L'insostenibile leggerezza del libro di Gazzelle

La grande fortuna del libro di Gazzelle è che si può leggere in libreria senza comprarlo

Lo Zio Matto legge Gazzelle
Lo Zio Matto legge Gazzelle

Era piccolo e nero, giaceva in un angolo e se non ti fossi avvicinato, avresti creduto di vedere il Libro delle Risposte, quello in cui ti fai una domanda in testa, poi sfogli le pagine a caso e ti arriva una risposta a caso che dici ok così son buoni tutti, però poi mentre vai a casa ci pensi e non la chiami più e lei per dispetto si mette con un altro e te ci soffri talmente tanto che ti metti a ascoltare Gazzelle anche se hai trent'anni e la tragedia diventa farsa. Ecco, non era il Libro delle Risposte, era direttamente il Libro di Gazzelle, così da bypassare la tragedia e buttarla subito in caciara.

Si intitola Limbo, è edito da Rizzoli (che si deve dare una regolata) e in copertina mostra la sagoma di un ragazzo seduto sul mondo, tipo Piccolo Principe con la maglietta dei Joy Division di H&M, che anche se non si vede è quella. Senza sfogliarlo la butto lì: un sognatore solitario che si strugge d'amore e d'altre sofferenze tipiche del maschio bianco moderno nel 2019, tutte risolvibili facendosi una stagione di lavoro di fatica che porta via i pensieri, ma questo è il fantasma di mio nonno che si è impossessato di me. Lo scaccio con affetto.

È una gran fortuna che il libro sia talmente parco di contenuti da poter essere letto direttamente da Feltrinelli in un paio di giorni: al suo interno infatti, Gazzelle non fa il romanziere ma il poeta di prosa e descrive i suoi dolori con poche righe, scegliendo accuratamente un font grande per illudere le lettrici di avere un sacco di cose da dire. Il libro è editato saggiamente dalla coraggiosissima casa editrice: poesie sopra e disegnetti sotto del prode Federico Bonfiglio, così anche quando l'autore non dice un cazzo, le illustrazioni riempiono gli spazi vuoti.

Tutte le immagini © Rizzoli

C'è una poesia che fa così: Fottuta mediocrità, via dalla mia città!. È finita, eppure prende due pagine riempite dal disegno stilizzato di fabbriche che spargono fumo nero e un aereo che se ne va, manco vivesse nell'Inghilterra della rivoluzione industriale. Perle di saggezza tipo Il tempo non conta, sei tu che lo conti, ma soprattutto storie d'amore finite male con annessa riflessione da Smemoranda di prima liceo: Da lontano si sente il profumo di te che torni in te e io che me ne vado. PeccatoNonostante l'oggettiva difficoltà della sfida, decido di arrivare fino in fondo per toccare il fondo editoriale del 2019: Mangerei un tuo orecchio se il sapore avesse ancora di quello che era allora. Pagina 32, non sto scherzando. Ci hai fatto caso che finché non conosci nessuno non ti senti mai solo? Pagina 42 e qui non mi sono più regolato, ho iniziato a bestemmiare in mezzo agli studenti fuoricorso, ai clienti abituali della Feltrinelli medio istruiti con l'aria di chi te lo fa pesare. Checcazzo significa se non conosci nessuno non ti senti solo? Quando cazzo mai nella vita ti capita di non conoscere nessuno? Cioè, non figurativamente, proprio nessuno nessuno? Chiccazzo sei, Mowgli nello stracazzo di Libro della Giungla, che comunque parlava con Balù, Baghera e gli altri animali coi versi?

Su, l'ho capito il business di questo libro: sei una giovane popstar che piace alle ragazzine, i dischi fisici non li compra più nessuno, un libriccino da portare a scuola che ti faccia pensare al tipo che non ti calcola fa sempre spleen adolescenziale ma da qui a prendere per il culo le lettrici no, dai. Sei adulto, come puoi scrivere una cosa così? Se uno dei vostri contatti scrivesse su un social: Non ho più tempo di parlare con te, che non so neanche chi sei, che vuoi solo rubare. Che prima stai bene e dopo stai male. Vattene via, lasciami solo, lasciami stare, stronza bipolare!, beh, come minimo lo contattate in privato per sentire se gli hanno hackerato l'account. 122 pagine che sembrano un milione, zeppe di amori finiti male, di lui che ci soffre, della sua inadeguatezza, dei pensieri che si fanno di notte se hai 15 anni e non serve neanche che Rizzoli te li pubblichi. 

 

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L'articolo L'insostenibile leggerezza del libro di Gazzelle di Zio Matto è apparso su Rockit.it il 2019-09-10 11:43:00

COMMENTI (2)

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  • niccolobossini 4 anni fa Rispondi

    Questa recensione mi ha fatto pisciare addosso dalle risate. Letteralmente.
    Grazie.

  • leilaskywalker88 5 anni fa Rispondi

    E' sempre un piacere leggervi!