Slacker Monday - Roma, 07-05-2000

Il fatto che la Vurt Records di Roma abbia dato alle stampe mesi fa l'esordio dei Slacker Monday non è affatto una novità. Il loro esordio "Have a good day", che tra l'altro ha garantito loro, a torto o a ragione, l'attributo di Pavement italici, non è passato inosservato, nemmeno ai più distratti lettori/visitatori di Rockit: ricordate la macchinina rossa che faceva capolino tra i banner della homepage? Ebbene, abbiamo raggiunto il chitarrista/cantante Alberto e, dopo un interessante scambio di informazioni strettamente tecniche, siamo venuti al nocciolo. Una lunga quanto piacevolissima chiacchierata che ci ha regalato "una buona giornata".



Rockit: Per quanto sia banale, domanda di rito: qual'è la storia dei Slacker Monday?

SLACKER MONDAY: A dodici anni (forse ho iniziato da troppo lontano?) conobbi un certo Massimiliano: lui suonava la chitarra e ciò gli procurava non pochi vantaggi nell' approccio con l'altro sesso... Decisi quasi subito di studiarlo da vicino per carpirne i segreti, così decisi di iniziare a suonare la chitarra.

Ricordo che i primi pezzi che imparai a fare furono "Iron man" dei Black Sabbath, "Mr. Pharmacist" dei Fall e qualche pezzo di Black&White degli Stranglers, che non sono il massimo per agganciare (siamo d'accordo! N.d.I.)... Decisi allora di pensare alla chitarra in modo creativo: quasi subito mi venne la voglia di suonare in una band e ne ho passate diverse, tra le quali anche i Mahatma Transistor che hanno avuto anche un discreto successo di critica, pensa che il secondo demo è arrivato ad essere demo dell' anno in uno dei più importanti mensili musicali italiani; contemporaneamente all'esperienza Mahatma Transistor, conclusa purtroppo per le classiche divergenze, sia io che Giorgio che Ercole suonavamo in un gruppo chiamato Lcage.

Come Lcage abbiamo anche pubblicato un cd audio con in più una traccia multimediale per quell' etichetta che ora è la Krusty Records, ma non andò benissimo. Insomma dopo lo scioglimento dei Mahatma Transistor cominciano i problemi anche negli Lcage, da cui discendono, in seguito ad una riorganizzazione della formazione, gli >>slacker.monday, formati da quattro personcine per bene: Ercole alla chitarra, Giorgio al basso, Luca alla batteria ed io chitarra e voce. Subito dopo le registrazioni di "Have a good day", Luca se ne è andato ed Ercole ha lasciato la chitarra per dedicarsi alla batteria, quindi ora siamo tre a differenza di quanto si potrebbe pensare guardando la foto interna del cd.

E per quanto riguarda il nome la storia è andata così: ci siamo trasferiti tutti a Roma per vari motivi, tra i quali lo studio e lì abbiamo conosciuto Gianni della Vurt Records, con cui siamo subito andati d'accordo, e quando ci ha visto in crisi per il nome ci è venuto in soccorso: il nome è un miscuglio di due dei suggerimenti che lui ci aveva dato ("meet the slacker" e "rocket monday").

Rockit: "Have a good day" è la vostra opera prima, ma di fatto non sembrate assolutamente un gruppo emergente: quali sono i vostri segreti?

SLACKER MONDAY: Beh... le varie esperienze musicali accumulate da ognuno di noi forse hanno contribuito a non farci sembrare proprio immaturi e comunque devi sapere che i brani che ascolti nel cd sono frutto di ore e ore di session ... prima di arrivare alla versione definitiva ogni pezzo è stato registrato diverse volte.

Rockit: Non ne dubitavo: sin dai primi ascolti ho avuto la netta l'impressione che ci fosse un lungo lavoro di scrittura a registrazione. Quanto tempo ci avete impiegato per realizzarlo? Vi riconoscete come "topi di cantina", chiusi a suonare tutte le sere oppure riuscite a dedicare poco tempo al progetto?

SLACKER MONDAY: Una volta ho letto una frase in una intervista di non mi ricordo chi: " ...per fare il nostro primo disco ci abbiamo messo 25 anni"; beh, io ne ho 28 di anni ... Scherzi a parte, dipende da dove si comincia a contare. Dal nostro punto di vista "Have a good day" è significato imbiancare una stanza, insonorizzarla, comperare mixer registratore ed effetti, comperare i microfoni, imparare ad usare tutta questa attrezzatura, fare le prove, scrivere le canzoni, suonare ovunque per vedere se i brani funzionano, registrare, trovare le immagini per la copertina, farci le foto per l'interno (nel senso che la foto dell' interno ce la siamo auto fatta ... con l'autoscatto), montare tutta la grafica, occuparci delle pratiche Siae, fare le pellicole tipografiche, ... ecc ecc.

Come puoi capire è stato un lavoro moooolto lungo anche perché non c'è una cosa degli Slacker Monday che non sia fatta direttamente dagli Slacker Monday. Un gruppo veramente indipendente!!! ... altro che Fugazi!!

Il fatto è che ora ci ritroviamo tutta questa roba; microfoni, aste, registratori ecc, e quindi ci siamo dovuti inventare uno studio di registrazione per non lasciare tutto lì inutilizzato. Purtroppo però anche lo studio sta risquotendo un discreto successo. Sono venuti a registrare da noi già diversi gruppi come: Mosquitos, Kevinkeegan, Motorama, ed è uscita anche una compilation per la Krusty con tutti i gruppi che hanno girato intorno al nostro studio nel periodo delle registrazioni di "Have a good day" (la compilation si chiama "Krusty like a record" e chi la volesse può mandare direttamente una mail ad Alberto at slackermonday@yahoo.com N.d.I.). Quindi no, non ci sentiamo dei topi da cantina anche perché se ci dedicassimo solo alle prove non riusciremmo a seguire tutte queste cose da vicino. In pratica facciamo le prove una volta a settimana.

Rockit: I brani nascono da jam session collettive o da un'intuizione "casalinga" di uno di voi?

SLACKER MONDAY: Questo argomento mi sta particolarmente a cuore. Il fatto è che i nostri brani non nascono né da jam né da intuizioni personali. Praticamente succede che quando andiamo nella nostra saletta ci ritroviamo completamente presi dalla musica e spesso succede che ognuno di noi si ritrovi a suonare una delle intuizioni che ha avuto a casa e la cosa sensazionale è scoprire che si incastra perfettamente con le intuizioni degli altri! Praticamente la maggior parte dei pezzi li abbiamo avuti gratis.

Le bozze che escono da queste prove arrivano in studio ancora in stato embrionale. Penso che la fase più creativa del nostro metodo di scrittura dei pezzi sia la registrazione. Usiamo un otto tracce a bobina e per fortuna che le tracce sono solo otto altrimenti saremmo ancora lì ad aggiungere suoni su suoni ... è il nostro r8 il vero leader del gruppo!!

Rockit: Affermate di non essere capaci a suonare: personalmente mi sembra un insulto a chi veramente non ha le capacità di farlo. Ma allora per voi cosa significa saper suonare? Qual'è il confine tra saper suonare e non saper suonare?

SLACKER MONDAY: Ogni volta che capita di suonare in qualche festival o in qualche rassegna di gruppi ci capita di dover salire sul palco per il check subito dopo i super tecnici di turno, dopo questi ..."masturbatori" di chitarre. E sinceramente ci è capitato di sentirci in imbarazzo a fare i check squittendo uUU uUU aAA aAA e suonando quei due accordi di quinta del ritornello di "Deaf", però quando vado ad ascoltare musica dal mio stereo ascolto solo cose semplici e genuine (come kinder brioss…). Mi danno fastidio i virtuosismi e odio gli assoli; nelle nostre canzoni non esiste l'accompagnamento, ognuno suona qualcosa di essenziale non c'è mai uno al centro dell' attenzione. Penso che non saper suonare sia essenziale per scrivere buone canzoni; secondo me non ci si deve concentrare sullo strumento ma su quello che sta succedendo nel pezzo. Sapere troppe cose sulla scala che stai facendo e sulla progresssione armonica che sarebbe giusto usare, ti limita dal punto di vista della fantasia, ed è bello scoprire quelle note che teoricamente non dovrebbero esserci ma che invece suonano così bene.

Quando diciamo "suoniamo male quanto basta", intendiamo quanto basta per fare musica che ci piaccia.

Rockit: Qual è l'ingrediente dei vostri brani che vi sta più a cuore?

SLACKER MONDAY: La melodia è una cosa fondamentale, però credo che le cose che ci stanno più a cuore siano tutte quelle piccolezze che non si sentono, maracas, percussioni varie, triangoli, sintetizzatori… Tutte quelle cose che quando scrivi ovviamente non ci sono e che, secondo noi, rendono il disco interessante anche dopo qualche ascolto; perlomeno, a me piace scoprire delle cose che non avevo mai sentito in un disco. Anche certe sovraincisioni di chitarra le abbiamo lasciate in sottofondo e ci piace sapere che solo qualcuno le sentirà e che magari, se ci capiterà di suonarle dal vivo, saranno una novità per tutti; è proprio una politica degli Slacker Monday... Difatti anche sulla copertina abbiamo messo il nostro nome nascosto tra le foto, se guardi bene la foto di Miami, quella con le donne che prendono il sole in terrazzo, in cielo puoi leggere in trasparenza "slacker" e sul tappeto nella foto della poltrona puoi leggere "monday". Oppure la ghost track è un miscuglio di tre canzoni: due si trovano nella traccia sinistra dello stereo e l'altra a destra.

Rockit: Sui giornali specializzati la vostra musica viene sistematicamente accostata allo stile dei Pavement: al di là di tutto mi sembra un motivo di orgoglio. Vi infastidisce questo paragone?

SLACKER MONDAY: I Pavement sono un grande gruppo e io li seguo da quando ancora doveva uscire "Slanted & Enchanted": poche persone li seguono da allora... Sicuramente esserne così appassionato, influenza il mio modo di scrivere, ma Giorgio e Ercole li seguono da meno. Credo addirittura che, fino a quando non li ha visti in concerto a Rimini, a Ercole non piacessero neanche!!

Comunque per rispondere alla tua domanda, sinceramente mi infastidisce un po' sentire nominare i Pavement ogni volta che si parla del nostro CD; mi infastidisce perché vuol dire che lo scribacchino di turno non conosce bene nè il nostro disco (e su questo posso passarci sopra ... anzi no visto che pretendono di scriverne la recensione) e neanche quelli dei Pavement. Non credo che "Dreaming over" o "Mr.plow" o "Rockstar" possano essere considerati pezzi pavementiani !!!

Rockit: Il sottobosco italiano da un po' di tempo a 'sta parte vanta numerose realtà per certi versi sorprendenti. Cosa c'è di diverso rispetto a 3/4 anni fa? i musicisti sono maturati? il pubblico è maturato? si è sviluppata una certa cultura indie?

SLACKER MONDAY: ... E' una bella lotta per quello che tu chiami sottobosco. Secondo me rispetto a tre quattro anni fa non è cambiato proprio un bel niente: eccezion fatta per i Litfiba, che ci fanno credere di essersi sciolti, in realtà Piero Pelù da una parte e i Litfiba dall' altra, che così facendo faranno ancora più proseliti. In più aggiungici i Negrita, le Vespe in collina e tutti gli altri. Continuano come allora ad imperversare centinaia di cover band e di clone band; i posti per suonare continuano a essere gli stessi e pochi, e ai concerti interessanti (perlomeno a Roma) si continua ad essere al massimo in cinquanta. Il fatto vero è che in pochi stiamo facendo un gran rumore. Per fortuna le etichette collaborano e sono tutte in buoni rapporti (e quelle del nostro circuito lo sono) e ogni tanto emergono iniziative molto buone come l' Audiocoop, che mi sembra la più interessante. Questo fermento permette di potere spingere un po' di più dei CD di qualità e di far sapere che esistono un gruppo di gente che ci crede, che collabora e che ha delle idee, e dei gruppi che reggono il passo.

Rockit: Non ci sono i testi nel booklet: parlate di voi stessi? In quale brano vi mettete maggiormente a nudo come persone?

SLACKER MONDAY: I testi non ci sono perché quando parliamo tra di noi della nostra musica non succede mai che parliamo dei testi e nelle interviste ci piace dire che hanno una importanza minima, cosa che in parte è vera. La musica e il testo sono due cose un po' diverse: a noi piace la musica e cerchiamo la musica anche nel testo, tra una frase con un significato profondo e una con un bel suono indovina un po' quale scegliamo? Abbiamo una specie di libretto dove principalmente Giorgio scrive queste specie di accordi di lettere a volte senza senso e a volte no. Quando ci serve il testo per un brano io provo a cantare attingendo a casaccio da questo libretto e appiccicare un po' di frasi. A volte vengono fuori delle cose molto profonde... Si chiama cut up e lo faceva anche un nostro caro amico scrittore. Altre volte invece Giorgio viene alle prove con dei foglietti scritti che lui spaccia come testi completi per questa o quell'altra canzone. In realtà poi, alla fine, si ricorre quasi sempre al famoso libretto.

Rockit: La sensazione generale che emerge dalla musica è una lieve spensieratezza di fondo: non vi riconoscete dunque nello stereotipo della rockstar scazzata e/o incazzata?

SLACKER MONDAY: Bene, perché è la sensazione che volevamo dare, anche perché ancora non siamo delle rockstar (ma lo saremo!) e scazzati e incazzati ci siamo per altri motivi nella vita (che non ti sto a spiegare)... Ci sembrava stupido scazzarci e incazzarci anche durante il nostro principale passatempo.

Rockit: A proposito di rockstar. Il vostro brano così intitolato è un'autocelebrazione? Avete mai sognato di diventare rockstars? sesso droga & r'n'r?

SLACKER MONDAY: "Rockstar" parla proprio di quello che passa un fannullone (da qui slacker. N.d.I.) che, come noi agli occhi della gente, passa il suo tempo a sognare di diventare una rockstar invece di pensare di andare a lavorare.

Secondo me quando le bambine giocano con barbie sognano di diventare delle principesse e i bambini quando giocano a far sfrecciare le macchinette sognano di diventare delle rockstar(?). Il fatto è che sono due cose completamente incompatibili: te la immagini una principessa ubriaca in una cabrio che sfreccia ai duecento al fianco di un energumeno tipo il cantante dei Pantera ubriaco e strafatto anche lui? ... radio a palla con gli Who? .... moooolto improbabile; ed è da qua che nascono i problemi relazionali che un po' tutti abbiamo con l'altro sesso ... ma questa è un'altra storia. (mmmhh… "la principessa Sissy e Philip Anselmo"… mmmhh).

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L'articolo Slacker Monday - Roma, 07-05-2000 di Erik Gillo è apparso su Rockit.it il 2000-05-14 00:00:00

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