Il racconto del concerto di Kaos al Locomotiv di Bologna

Il rapper casertano ha da poco pubblicato il nuovo album "Coup de Grace", ed è in tour per presentarlo. In questo live report il racconto della data bolognese, in cui non è mancato il saluto a Primo Brown

Kaos One
Kaos One - Tutte le foto sono di Diletta Caimmi

Regna il silenzio nella stanza, al Locomotiv. Sono le 23:45 e tutti attendiamo che sul palco salgano dj Craim e Kaos One. Abbiamo giù avuto il Djset dell'Arena 051, Virux ha già presentato il suo ultimo disco "Mostro del Mare" insieme a Latte MC, Kappa-O e il fidatissimo dj Dima. L'attesa, ora, è finita: Craim avvia le macchine d'acciaio e, dopo un omaggio a Sean Price si comincia. "La vittima è la musica" suona forte, luci blu, inizia la scratchosissima introduzione che porta Marco Fiorito sul palco a salutare Bologna. Si comincia subito alla stragrande con un medley tra "Querencia" e "Centopercento" e se c'è una cosa che subito colpisce è la sicurezza con cui lo show va avanti.

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L'alchimia trai due è evidente, Kaos è perfetto nell'esecuzione per intensità della voce, delivery e carisma mentre le mani di tutto il locale si muovono a tempo. Le sigarette del bravissimo e bellissimo Craim volano velocissime, una dopo l'altra, proprio come le strofe impeccabili del Don che si alternano tra classici come "La zona morta" o brani del nuovo disco "Coup de grace" come "Distanze" o "Pandora". Uno show che infrange la quarta parete quando Kaos si ferma ad ammirare la bravura del suo compagno, quando si trova a confessare il proprio vissuto al pubblico o quando lo ammonisce nel medley tra "Firewire" e "Canale zero pt. 2" spiegando che: "la rete, lo dice il nome, è una trappola".
Uno show che si ritrova a suscitare autentiche emozioni nel vuoto lasciato dalle ultime parole dell'intro di "Post-Scripta" ("finisco, saluto, parole silenziose / l'avete sempre saputo: siete voi cose preziose") e l'intro di quella "Cose preziose" che fa tornare tutti, indistintamente, degli adolescenti con i jeans larghi pieni di sentimenti. Non c'è davvero tempo per i lucciconi, perché subito si riparte con l'hardcore più puro con "Il codice", "Ciao ciao" e "L'anno del drago" che scatenano un coro che stravolge la sala e rende veramente l'idea di cosa voglia dire essere l'icona di un genere, sin dal 1986.

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"Siamo ormai in zona cesarini" annuncia Kaos, sereno, felice di portare con sé qualcosa di buono, stravolto dall'amore ricevuto dal pubblico, e Craim si lascia andare a una breve sessione di beat-juggling e scratch esaltanti. Prima di chiudere davvero, prima di dare la buonanotte al pubblico e mandarlo a casa a fare l'amore, c'è il saluto a Primo Brown, recentemente scomparso. Le note di "Coup de Grace" suonano forti, l'esecuzione è ancora una volta perfetta. La maxifoto è fatta, l'endorfine si possono tagliare con il coltello talmente sono palpabili, il sipario si chiude, profondamente convinti che nulla sarà davvero come prima.

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L'articolo Il racconto del concerto di Kaos al Locomotiv di Bologna di Raffaele Lauretti è apparso su Rockit.it il 2016-02-13 00:00:00

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