CBCR 2018: gli artisti su cui puntare secondo Rockit

I nomi su cui scommettere per il futuro, tra urban e chitarre ecco i 12 artisti di cui sentiremo parlare nei prossimi mesi-

grafiche di @beynot
grafiche di @beynot

È arrivato il momento dei bilanci di fine anno, quando ci mettiamo a spulciare gli artisti, i dischi e i nostri ascolti, per buttare giù una mappa di quello che succederà nella musica italiana nei prossimi anni. Molti da qui sono partiti per fare qualcosa di più grande, che sia la collinetta del MI AMI o l'Arena di Verona. Questa, poi, è l'occasione che abbiamo per mettere a fuoco che cosa vogliamo fare, di che musica parliamo, che mondo vediamo arrivare. Insomma non è solo Rockit che parla degli artisti emergenti, ma quali artisti sono arrivati più vicino a parlarci.

Voi qua sotto, ad arrivare da zero a cento quanto ci mettete? La risposta sta a voi. E invece di ridurre il numero di artisti che meritano di stare in questa lista, abbiamo deciso di aumentarlo, includendo realtà forse non troppo mature, ma dove abbiamo visto qualcosa che ci interessa, oltre all'hype. Qui sotto, quelli a cui abbiamo detto che no, forse non è il momento ora, ma cresci bene che ripasso. Scommettiamo sul futuro?

 

Tropea

Quest'anno vi sarete accorti di quanto siamo legati ai Tropea. Abbiamo detto che sono inconsapevolmente la miglior band di Milano, abbiamo detto che dal vivo spaccano e mesi prima abbiamo messo in compila "Lost in singapore" . Dagli ultimi live, poi, c'è qualche novità: il loro elengantissimo pop all'inglese si sta evolvendo verso nuove forme, così da non rischiare lo stucchevole, hanno registrato nuovo materiale e stanno intessendo le prime collaborazioni. Insomma quell'inconsapevolezza in cui li abbiamo conosciuti sta cominciando a maturare, sotto il sole dell'attenzione che hanno iniziato a ricevere. Noi restiamo in prima fila sotto palco. Stay hydrated, stay Tropea. // Pietro Raimondi

 

Venerus

Venerus è il pop del futuro mischiato col soul che andava fino a cinque anni fa. Se il mondo fosse nostro questa sarebbe la roba che trovi in classifica. Trasferitosi a Roma dopo cinque anni passati in Inghilterra, Venerus arriva con un misto di jazz, soul, black music,un pizzico di sale e un'impastatona di elettronica. Quando hai un timbro del genere è difficile saperlo gestire senza diventarne schiavo, ma Venerus riesce ad arrivare prima di tutto questo, forte di un songwriting solido e strutturato. Internazionale nel cuore, godiamocelo e diamogli un buon motivo per non tornare a Londra. // Vittorio Farachi

 

Sorrowland

Vengono da Roma ma non importa, perchè potrebbero essere partiti da qualsiasi altra parte, e sono Osore, Vipra e Gino Tremila. Nella ridefinizione di quello che l'urban sta diventando in Italia arrivano i Sorrowland. Tra Crystal Castles e trap, tra la carne cruda e una giacca di pelle, tra video mapping e un vecchio divano. Freschissimi, giovani e belli, hanno un'urgenza, una fame e qualche tipo di ulcera che spesso manca al resto della scena. Se oggi fare musica spesso non è abbastanza, loro sono l'esempio di come un'idea buona è più importante del mezzo, e di come l'espressione artistica può avere mille forme diverse contemporaneamente. Che sia per le produzioni, per un film, per i testi o per un libro, per un'installazione o per una linea di felpe, di sicuro sentiremo ancora parlare dei Sorrowland. // Vittorio Farachi

 

 

Chadia Rodriguez

Chadia Rodriguez è la rapper che quegli spacconi dei suoi colleghi se li mangia a colazione. In una scena dove le artiste femminili vengono spesso cedute al pop, Chadia non deve chiedere niente a nessuno. E perchè puoi essere una rapper donna non solo perchè sei donna, ma soprattutto perchè sei brava. Con l'eredità dei Prozac+ sulle spalle, è una delle più veloci artiste in crescita in Italia in questo momento. Un buon futuro, Chadia. // Vittorio Farachi

 

IRBIS 37

Quel ragazzo che ha appena iniziato a collaborare con Undamento, e che, con una vera backing band/crew di amici ha suonato prima di tutti gli ultimi live di Frah Quintale, noi lo abbiamo riconosciuto. Il taglio degli occhi, la scrittura, la voce, sono inconfondibili. Questa estate il suo singolo "Calimero" è stato uno dei nostri tormentoni, ma ancora prima, quando si chiamava Sadie e aveva appena iniziato a produrre, la sua "Cenere" buttata su YouTube ci aveva colpito davvero. Ora, senza la minima increspatura, mette insieme rap tradizionale e nuovo hip-pop, nostalgia e dolcezza. Da Bovisa con trasporto e furore, siamo curiosissimi di sentire il disco nuovo. // Pietro Raimondi

 

Tutti Fenomeni

Che il lol rap sia cresciuto tanto nell'ultimo anno è un dato di fatto, qui però siamo in un'altra categoria. Sul continuo filo rosso tra lo straniante, l'assurdo e il serioso, Tutti Fenomeni viene dagli anni '50 più idealizzati del mondo. Bello in modo antico, bravo nel futuro. Quando scrive non capisci quanto ci creda, quanto no e perchè farlo in quel modo. E se gli anni '80 e le vacanze a Cortina vengono rivalutati lui li esaspera, grazie. Se c'è qualcuno che da tutto questo riderci su e fare bene le cose nello studietto può tirarci fuori una prospettiva, quello è Tutti Fenomeni, ed è molto più serio di quanto pensiate. Tecnica e cuore, un giusto grado di alienazione perversa e la faccia tosta di chi può fare molta, molta strada. // Vittorio Farachi

video frame placeholder

 

GINEVRA

Niente da fare, per quanto possano assomigliare a qualcosa che già abbiamo, ogni anno finiamo per innamorarci di nuovo di qualcuno che nel cuore si porta gli alberi, la montagna, Bon Iver, il mare d'inverno e le armonie eteree. Quest'anno si chiama GINEVRA. Nata a Torino, classe 1993 e fuori con solo un signolo, ma tanto basta a farci dire che questa cosa qui vorremo ascoltarla ancora. Percussioni, riverberi e luce soffusa. // Vittorio Farachi

 

Maggio

Maggio è uno dei nomi più freschi in assoluto qui dentro, sicuramente tra quelli che per ora non leggerete da altre parti, e sicuramente ha molte carte catchy dalla sua: è asiatico, di mamma e papà cinesi, è romanissimo e tre anni di vita e lavoro a Milano non hanno intaccato per niente il suo accento, bazzica la moda, fa emo-rap... ha quasi tutto quello che serve per essere una novità e una garanzia. Ma non è per nessuno di questi motivi che ci ha convinti. Facendo freestyle in cameretta su type-beat, buttando giù i pensieri sin da ragazzino, pubblicando su YouTube le prodezze sue e della sua crew Klen Sheet, Maggio ha maturato una scrittura davvero estesa e profonda, che risponde perfettamente all'imperativo di Andrea Pazienza "viscere sul tavolo". Quest'anno pubblicherà il suo primo EP, e siamo sicuri che sarà l'inizio di un viaggio decisivo. // Pietro Raimondi

video frame placeholder

 

LaHasna

Hasna Doubiani, artista italo marocchina classe '93 meglio conosciuta come LaHasna. Tra soul, jazz, urban, hip hop e nuovo mondo arabo sta LaHasna, con un beat ipnotico su cui balla in modo strano. Le produzioni di Salam Carter portano un continuo, tenue disturbo ai brani, che alla fine poi sono sempre accenanti, una mano che preme l'accordo e nasconde la mano. C'è il blocco, la strada e Berlusconi, ma anche un ricerca musicale interessante e originale. Non è sicuramente un punto di arrivo, ma può essere un'ottima partenza. // Vittorio Farachi

 

Tonno

Ok forse è un po' uno scherzo mettere i Tonno; ma loro sono i primi a non prendersi troppo sul serio, e quindi direi che siamo in perfetta sintonia. Dopo un articolo in cui ve ne abbiamo parlato come dei Camillas emo credevamo che ci sarebbe passata la scimmia per questi poeti incompresi di Scandicci, ma niente da fare. Abbiamo messo in riproduzione "VHS" e ci siamo guardati tutti con entusiasmo e commozione: non occorreva discutere, ci sono mille motivi per non puntare niente sui Tonno. E quindi eccoci qui, a puntare sui Tonno. // Pietro Raimondi

 

Her Skin

Sara Ammendolia è una ragazza di Modena che canta canzoni molto dolci con la chitarra acustica. Lo fa da un po' di tempo, ha anche pubblicato qualche lavoro prima di "Find a place to sleep", l'ultimo disco che stiamo ascoltando, e nel 2019 suonerà al SXSW, insomma tra questi CBCR forse lei è la più navigata. Tuttavia, tra tante artiste italiane-in-inglese che le potrebbero assomigliare, Her Skin sembra avere ancora tanto spazio operativo per cambiare, evolvere, e occupare dei pertugi della musica internazionale che in Italia sono ascoltati, ma non ancora suonati. Questo è un atto di fiducia, Sara: il tuo songwriting può sorprenderci ben oltre la comfort zone di ciò che già ti riesce benone. // Pietro Raimondi

 

cbcr articolo-03
cbcr articolo-03

Laila Al Habash

Laila è il CBCR scatola chiusa di quest'anno. Un po' come Fadi per l'anno passato, ci riserviamo uno spazio per un nome che inizierete a sentire tra una manciata di mesi. Non la troverete sui social o sulle piattaforme di streaming, e per ora nemmeno sulla pagina della sua etichetta, Bomba Dischi, con cui pubblicherà nel 2019 un po' di canzoni che sta registrando adesso, tra un esame e l'altro. Ha suonato solo in qualche locale di San Lorenzo e Pigneto, parla di adolescenza, di giri per Roma, di sincerità e di noia, nulla di strano, ma per quello che abbiamo sentito possiamo garantire uno sguardo diverso, una prospettiva inedita, femminile e diretta, senza troppi complimenti. Come suonerà? Possiamo solo dirvi che è fissata con Mina e Raffaella Carrà, e quando può si ascolta Kali Uchis, Princess Nokia e Devendra Banhart. Staremo a vedere. // Pietro Raimondi

 

---
L'articolo CBCR 2018: gli artisti su cui puntare secondo Rockit di Redazione è apparso su Rockit.it il 2018-12-12 10:55:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia