it il 2016-02-10 10:19:00

Tag: Sanremo

COMMENTI (10)

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  • SandroSala 8 anni fa Rispondi

    dopo circa 20 anni ho riguardato s remo. brutto brutto brutto, salvo Bosso grandioso, Kidman bellerrima, e la comica che imitava fracci (scusa, ma non ricordo il nome) eccezionale. stendiamo un pelo vietoso sul presentatore

  • SandroSala 8 anni fa Rispondi

    dopo circa 20 anni ho riguardato s remo. brutto brutto brutto, salvo Bosso grandioso, Kidman bellerrima, e la comica che imitava fracci (scusa, ma non ricordo il nome) eccezionale. stendiamo un pelo vietoso sul presentatore

  • UhUhUh 8 anni fa Rispondi

    Commento vuoto, consideralo un mi piace!

  • ark72 8 anni fa Rispondi

    :-) :-) :-)

  • ark72 8 anni fa Rispondi

    Commento vuoto, consideralo un mi piace!

  • ilfieno 8 anni fa Rispondi

    Rocco Hunt è satana

  • consolato 8 anni fa Rispondi

    Sarà che rockit si occupa quasi esclusivamente di musica indipendente e underground, ma penso che un pò di imparzialità nel giudicare canzoni di artisti legati a grosse etichette non guasterebbe. Sono ansioso di leggere la seconda pagella.

  • MaxGit 8 anni fa Rispondi

    cattivoni .... impietosa ma purtroppo lucida sintesi LOL. Rocco Hunt però era OK, imho

  • poyana 8 anni fa Rispondi

    -Negatelo pure, ma tanto un pezzetto di festival di Sanremo ieri sera l'avete visto tutti. Fosse solo per dire "che schifo"-

    è proprio su questo incipit che si fonda la cultura italiana del "tanto lo facciamo tutti"
    invece no, per fortuna c'è gente che il festival proprio non lo caga di striscio

  • lauretti95 8 anni fa Rispondi

    Non scordiamoci della Pausini che duetta con sé stessa che neanche l'ologramma di Tupac al Coachella