Chi è Fabio Rovazzi, l'autore del primo disco di platino ottenuto solo con gli streaming

Quasi 30 milioni di visualizzazioni, è già il tormentone dell’estate 2016 e l'autore è tutto fuorché un musicista: abbiamo intervistato Fabio Rovazzi

“Andiamo a comandare” è stata la prima canzone italiana in assoluto a diventare disco d’oro solo grazie allo streaming e alle visualizzazioni di YouTube (ad oggi ne ha quasi 30 milioni). Poco dopo ha raggiunto il platino. Abbiamo intervistato Fabio Rovazzi per parlare di video, di tormentoni estivi, di hit spaccaclassifiche e del Dio della viralità che va sempre ringraziato.

Hai da poco raggiunto il disco di platino e “Andiamo a comandare” è uno dei tormentoni estivi del 2016. Tutto questo successo è faticoso da gestire?
No dai, non è così tragica (ride). A parte il fatto che ho dovuto cambiare numero di telefono, tutto il resto è ok. Non posso lamentarmi.

Se ti chiedessi che lavoro fai sapresti rispondermi?
Ne faccio più di uno. La mia attività principale è fare video, poi ci sarebbe quella dell’attore - non saprei manco come definirmi: comico web? - ma quasi non lo considero un lavoro. Mi piace molto scrivere idee, pensare nuovi format o script per dei video musicali. Non sono uno di quegli autori che funzionano a comando, se un progetto mi appassiona inizio a buttar giù spunti e poi li propongo in giro: magari do qualcosa a Fedez e J-Ax, oppure aiuto altri a fare comunicazione web. Diciamo che, finora, le poche idee che ho avuto hanno funzionato.

“Andiamo a comandare” come è nata?
Era una frase che girava già da un po’ in rete: c’era quest’immagine di un contadino tutto sfatto sul trattore che diceva “in tuta andiamo a comandare”. Mi faceva molto ridere come claim, anche perché non è propriamente un italiano corretto. Io ho provato a inserirla in un contesto un po’ meno trash aggiungendoci anche altre cose. La produzione è di Merk & Kremont, sono due producer EDM molto bravi. Ho fatto due video per loro e, da lì, siamo diventati amici. Un giorno in studio abbiamo provato a fare un pezzo ed è nata la canzone. Ovviamente è successo tutto in modo scherzoso, non siamo partiti con l’intenzione di raggiungere il platino.

Sei consapevole che a flow sei messo maluccio, no?
Ma io non so cantare! Non ho mai cantato in vita mia, se non nel coro delle scuole medie (ride).

Tempo fa Rocco Hunt mi aveva detto che ormai è sempre più difficile distinguere uno youtuber da un rapper, sei d’accordo?
Forse lui si riferiva al fatto che alcuni rapper si sono lanciati a fare video divertenti sul web. A mio avviso non c’è neanche da porsi il problema, sono due figure molto diverse.

Certo è che diventare un personaggio mediatico - non per tutti, ma per molti sì - è una parte fondamentale per chi lavora con la musica. Secondo te in futuro lo sarà sempre di più?
Detto in tutta sincerità, non è che io stia facendo così tanti soldi con questo brano, anzi (ride). Non è dalla vendita dei dischi o dallo streaming che guadagni, credo siano altri i percorsi che portano soldi ad un artista. Credo che la regola sarà sempre la stessa: fare tante hit. Io spero che non ci sia mai il “metodo Rovazzi”: è stato fatto tutto talmente a caso, da “Andiamo a comandare” non si possono tirare fuori degli insegnamenti o delle linee guida da seguire.

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Senza il suo il video la canzone avrebbe funzionato lo stesso?
Assolutamente no. Se avessi solo caricato la canzone su Spotify non avrei fatto questi numeri. Sono molto contento che la canzone stia passando in radio ma sono anche un po’ spaventato perché penso che l’ascoltatore medio, che non ha visto il video e potrebbe non capire l’ironia del pezzo, abbia tutto il diritto di chiedersi: ma cos’è stata cagata?

Da febbraio ad oggi come sono cresciute le visualizzazioni?
Tutti mi dicono che ho fatto 28 milioni di view solo perché nel video c’è tutta una serie di personaggi famosi, tra cui J-Ax, Fedez e molti altri. In realtà è andata diversamente: appena caricata, la canzone ha fatto un boom da mezzo milione ma dopo è morta subito. Vuol dire che all’inizio le persone che seguivano quei personaggi hanno guardato il video ma poi non sono più ritornate su quella pagina. Dopo molti mesi che il video non veniva più cliccato, a maggio ha preso piede la viralità e le condivisioni. Ha iniziato a fare numeri devastanti, 5-600.000 view al giorno, e crescono sempre di più.

E tu che spiegazione ti sei dato di tutto ciò?
Pura e semplice viralità.

Quindi c’è solo da ringraziare il Dio della viralità?
Si (ride). È un po’ come “Gangnam Style”.

Ma Psy, poi, non è più riuscito a ripetere il record fatto con quel pezzo.
Ha fatto altri ottimi risultati con “Gentleman" ma non ha più superato il miliardo di view, è vero. Se posso permettermi un giudizio, lui ha sbagliato perché dopo il successo di "Gangnam Style", ha voluto fare il "Gangnam Style 2", "3", "4", quando in realtà doveva inventarsi qualcosa di nuovo. A prescindere dai possibili errori, Psy è veramente un genio e mi fa un sacco ridere. Io continuerò a fare canzoni perché con “Andiamo a comandare” mi sono divertito molto, ma so già che sarà impossibile ottenere lo stesso risultato. Ci sono talmente tanti elementi inspiegabili che l’hanno fatta funzionare che non puoi metterti a tavolino e ottenerli di nuovo. Continueremo a buttar fuori idee e vediamo come va.



Tu hai iniziato prima con i video musicali o con le clip comiche su Facebook?
È successo tutto più o meno insieme. Ho iniziato a sperimentare i primi video sul web e, nel frattempo, collaboravo con alcuni produttori di musica elettronica girando i loro video musicali.

Perché hai preferito Facebook - che non paga in base alle visualizzazioni - rispetto a YouTube?
I realtà non ho così tanti follower - sono circa 300.000 - non sono certo così famoso. Il botto l’ho fatto solo con “Andiamo a comandare”, gli altri video su Facebook non hanno mai fatto dei numeri così esagerati, tolto tre o quattro che sono andati molto bene. Tieni presente che in Italia Facebook è il social più utilizzato, se avessi caricato gli stessi video su YouTube non avrebbero fatto così tante visualizzazioni. Facebook non ti paga - anzi spesso chiede a te di pagare per sponsorizzare meglio i tuoi post e arrivare a tutti i tuoi follower - ma, al momento, è la piattaforma migliore per sperimentare l’effetto virale di determinati video comici.

Non ti è mai interessato diventare uno youtuber?
In realtà uno youtuber guadagna tanto se propone tanto: YouTube premia molto la tua produttività, se carichi due o tre video al giorno e fai 100-200.000 view a video, puoi guadagnare tanto. Uno youtuber medio guadagna poco, mille euro al mese, se gli va bene. Un top di gamma arriva anche a 20-30.000 al mese ma devi essere concentrato al 150% su questo lavoro.

A te cosa piace di più del fare video?
Io mi gaso molto mentre li faccio, poi, una volta pubblicati, non mi piacciono più. Sono un po’ perfezionista, il che è anche un bene perché mi spinge ogni volta a fare meglio. La cosa bella di questo lavoro è che fai cose che ti piacciono e, sostanzialmente, ti fanno ridere. I veri lavori sono altri, dai.

Tipo?
Per un po’ di tempo ho lavorato in un negozio di elettronica dove montavo i computer. Era più un hobby, la mattina saltavo la scuola e andavo da questi miei amici, mi è sempre piaciuto quel mondo lì. Poi ho fatto l’animatore, il cameriere, ho lavorato un po’ nelle discoteche come PR, ho fatto un po’ di tutto.

Quanto tempo impieghi per realizzare un video?
Dipende, se è un multi-location chiaramente ci metti più tempo perché devi spostarti da un posto all’altro, scegliere le in quadrature per ogni location, ecc. Non c’è una regola: ci sono video di poche decine di secondi che mi hanno richiesto una settimana e altri girati in dieci minuti.

L’idea del fallo in orbita a chi è venuta?

Io e Federico Clapis siamo due menti piuttosto malate. Quando ci siamo conosciuti abbiamo iniziato a sparare idee matte a raffica, del livello mentos nella bottiglia della coca-cola per intenderci. Ai tempi in America andava parecchio la cosa del lanciare gli oggetti nello spazio e noi ci siamo inventati questo esperimento, ovviamente rivisto in chiave trash. Per me era un’idea devastante ma purtroppo non se l'è cagata nessuno, in molti hanno creduto che fosse un fake.

Qual è la cosa che uno youtuber non dovrebbe mai fare, anche a costo di rinunciare ai soldi o alle visualizzazioni?
È una domanda piuttosto complicata. Ce ne possono essere tante, ognuno può avere dei propri limiti che si impone di non superare mai. Io conosco molti youtuber, ad esempio, che vivono solo di quello: passano giorno e notte a registrare video. Secondo me è una cosa che ti può portare all’esasperazione: se diventa tutta la tua vita puoi degenerare come persona, magari inizi a dar troppo peso ai commenti o al numero di view; ne ho visti di personaggi così. Poi ci sono tante cose che non andrebbero fatte: tirarsela senza motivo, ad esempio, o dare messaggi sbagliati.

Dicendo che sei astemio e che non ti droghi non rischi di passare per quello che fa musica per bambini? Magari ti invitano come ospite all’Albero Azzurro.
No dai, non sono un papa boys (ride). Ovviamente non ho scritto quelle cose per dire che è sbagliato bere o farsi le canne. Il principio alla base è sfottere - ma nemmeno, sfottere è fin troppo aggressivo come termine - o quanto meno ironizzare su tutti quelli che dicono “faccio brutto nel mio quartiere”, che si affittano la Ferrari California e due mitra a pallini e fanno gli scemi con la loro gang (che non esiste nemmeno). Mi fa ridere dire che vado a comandare sbocciando acqua minerale. E sia chiaro, a me il rap italiano piace molto, soprattutto il nuovo filone formato da Ghali e altri. Mi fa solo un po’ ridere quelli che fanno i gansta come se fosse una cosa di cui vantarsi o che parlano solo di droga e alcool; anche perché poi li incontri per strada o nei backstage e sono delle persone normalissime. 

Il tuo video di cui sei più orgoglioso qual è?
“Come evito il Sabato Sera”, mi fa sempre ridere pur essendo un video semplicissimo. L’idea mi è venuta un sabato alle tre di notte mentre tutti i miei amici mi dicevano di uscire per andare a ballare. Ho preso la telecamera, ho iniziato a piazzarla in giro per casa, ed è uscito il video. A parte la soddisfazione di averlo fatto tutto da solo, il bello è che l’idea è semplice. Avere le idee semplici e funzionanti è la cosa che mi piace di più. Spesso ti incastri andando a pensare cose complicatissime, poi le giri e non funzionano. La semplicità, di solito, ti fa un sacco bene.

Sei davvero il nerd che preferisce stare a casa la sera invece che andare in discoteca?
Io ho lavorato nei locali per tre anni. All’inizio ero gasatissimo ma quando da PR sono passato a fare i video delle feste ho iniziato a odiare quel mondo. Quindi, se mi dici “andiamo a ballare”, ti rispondo “zero totale”. Ormai mi rompo le palle, i locali sembrano tutti fatti con lo stampino: sempre la stessa musica, sempre le stesse cose. Sinceramente preferisco stare a casa a guardare Netflix.

Cosa ascolti ultimamente?
Mi piace molto la future house. Più in generale sento un po’ di tutto, vado in cerca delle playlist dedicate alle hit di Spotify e me le ascolto. Adesso sono in fissa con un pezzo che hanno fatto due miei amici, Lush & Simon, con Don Diablo e Steve Aoki che uscirà alla fine di questo mese, secondo me sarà una hit estiva pazzesca. Purtroppo in questo periodo non ho tanto tempo libero per ascoltare musica.

Il tuo videomaker preferito?
Di video musicali non ti saprei dire, mi piace seguire la musica elettronica e ogni giorno escono centinaia di canzoni nuove, è difficile trovare un nome di rifermento. Poi credo che in questo momento non ci sia un regista che fa solo videoclip incredibili, posso sbagliarmi ma non ne vedo. Io seguo molto gli aftermovie dei festival e c’è un ragazzo, Final Kid, che ha un talento incredibile. Fa tutti quelli dell’Ultra Music Festiva, tu mi dirai “è l’Ultra, è normale che venga una figata”, in realtà è uno sbattimento enorme: mille operatori, gli elicotteri, ecc. È un lavoro della madonna e lui è veramente un fenomeno.

Mentre di quelli che fanno video su Facebook chi ti piace?
Beh, Zach King. L’avrai visto sicuramente, è quello che riesce a fare effetti spettacolari giocando con le proporzioni delle immagini o con il senso di prospettiva dell’inquadratura.

Che sono cose che fai anche tu ma, permettimelo, il risultato è leggermente più cheap.
(ride) Ma tu hai mai visto un video di backstage dei lavori di Zach King? Non hai idea di quante persone ci lavorino dietro. Io, da appassionato, cerco di prendere le cose che mi piacciono e che vedo in rete e provo a metterle nei miei progetti, ma se volessi far davvero qualcosa di simile dovrei spendere almeno 7.000 euro di effetti speciali per un video di pochi secondi. Mi sembra poco produttivo, no?

Scherzi a parte, i tuoi video quanto costano?
Un cazzo, gratis. (ride)

Da grande cosa ti piacerebbe fare?
Ma che ne so? Me lo chiedono tutti ma non lo so. Sono piuttosto volubile, faccio tante cose, alcune riescono altre no, alcune mi piacciono un sacco ma poi non funzionano. Il mio sogno nel cassetto è lavorare nel cinema ma, sai, è una di quelle cose che tengo lì senza sapere se accadrà mai. Vedremo.

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L'articolo Chi è Fabio Rovazzi, l'autore del primo disco di platino ottenuto solo con gli streaming di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2016-07-08 12:26:00

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