Contro la canzone "Calcutta" e l'esausto citazionismo dell'itpop

Il brano di Tananai dedicato alla star di "Oroscopo" dimostra che spesso oggi la musica funziona come l'algoritmo di Google, e le idee latitano. Facciamo che basta?

Still dal video "Calcutta" di Tananai
Still dal video "Calcutta" di Tananai

In Rete c'è una canzone di Tananai, cantante milanese classe 1995, che s'intitola Calcutta. Itpop, prodotta bene, video confezionato ottimamente, eppure mi sale un fastidio che non so neanche bene descrivere a parole. Il testo recita così: "Se potessi scrivere un po' meglio di come faccio, probabilmente sarei Calcutta  e se potessi giocare un po' meglio col pallone adesso probabilmente sarei Esteban Cambiasso".

A parte che siamo decisamente in orbita "se mio nonno avesse 8 palle sarebbe un flipper", mettiamolo per iscritto: il citazionismo post moderno ha definitivamente rotto. I testi delle band del nuovo cantautorato pop pullulano di riferimenti a brand, prodotti, città o nomi di artisti più famosi di loro. È una strategia che per qualche anno sembrava vincente e che di sicuro aiuta i giovani leoni a posizionarsi meglio su Google – anche l'arte funziona per keywords ormai, dannazione –, ma è una pratica che rischia di inficiare gli sforzi per scrivere una canzone decente.

 

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Non tutte le composizioni sono belle e ispirate come Kurt Cobain di Brunori SAS, a volte la citazione è solo uno stratagemma per riempire il vuoto, la noia del maschio bianco occidentale degli anni quasi '20, che ha tutto, si è atrofizzato e ha smesso di lottare. Estenua il solo parlarne, e non abbiamo neanche ancora citato Ian Curtis dei Siberia.

È una pratica che ha natali relativamente recenti: viene dai dischi di scuola romana de I Cani e dello stesso Calcutta, dai Thegiornalisti di Fuoricampo e non sembra neanche parente del citazionismo dei Massimo Volume che dedicano un pezzo a Emanuel Carnevali negli anni '90. È un agente del caos, una figura retorica messa lì per creare curiosità e aggiungere stranezza al pop, altrimenti culturalmente maledetto da chi proviene dell'underground. Una roba per dire: "anche nella canzone più strappalacrime ci metto un particolare che fa un po' ironia post meme, così mi colloco nella parte giusta del mainstream". Nein. Cinque anni fa forse appariva un discorso sensato, oggi non regge più e sembra solo una toppa per mascherare la mancanza di idee originali.

Contro Tananai non abbiamo nulla, solo speriamo trovi qualcosa di più a fuoco da raccontare, anche considerando che i suoi precedenti singoli si intitolavano Ichnusa e Bear Grylls, quindi c'è una certa recidività nella scrittura. Forse è un concept, più facilmente una furbata, in ogni caso sarebbe un bel gesto se questa pratica nel 2020 non arrivasse

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L'articolo Contro la canzone "Calcutta" e l'esausto citazionismo dell'itpop di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-11-11 14:29:00

Tag: singolo

COMMENTI (2)

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  • villagianluca 5 anni fa Rispondi

    Ciao, ma cosa ti piace esattamente della nuova canzone di Mai stato altrove? il testo? La nuovissima produzione? Forse sono troppo vecchio per capire certe tematiche(ho 43 anni), ma secondo me in questo pezzo c'è solo il nulla cosmico di un tipo nella sua solita cameretta che non sa come dormire, come respirare e che la notte è più buia senza di te. Boh, di canzoni sulla mancanza, sulle storie che finiscono ne sono state scritte a strafottere ma in modi decisamente più interessanti, con punti di vista più interessanti. Hai citato Vasco, pensa al pezzo Brava, parla della stronza che ti uccide il cuore, però cazzo leggi il testo, non è la solita canzone sulla delusione, parla di cose più profonde, intime d è la prima che mi è venuta in mente. Ti giuro che non lo dico con arroganza. vorrei solo capire. ci sta che una persona si possa riconoscere anche in questa canzone, però cazzo chiediamo un po' di più a noi stessi. no? Ciao. Gianluca.

  • mario.miano.39 5 anni fa Rispondi

    Oggi la critica musicale (o quel che è rimasto) critica raramente come accadeva fino a tempo fa. E' una buona abitudine, specialmente per stimolare gli stessi artisti a superare l'asticella. Su Rockit che è secondo me l'unico a fare ancora grande giornalismo musicale in Italia, questa abitudine latita pure. Si preferisce ignorare e per questo si evita di scrivere su quanto siano brutti i nuovi dischi di Ligabue o Vasco Rossi, anzi, ora che Vasco ha fatto una canzone non orrenda, Rockit fa una storia per dirlo. Ma non è una notizia secondo me perché la nuova di Vasco anche se non orrenda, io non me la cago proprio perché non è comunque un capolavoro e non è niente di che. Per questo vi invito ad una riflessione che se lo fate con un signor nessuno come Tananai dovreste farlo più spesso (per esempio la nuova di Mina e Fossati che ne vogliamo dire?). La canzone è abbastanza orrenda ma è facile sparare contro nessuno mentre potrebbe essere un problema scrivere che l'inedito di Lucio Dalla è brutto. A scanso di equivoci ribadisco il mio amore per Rockit: nessun organo musicale in giro mi ha fatto scoprire meraviglie in poco tempo come Gregorio Sanchez, Mai Stato Altrove (che canzone la sua nuova!), Vin Martin, Vanarin e Irbis 37. Però cominciate a recensire tutti i dischi italiani e cantatela per bene!