E con dolcezza è partita la mia mano: dieci canzoni sull’autoerotismo

Dieci canzoni sull'autoerotismo, da leggere e ascoltare senza il timore di diventare ciechi.

09/04/2018 - 09:00 Scritto da Giuseppe Catani

Un tempo era considerato peccato. Peccato mortale. Almeno per la morale cattolica. Poi, un giorno, l’autoerotismo fu (anche se non del tutto, c’è da dirlo) sdoganato anche dalla Sacra Romana Chiesa. Bastò un articolo, pubblicato nel 1996 dal settimanale “Famiglia Cristiana” e vergato da Don Leonardo Zega (sì, si chiamava davvero così), a rimettere in gioco la questione: “Anche la persona più ostile alla Chiesa” – scrisse il prelato – “vorrà riconoscere che nell’orizzonte del cristianesimo ci sono in gioco cose ben più grandi che la proibizione di mettere le mani in certe parti del corpo per trarne piacere”. Amen. In un attimo cambiò tutto. Dal rischio di bruciacchiarsi con le fiamme dell’inferno si finì a incensare la celebre battuta di Woody Allen, secondo il quale “non bisogna denigrare la masturbazione, perché è fare sesso con qualcuno che si stima veramente”. E poi il mondo della canzone tirò un sospiro di sollievo. Con tutte quelle canzoni pruriginose... Che dire di “Alba chiara”, di “Caffè nero bollente”, dell’ardita metafora di “Una carezza in un pugno” o del finale di “Disperato erotico stomp”? Potremmo continuare per un bel po’ ed è proprio quel che stiamo per fare con questa playlist. Da leggere e ascoltare senza il timore di diventare ciechi.

LUCIO BATTISTI – ANONIMO

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Tratta dal capolavoro “Anima latina”, “Anonimo”, come ha avuto modo di spiegare Mogol, l’autore del testo, possiede “spunti autobiografici dalla vena erotica. Forte e rivoluzionario per l’epoca il linguaggio (“a masturbarsi un po’”), non usuale in una canzonetta” (dal booklet di “Anima latina”, Mogol Edition).

BAUSTELLE – GOMMA

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I Baustelle dell’esordio, quelli del “Sussidiario illustrato della giovinezza”. Nel testo di “Gomma”, cantata in coppia da Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi, si insinuano all’improvviso (ma mica tanto): “fantascienza ed erezioni che mi sfioravano le dita”. A suggello di una canzone ad alto tasso di erotismo. 

BLUE VIRUS – SEDATIVO

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Antonio Corda, aka Blue Virus, firma “Sedativo”, un rap torrido, dal flow sciolto e vivace, un fiume di parole che sfocia in un’immagine non certo da libro Harmony, nonostante l’uso della parola cuore: “Il mio cuore batte assieme a ogni desiderio sessuale, mi faccio una sega in macchina, tranquilli che guida mia madre”.

C.S.I. – M’IMPORTA ’NA SEGA

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Già l’attacco non è male: “Schizza la mente quando la si tende, si contorce, si espande, se risucchiata ruggisce di dolore e di piacere”. Poi si arriva al dunque, oltre la metafora: “Del resto m’importa ’na sega, sai, ma fatta bene che non si sa mai”. “M’importa ’na sega” è anche il titolo del tour con il quale i C.S.I. si imbarcano in tour tra il 1997 e il 1998, forti del primo posto nelle classifiche di vendita raggiunto dal loro “Tabula Rasa Elettrificata”

GIORGIO GABER – LA BUGIA

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Se nel recitativo “La masturbazione” il linguaggio è crudo e immerso in immagini sado-maso, in “La bugia” Giorgio Gaber ricorre all’innocenza di un fanciullo per descrivere la bellezza dell’autoerotismo: “Credo nella bugia, quando un bambino si nasconde, quando sdraiato, timido in mezzo all'erba, non fa niente di male, accarezza il suo corpo e dolcemente si masturba: è cosi naturale”.

RINO GAETANO – SEI OTTAVI

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“Chi coglierà il mio fiore bagnato di brina?”. E ancora: “E chi mi sfiora le labbra, chi mi consola? Forse un bambino già grande o io da sola?”. Rino Gaetano affronta il tema della masturbazione femminile in un’Italia, quella del 1977, attraversata da onde libertarie e rigurgiti femministi ma pur sempre bigotta e appisolata ai piedi della basilica di San Pietro. Il controcanto è di Marina Arcangeli, all’epoca voce della Schola Cantorum.

JUMBO – VANGELO?

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Storico gruppo prog nato a inizio anni ’70 e ancora in attività, i Jumbo scrivono questo atto di accusa nei confronti della morale cattolica, un vero e proprio inno alla libertà di toccarsi e praticare la sana arte dell’onanismo. 

MAURI MINES – ANNALISA

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Annalisa non ha voglia di far niente: non vuole bere, non ha intenzione di uscire, di andare a fare un giro in moto, di guardare le vecchie foto. E al suo partner non rimane altro che esprimere una preghiera: “Fammi una sega Annalisa, te lo chiede un poeta”. Un poeta che risponde al nome di Mauri Mines.

GIANNA NANNINI – AMERICA

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Il primo successo commerciale di Gianna Nannini arriva sul finire degli anni ’70 ed è un inno alla masturbazione. “Per oggi sto con me, mi basto, nessuno mi vede, e allora accarezzo la mia solitudine”. “America”, scritta assieme a Mauro Polizzi dei Nuovi Angeli, raggiunge il terzo posto nella classifica dei singoli più venduti in Italia nel 1979. 

ANDREA TICH – MASTURBATI

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Andrea Tich segna il suo esordio discografico nel 1978 con l’album “Masturbati”, prodotto da Claudio Rocchi e pubblicato dalla Cramps di Gianni Sassi. La canzone omonima descrive con dovizia di particolari l’atto masturbatorio, “tanto bello prima, quanto triste dopo”. Il cantautore siciliano tornerà sull’argomento con “La notte (stai sveglio)” , tratto da “Siamo nati vegetali” del 2010, il disco del ritorno sulla scena.

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L'articolo E con dolcezza è partita la mia mano: dieci canzoni sull’autoerotismo di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2018-04-09 09:00:00

COMMENTI (4)

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  • dyla_love6 anni faRispondi

    E "pelle" degli Afterhours?? "È facile sai, averti, se chiudo i miei begli occhietti spenti" e ancora: "cerco su di me la tua pelle che non c'è, ti entravo in fondo dentro lo sai, soltanto per capire chi sei"..

  • tittisoda6 anni faRispondi

    mej! mica l'avevo capita "una carezza in un pugno" !

  • giuseppecatani6 anni faRispondi

    Leggi l'intoduzione!

  • psychonursing6 anni faRispondi

    Avete dimenticato “Albachiara” di Vasco Rossi