Di Myspace, ricordi, musica ed eternità

Myspace ha da poco comunicato di aver cancellato con un clic 12 anni di contenuti: lo spunto per una riflessione su dove sta andando la musica oggi.

È notizia di poche ore fa che Myspace, la rete sociale nata nel 2003 dedicata alla condivisione di musica, ha eliminato con un clic 12 anni di contenuti: tutto ciò che è stato caricato dall’inizio fino al 2015 potrebbe essere andato perso, volatilizzato nel nulla che ingoia ciò che viene cancellato da internet. La causa pare sia una migrazione del server non riuscita, e così 50 milioni di canzoni e video sono spariti, 14 milioni gli artisti coinvolti, probabilmente l’atto conclusivo della parabola discendente della piattaforma che è ferma da tempo. La cosa forse non coinvolgerà più di tanto le nuove generazioni cresciute a pane, Facebook e YouTube, ma chi ricorda la community creata da Tom Anderson e Chris DeWolfe sentirà qualcosa dentro che si spezza.

Nei primi duemila chiunque avesse una band possedeva una pagina Myspace: crearla non era così intuitivo come per i social di oggi, per personalizzarla si usavano codici in stringhe, insomma uno sbattimento non da poco per ragazzi cresciuti a digiuno di ogni elemento informatico che non avesse a che fare col Commodore 64 e simili. Si potevano caricare brani in mp3, stringere amicizie, pubblicare foto, e fino all’avvento dei colossi di condivisione sul web ha dominato in maniera incontrastata la promozione musicale, offrendo grandi occasioni ad artisti divenuti famosi partendo proprio da lì - tipo Arctic Monkeys, Nicki Minaj e Mika. Venduto per 580 milioni di dollari nel 2005, e per soli 35 milioni sei anni dopo, Myspace ha tentato di stare al passo coi tempi ma è uscito inevitabilmente sconfitto dallo scontro con le nuove piattaforme virtuali, perdendo progressivamente e definitivamente il ruolo di luogo di incontro e condivisione.

(immagine dal canale YouTube di Pitchfork)

La notizia di oggi non è solo una nota tecnica, un danno irreparabile, un ulteriore passo dell’azienda verso la chiusura: è un pezzo di storia che se ne va, la fine di un’epoca in fondo già conclusa da tempo ma conservata ancora nella memoria. Chissà quanti, pur avendo una pagina, non ci entravano da anni, magari non ricordavano più neppure la password, eppure rimaneva l’idea romantica di un Myspace come compagno di notti bianche, sostegno per velleità artistiche sbiadite nel tempo o semplicemente trasferite altrove, dove si stavano spostando tutti. L’eliminazione di 12 anni di contenuti in un istante, e che sia stata una cosa davvero casuale o meno è un altro discorso, fa riflettere su come tutto possa sparire all’improvviso: l’universo che abbiamo creato sul web non è nostro, e non è eterno. In un attimo si potrebbero cancellare tutti i video su YouTube, i gruppi dove partecipiamo con passione alle discussioni ma anche quelli dove siamo stati aggiunti alla WTF, i preferiti, i pollici in giù, i commenti alle pagine dove abbiamo conquistato con sudore il badge di fan più attivo.

Perché la rete è un luogo magico, senza confini, con un posto per tutti e spazio per infiniti contenuti: ma basterebbe un clic per tornare a essere persone reali, senza account, profili social, dischi in streaming. Dove saranno finite tutte quelle canzoni che stavano lì su Myspace, magari mai ascoltate e persino dimenticate dagli autori? In una specie di paradiso dei dischi? In un limbo destinato a chi viene fatto fuori dal web? È triste e malinconicamente suggestivo pensare che la musica possa avere una fine, che un brano non inciso su un supporto fisico possa un giorno non essere mai esistito: nella sua natura più poetica e immateriale, continuerebbe comunque a trovare nuove strade da percorrere. Come quando riempiamo l’hard disk di foto mai stampate e poi non si apre più, e continuiamo a credere che le foto vivano lì dentro. Nell’era dominata dallo streaming e dalla velocità, cercare un luogo dove custodire le proprie canzoni che non sia solo virtuale è in qualche modo una necessità: e non parlo solo di registrazioni, intendo un luogo della memoria, perché mentre tutto corre bisogna certo guardare avanti ma soprattutto ricordare. E oggi il ricordo è tutto per i Friends di Myspace.

 

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L'articolo Di Myspace, ricordi, musica ed eternità di margherita g. di fiore è apparso su Rockit.it il 2019-03-19 11:48:00

Tag: opinione

COMMENTI (1)

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  • zeffjack 5 anni fa Rispondi

    "Quando quella notte riuscimmo ad impostare il player spostandolo come banner sopra ad ogni contenuto ci sentimmo degli eroi".