Vinile, CD o streaming: quale formato inquina di più?

L'industria musicale e il suo impatto nell'ambiente

14/03/2019 - 16:15 Scritto da Simone Stefanini

La mattina del 15 marzo, tutto il mondo si fermerà per il Global Strike For Future, lo sciopero contro il cambiamento climatico, per sensibilizzare comunità e Governi sull'enorme pericolo che sta correndo il pianeta Terra, inquinato e ridotto allo stremo dagli esseri umani, al di sopra di ogni ragionevole interesse economico o sociale. L'attivista Greta Thunberg è il simbolo mondiale di questa protesta: una ragazzina svedese con le trecce bionde e la sindrome di Asperger che dal 20 agosto del 2018 ha scelto di non andare più a scuola, di scioperare ogni venerdì mattina (#fridaysforfuture) per il futuro della Terra. La potenza del suo messaggio è stata recepita a livello globale ed è notizia recente che Greta sia stata indicata per il Premio Nobel per la Pace 2019.

Il suo colpo di testa adolescenziale potrebbe davvero salvare il mondo, se da questo momento in poi  ci attenessimo tutti alle semplici regole di risparmio energetico, alla raccolta differenziata dei rifiuti e alla drastica riduzione della plastica, che da sola sta distruggendo flora e fauna a causa della sua biodegradablità praticamente nulla. A questo proposito, l'industria musicale prima del digitale, è andata avanti per decenni grazie alle materie plastiche utilizzate su vinili, cassette, cd e involucri. 

Al momento, il supporto tornato alla ribalta è il disco a 33 giri, il vinile, che secondo i dati raccolti da BuzzAngle, nel 2018 negli Stati Uniti ha incrementato le vendite del 12%, arrivando a 9,7 milioni di copie. Seppur molto minore, deciso anche l'incremento della vendita delle musicassette, che hanno segnato un +19% (118.200 copie). Il ritorno del vintage non sarà anche dannoso per l'ambiente?

Secondo una ricerca condotta da Sharon George e Deidre McKay della Keele University, a differenza dei primi 78 giri per il grammofono, creati con la gommalacca (resina naturale), dal 1948 in poi contengono una media di 135 grammi di Pvc (resina termoplastica) con un'impronta (carbon footprint) di 0,5 kg di CO2. È un materiale piuttosto riutilizzabile, però viene recuperato solo parzialmente perché i costi di produzione sono molto alti e, secondo lo studio, i 4 milioni di vinili venduti nel 2017 nel Regno Unito hanno prodotto 1900 tonnellate di CO2, pari all'impronta annuale di 400 persone. Dal calcolo sono tenuti fuori trasporto e imballaggio.

I CD vengono fatti di policarbonato e alluminio, che avrebbe un impatto inferiore al Pvc ma non viene riciclato perché i materiali misti sono difficili da separare e le spese sono troppo alte. Le custodie dei CD, in policarbonato, non possono essere riciclate per niente. In più, ogni volta che un nuovo formato sostituisce uno vecchio, quest'ultimo dovrà essere smaltito con conseguente spreco di energia e aumento dell'impatto sull'ambiente.

A questo punto, uno potrebbe pensare che il formato migliore per ascoltare musica con un occhio all'ambiente sia lo streaming, perché non comporta il formato fisico e quindi niente plastica, niente inquinamento. Non è vero. Benché oggi negli Stati Uniti, la musica in streaming occupi il 75% del mercato rispetto al 50% del 2016, anche la forma meno materiale di musica in circolo inquina. Lo streaming infatti parte dai server attivi che vanno raffreddati, in più, ogni volta che un file viaggia attraverso la rete per raggiungere il nostro router e i nostri device, ha un costo in energia. 

Citando Lifegate, il grado di inquinamento della musica dipende dalla frequenza con cui si ascolta una canzone o un disco. Nel caso si ascolti un album in streaming un paio di volte, di sicuro questo mezzo inquina di meno, ma se lo mettiamo in loop o lo ascoltiamo di frequente, oltre i 27 ascolti lo streaming di un album inquina più della produzione dello stesso CD. Come abbiamo detto prima, però, il CD è più inquinante del vinile perché non viene riciclato, quindi si ritorna al passato: il modo meno inquinante per ascoltare lo stesso album ripetutamente pare sia proprio comprarlo in vinile. 

Dal pianeta reale è tutto, non resta altro che comportarci bene.

#fridaysforfuture

 Greta Thunberg

 

[via Lifegate]

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L'articolo Vinile, CD o streaming: quale formato inquina di più? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-03-14 16:15:00

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